Sabato, Andrea Laguardia – presidente di Legacoop Servizi Lazio e dell’Obsi Lazio – ha firmato a nome di Legacoop Lazio il Patto per la legalità e il contrasto all’economia criminale, dopo essere intervenuto a nome dell’Alleanza delle cooperative italiane nel Lazio. Ratificato dalla Regione Lazio e da tutte le principali sigle associative regionali, durante un incontro tenutosi presso la Camera di Commercio di Roma, in Piazza di Pietra, il Patto è nato all’interno di “Lazio senza mafie”, evento promosso dalla Giunta Zingaretti e dall’Osservatorio Tecnico-Scientifico per la sicurezza e la legalità della Regione Lazio.
“La Regione Lazio, con il patto, si impegna a sostenere le vittime del racket, a premiare nei bandi chi scommette sulla legalità, a sottoscrivere un protocollo sugli appalti, proseguire l’azione di trasparenza della Pa e di contrasto ad abusivismo e contraffazione. Gli imprenditori, invece, promettono di modificare i propri statuti e mettere in campo progetti su lotta alla corruzione, rispetto delle norme fiscali e di sicurezza sul lavoro, oltre che a sostenere chi denuncia estorsioni e usura” – come riportato da La Repubblica.
Di seguito, il testo del Patto firmato dagli assessori regionali Guido Fabiani (Sviluppo economico) e Fabio Refrigeri (Infrastrutture e Ambiente), dal presidente dell’Osservatorio, Gianpiero Cioffredi, e dai rappresentanti per il Lazio di Agci, Ance, Casartigiani, CNA, Confagricoltura, Confartigianato, Confcommercio, Confesercenti, Confservizi, Federlazio, Legacooperative e Unindustria.
“A Roma e nel Lazio le mafie ci sono e fanno molti affari,sono presenti e ben radicate nei nostri territori ma spesso non ce ne rendiamo conto. Le inchieste della magistratura e delle forze di polizia delineano uno scenario preoccupante di cui bisogna prendere atto affinché anche da noi cresca la consapevolezza che è arrivato il momento di reagire.
Il territorio laziale già da tempo è stato scelto dalle organizzazioni criminali per costituirvi articolazioni logistiche per il riciclaggio di capitali illecitamente accumulati e per l’investimento in attività imprenditoriali.
Un sistema territoriale infiltrato dalla criminalità organizzata perde in competitività, in sicurezza lavorativa e sociale, in democrazia e partecipazione, e dunque in benessere e libertà personale e collettiva.
Il rispetto della legalità costituisce prima di tutto un valore etico e morale, pilastro imprescindibile di ogni convivenza civile, ma anche un fondamentale valore
economico, in quanto condizione necessaria per il pieno sviluppo dei territori, a protezione della libertà degli operatori economici, del regolare svolgimento delle
dinamiche imprenditoriali, della trasparenza del mercato, della sana concorrenza.
Uno dei compiti principali della Regione Lazio e delle rappresentanze degli imprenditori e dei lavoratori è mantenere e incrementare la competitività delle attività
economiche e del territorio contrastando la concorrenza sleale, mantenere e incrementare il capitale di competenze e di posti di lavoro e la sicurezza, favorendo una generale qualità del lavoro e del vivere civile nelle comunità.
L’economia criminale al contrario, altera le regole del gioco e distorce il mercato, svilendo il lavoro, mortificando gli investimenti, distruggendo la proprietà intellettuale, ostacolando il credito, intimidendo la libertà di impresa.
La presenza di attività e comportamenti illegali, e in particolare della criminalità organizzata, a partire dalla
contraffazione e l’abusivismo, fino al racket e al riciclaggio, modifica la struttura del circuito economico e comporta un allontanamento strutturale dal modello dell’economia di mercato.
Questo processo porta ad una progressiva contaminazione del tessuto produttivo in cui operano le imprese che agiscono nella legalità, che rappresentano la maggioranza delle imprese presenti nella nostra Regione.
In secondo luogo, l’impresa gestita dalle cosche gode artificialmente di un vantaggio di costo rispetto ai competitori legali: il mancato rispetto di normative e regolamentazioni (ad esempio oneri fiscali, sicurezza del lavoro, tutela ambientale) le consente di prevalere, con prezzi più bassi, qualità scadente del materiale, forza lavoro in nero. Per quanto riguarda il “dumping fiscale”, le imprese che operano nell’illegalità esercitano, oltre al danno all’erario, un’evidente concorrenza sleale nei confronti delle altre imprese, costantemente impegnate in una gara per ridurre i costi.
La Regione Lazio e le forze sociali si impegnano insieme ad avere un ruolo centrale nella creazione e diffusione di una cultura della crescita e dello sviluppo che faccia
perno sulla legalità e sulla responsabilità individuale e sociale, e dunque nella prevenzione delle infiltrazioni criminali nel tessuto sociale e produttivo.
Le Forze Sociali firmatarie si impegnano a:
1) modificare i propri statuti e codici etici e a mettere in campo servizi e progetti sui temi della legalità nei confronti dei propri associati promuovendo cosi anche l’etica della responsabilità sociale di impresa.
La lotta alla corruzione, il rispetto delle norme in materia fiscale e del lavoro, in materia di sicurezza sul lavoro e di contrasto al lavoro nero e l’espulsione dalle loro associazioni di coloro i quali si macchiano di comportamenti corruttivi e illeciti diventano obiettivi decisivi per il rispetto di una leale concorrenza sul mercato.
2) promuovere presso i propri associati e iscritti l’adozione di regole mirate a disciplinare la scelta responsabile dei propri partner, subappaltatori e fornitori;
3) segnalare tempestivamente alle forze di polizia , alla magistratura e alle altre autorità preposte, episodi e comportamenti illeciti, favorendo e sostenendo le denunce di estorsioni e usura sia in forma individuale che collettiva da parte imprenditori;
4) sostenere iniziative mirate rivolte alle aziende confiscate o sequestrate, nell’ambito del Protocollo di Intesa sottoscritto con il Tribunale di Roma, affinché
venga favorito il rientro nell’economia legale delle attività di impresa appartenenti al circuito illegale.
La Regione Lazio si impegna a:
1) sostenere iniziative mirate di aiuto e accompagnamento rivolte a vittime del racket e delle estorsioni che denunciano i responsabili di tali reati;
2) sostenere, con meccanismi di premialità nei bandi regionali, le imprese che scommettono sulla legalità e la responsabilità sociale come volano della qualità e
della competitività sui temi dell’accesso al credito e degli appalti;
3) sottoscrivere con le parti sociali un Protocollo di Intesa sulla Sicurezza e la Legalità per quanto riguarda gli appalti dei lavori pubblici e la lotta alla corruzione;
4) proseguire il processo di trasparenza, semplificazione e innovazione della macchina amministrativa con procedure che rendano più facile la vita delle imprese e
dei cittadini.
5) promuovere e sostenere specifiche azioni di contrasto all’abusivismo commerciale e alla contraffazione attraverso la promozione di specifici progetti e strumenti
legislativi.
Per dare seguito a tali impegni vengono insediati dei gruppi di lavoro, in collaborazione con le Prefetture e la Magistratura, coordinati dal Segretariato Generale e
dall’Osservatorio Tecnico Scientifico per la Sicurezza e la Legalità che, entro quattro mesi dalla firma del presente patto, presenteranno proposte condivise con le forze sociali firmatarie del Patto”.
SCARICA QUI: Patto per la legalita e il contrasto all’economia criminale