ORA ACCIAIO: LO STABILIMENTO RISORGE GRAZIE AL WORKERS BUYOUT

Anni ’60, pieno boom economico. A Pomezia, zona industriale alle porte di Roma, apre lo stabilimento della Ora Acciaio, produttrice di mobili per ufficio di alta gamma. Uno stabilimento tra i più automatizzati d’Italia, clienti di alto ed altissimo livello, una forte spinta verso l’internazionalizzazione. Il meticoloso lavoro tecnico e manageriale ha consentito al brand Ora di arrivare ad essere presente, con i propri partner, in tutte le aree geografico-economiche più importanti d’Europa, Est Europa, Medio Oriente e Far East, affermandosi in particolar modo nelle fasce di mercato più importanti del proprio settore.
Un bella favola destinata a non durare in eterno, purtroppo. Il 19 luglio 2013, la Ora Acciaio SpA ha presentato presso il Tribunale di Velletri proposta di concordato in continuità aziendale ex art. 186 bis L.F., poi interrotta dalla revoca ex art. 173 L.F.. Nei giorni successivi la Ora Acciaio SRL rileva le attività, allo scopo di arginare i debiti e generare nuovo fatturato. Il tentativo si rivela un insuccesso e, il 5 dicembre 2014, arriva la dichiarazione di fallimento con sentenza del tribunale di Velletri.
Le macchine si fermano, le commesse vengono annullate e gli operai si ritrovano improvvisamente senza lavoro. Un silenzio assordante invade gli stabilimenti, spazzando via 50 anni di storia e una realtà italiana d’eccellenza. O forse no.
A volte il lieto fine arriva solo dopo un lungo e tortuoso cammino, come sanno bene i venti ex dipendenti che hanno deciso di far risorgere la propria fabbrica attraverso il processo del Workers Buyout.
L’8 dicembre del 2015 è nata la start-up cooperativa formata dagli ex dipendenti e il 20 gennaio scorso le macchine dello stabilimento hanno ripreso a funzionare. Questi neonati imprenditori torneranno a fare quello che sanno fare meglio, cioè produrre mobili per ufficio in legni pregiati, sotto la nuova forma di società cooperativa per azioni.
La visione imprenditoriale nel lungo periodo di Oro Acciaio è ambiziosa. Gli ex dipendenti vogliono tornare a posizionare una delle poche aziende produttrici di mobili in legno del Lazio nei mercati più prestigiosi del mondo, stabilendo partnership commerciali e produttive che garantiscano l’incremento del livello occupazionale e l’ampliamento del catalogo. Il cammino è appena iniziato e la strada per raggiungere questo ambizioso obiettivo è ancora lunga.
Nel prossimo triennio, il workers buyout prevede di raddoppiare il fatturato di partenza entro il 2018 ed aumentare l’occupazione, grazie anche al sostegno che sarà chiesto a CFI e Coopfond. Ad accompagnarli, ci saranno le storie di successo di tanti workers buyout che, insieme al sostegno di Legacoop e di altri partner, ce l’hanno fatta.