E’ di pochi giorni fa la notizia di 6 arresti, tra Latina e Fondi, per reati di falso, truffa aggravata, frode nelle pubbliche forniture e maltrattamenti nei confronti dei migranti. A gettare benzina sul fuoco, in un clima generale di assoluto allarme sul tema immigrazione, le attività di due Associazioni Onlus della provincia di Latina operanti nella gestione di diversi Centri di accoglienza straordinaria (Cas) nel sud Pontino.
La squadra mobile di Latina ha infatti riscontrato, nelle strutture gestite dalle due Associazioni, situazioni di grave sovraffollamento, maltrattamenti, problemi di sicurezza e carenze igienico-sanitarie.
Nell’attesa che la giustizia faccia il suo corso, è necessario rimarcare la netta distinzione tra chi si occupa di accoglienza ed integrazione e chi specula sulla pelle di migranti, richiedenti asilo e rifugiati, per non fare di tutta l’erba un fascio ed evitare l’ormai consueta caccia alle streghe mediatica.
Le cooperative aderenti all’Alleanza delle cooperative sociali hanno sottoscritto, nel 2016, la Carta della buona accoglienza delle persone migranti, insieme al Ministero dell’Interno e all’Associazione nazionale comuni italiani (Anci). La Carta definisce quattro obiettivi principali per le attività legate all’accoglienza:
- offrire misure mirate alla persona;
- favorire l’integrazione puntando su piccoli numeri e diffusione nei territori;
- garantire la titolarità pubblica degli interventi grazie al coordinamento con prefetture e comuni;
- rendere di conseguenza l’inclusione sostenibile per le comunità locali, evitando tensioni e conflittualità.
Tutto ciò che da questo si distacca non può e non deve essere considerato accoglienza o integrazione. Per questo Legacoopsociali Lazio chiede a gran voce un’intensificazione dei controlli nei confronti di tutti quei soggetti che gestiscono i servizi di accoglienza, con l’obiettivo di far emergere situazioni come quelle già denunciate e mettere maggiormente in evidenza le buone pratiche esistenti.
La buona accoglienza è infatti un obiettivo da perseguire con costanza e dedizione, che richiede lo sforzo di differenti attori e un costante ed intensivo monitoraggio. Questo anche per evitare facili strumentalizzazioni politiche, che fomentano i sentimenti d’odio e di sospetto verso il “diverso”.
Episodi come quello che ha visto protagonista il giovane cooperatore Konaté Bouyagui, vittima di un’aggressione a sfondo razzista a Napoli, non possono essere tollerati. Bisogna lavorare affinché l’integrazione e l’accoglienza non siano parole vuote dietro cui nascondere speculazioni e attività illecite, perché il così detto “business dei migranti” coinvolge uomini, donne e bambini in fuga da miseria e guerre.
Come ha dichiarato lo stesso Konaté nel corso della Direzione Nazionale Legacoop, l’obiettivo della buona accoglienza non è poi così difficile da raggiungere, basta averne la volontà:
“Sono spaventato. Una persona che scappa dalla guerra, che fugge dal suo Paese, che riesce a integrarsi in Italia e a fare un lavoro normale non può vivere nella paura. L’integrazione non è facile. Bisogna avere la voglia di farlo, ci vuole impegno e forza d’animo. Nella cooperativa ho trovato una famiglia, ho imparato a lavorare, mi ha insegnato tutto. E anche se io andassi via so che continuerà dopo di me, perché la cooperativa è di tutti i soci, di tutti quelli che ci lavorano”.
Questa è la cooperazione che ci piace, questa è la buona accoglienza di cui bisogna andare fieri.