Roma, 3 febbraio 2011 – È indispensabile una forte battaglia congiunta delle organizzazioni che hanno dato vita all’Alleanza delle Cooperative Italiane e degli organismi pubblici preposti ai controlli di legge per debellare i comportamenti irregolari ed illegali nel mercato dei servizi, a partire dal dumping contrattuale che danneggia le imprese sane e lede i diritti dei lavoratori, messo in atto da imprese private e da false cooperative con la complicità di associazioni e di sindacati di dubbia rappresentatività.
L’appello viene lanciato da Legacoop Servizi – l’associazione che rappresenta oltre 2.000 cooperative, che danno lavoro a circa 200.000 addetti (120.000 dei quali sono anche soci), con un fatturato complessivo di 8 miliardi di Euro- che ha messo al centro della sua Assemblea annuale il tema della legalità per lo sviluppo del mercato dei servizi, ribadendo le preoccupazioni per gli effetti negativi prodotti dai comportamenti irregolari ed illegali.
Nei servizi 3 milioni di lavoratori irregolari
Un fenomeno, fatto di lavoro nero e “grigio” (lavoratori con contratti formalmente regolari, ma con trattamenti di fatto irregolari), che nel settore dei servizi -che contribuisce per il 71% al PIL del Paese e per il 66,5% all’occupazione- assume dimensioni preoccupanti: circa 3 milioni di lavoratori irregolari (Istat 2009), pari al 12,2% dei 15.600.000 totali, con una punta del 18,5% nel Mezzogiorno (dove la “maglia nera” spetta alla Calabria, con il 27% di lavoratori fuori regola). Un fenomeno che investe, principalmente, giovani ed immigrati e che la pesante crisi economica ha addirittura aggravato, alimentando ulteriormente la concorrenza sleale che mette a rischio la sopravvivenza stessa delle imprese sane e regolari che rispettano gli obblighi contrattuali e contributivi e le normative sulla sicurezza.
Quali misure di contrasto?
Ma come fare, allora, per ridurre, e possibilmente eliminare, questa patologia che pregiudica uno sviluppo del settore che premi le imprese sane, in grado di coniugare qualità dei servizi offerti e buona occupazione?
Secondo Legacoop Servizi, nonostante l’impegno degli organismi preposti al controllo, l’attività di contrasto all’irregolarità ed all’illegalità è assolutamente insufficiente sia per la carenza di risorse sia per un sistema di controlli scarsamente tarati sulle peculiarità del mercato e delle imprese che vi operano; senza trascurare la tendenza delle pubbliche amministrazioni, indotta dalla scarsità di risorse economiche, a decentrare e frammentare le procedure di gara e l’erogazione del servizio, che apre ampi varchi a comportamenti irregolari.
Legacoop Servizi chiede, in merito, di semplificare ed affinare la normativa esistente, adattandola meglio alle fattispecie dei comportamenti illegali ed irregolari da reprimere, per renderla più facilmente applicabile; nello stesso tempo l’associazione si impegna ad individuare azioni concrete e tangibili per contribuire al risanamento e al rilancio del comparto, con una particolare attenzione al contrasto dell’uso scorretto della formula cooperativa.
Un codice di comportamento per le cooperative aderenti
E proprio su questo terreno Legacoop Servizi ha deciso di varare un codice di comportamento che rafforzi ulteriormente l’impegno delle cooperative aderenti ad applicare pienamente a tutti i lavoratori la legislazione ed i contratti di lavoro vigenti, prevedendo opportune sanzioni per le cooperative che non dovessero rispettarlo.
Più controlli sulle false cooperative
Sul fronte cooperativo, però, il vero problema è rappresentato dal ricorso al dumping contrattuale, ossia ad una drastica riduzione delle tutele contrattuali e normative nei confronti dei lavoratori, da parte di cooperative false, quasi sempre non aderenti ad alcuna organizzazione e costituite da imprenditori senza scrupoli che abusano della forma cooperativa facendone uno strumento di sfruttamento dei lavoratori immigrati e delle fasce più deboli. Legacoop Servizi chiede al Ministero dello Sviluppo Economico un deciso rafforzamento quantitativo e qualitativo dell’attività di controllo -attualmente effettuata solo per il 10-15% del totale- attraverso una più stretta collaborazione con gli oltre 100 osservatori provinciali sulla cooperazione costituiti sulla scorta del Protocollo siglato da Legacoop, Confcooperative, Agci e Cgil, Cisl, Uil con i ministeri del Lavoro e dello Sviluppo Economico. Tra l’altro, un paio di mesi fa il Ministero del Lavoro ha emanato una circolare dove ha ribadito la necessità di mirare meglio e intensificare i controlli e di applicare i contratti di lavoro siglati dalle centrali cooperative comparativamente più rappresentative.
Una nuova legge sulla rappresentanza
Un punto, quest’ultimo, che tocca un fenomeno parallelo ed altrettanto grave: quello del dumping associativo. Si tratta della pratica, fuori legge, di organizzazioni cooperative di dubbia rappresentanza, che millantano mutualità e sussidiarietà e poi applicano pseudo-contratti di lavoro ai soci lavoratori delle loro cooperative.
Ad essere chiamata in causa, qui, è la questione generale delle regole sulla rappresentanza e sulla rappresentatività sindacale: regole condivise, necessarie per rendere operativi i contratti e per governare i rapporti di lavoro nelle imprese, che potrebbero essere definite in base ad un accordo volontario tra le parti. Tuttavia, poiché tale accordo continua a mancare, Legacoop Servizi chiede di valutare l’esigenza di una legge sulla rappresentanza, al fine di eliminarei “contratti pirata” firmati da organizzazioni non rappresentative della cooperazione e dei lavoratori e lesivi dell’articolo 36 della Costituzione, che afferma il diritto del lavoratore ad una retribuzione dignitosa e proporzionata al lavoro svolto.
Appalti: rafforzare la responsabilità solidale; applicare correttamente il criterio di aggiudicazione dell’offerta economicamente più vantaggiosa
Ma c’è un altro terreno “sensibile” per il contrasto dell’illegalità: quello degli appalti, pubblici e privati che, secondo Legacoop Servizi, dovrebbero essere effettuati in modo “virtuoso” per modalità, selezione concorrenziale e rispetto delle regole , in primis quelle di tutela degli obblighi e diritti in materia di lavoro. Questo significa adeguare il sistema di regole definito a presidio della regolarità della concorrenza, assicurando l’effettiva operatività di tali regole e dei controlli e sanzioni sul loro rispetto, puntando, soprattutto, sul positivo effetto di deterrenza, nei confronti di comportamenti colposi o addirittura dolosi delle committenze, garantito dall’istituto della responsabilità solidale, che potrebbe essere migliorato stabilendo che anche le Pubbliche amministrazioni sono soggetti destinatari della norma.
Inoltre, per garantire effettivamente una selezione positiva nelle gare di appalto, Legacoop Servizi chiede di superare la logica, largamente prevalente, del massimo ribasso e di utilizzare invece, il criterio di aggiudicazione dell’offerta economicamente più vantaggiosa.
A patto che sia un utilizzo corretto e non come quello cui ha dato luogo la nuova formulazione contenuta nell’art. 286 del Regolamento attuativo del Codice dei contratti dove i punteggi attribuiti alla parte economica dell’offerta sono ricondotti allo scarto tra gli sconti sulla base d’asta anziché tra i corrispettivi offerti, trasformando di fatto l’aggiudicazione economicamente più vantaggiosa in procedura al massimo ribasso.
Sintesi intervento di Paolo Pennesi, Direttore Generale Attività ispettive Ministero del Lavoro
Le disposizioni normative esistenti sono sufficienti e strutturate. È stata predisposta una Circolare sugli appalti sottoposta ora alla firma del Ministro del lavoro. La dimensione del fenomeno è conosciuta, come la consapevolezza dei limiti degli organici. Il settore della cooperazione viene controllato attraverso l’attività di revisione e vigilanza; ma serve un intervento strutturato, e congiunto al lavoro pubblico, attraverso il monitoraggio preventivo, strutturato con terminali territoriali e provinciali per le verifiche, con osservatori mirati, orientati all’individuazione delle cooperative spurie, degli appalti non genuini, dei contratti non regolari.
Gli organi di vigilanza hanno rendicontato, nel 2009, 108 mila lavoratori irregolari, che risultano in crescita nel 2010. Il tema del lavoro nero è comunque all’attenzione del Ministero come il primo tra i fenomeni patologici da contenere: il 16 Febbraio si terrà un Convegno sul tema, prima tappa di un piano straordinario che sarà attivato nel corso di quest’anno.
Sintesi intervento di Alessandro Botto, Consigliere Avcp-Autorità di vigilanza sui contratti pubblici
Sono onorato di partecipare ad un incontro come questo, dove il lavoro svolto dalle Autorità di Vigilanza può confrontarsi con i tessuti vivi di produzione come il settore cooperativo dei servizi, ed insieme dare un contributo alla collettività nazionale. Assistiamo ad una inversione di tendenza. Il rispetto del principio di legalità non è un variabile indipendente e l’Autorità può svolgere un ruolo importante attraverso l’analisi e la funzione regolatoria delle determinazioni a valenza generale, indicazioni operative per districarsi nel mondo normativo che sommerge le attività imprenditoriali. Cito, ad esempio, i prossimi impegni dell’Autorità: trovare una determinazione atta a trovare un adeguato contemperamento tra criterio del prezzo e valutazione tecnica; determinare dei requisiti per la valutazione qualitativa delle imprese; trovare rimedio all’eccessiva frammentazione delle stazioni appaltanti. In ogni caso, per sconfiggere i comportamenti irregolari è fondamentale il gioco di squadra, creare reti di collaborazione tra mondo istituzionale, associativo, dei sindacati e delle imprese.
Sintesi intervento di Susanna Camusso, Segretario Generale CGIL
Voglio innanzitutto esprimere l’apprezzamento nei confronti di Legacoopservizi per aver scelto di mettere al centro del vostro dibattito il tema della legalità e delle regole. Un tema che appare sempre più derubricato in Italia dove assistiamo ad una crescita progressiva del lavoro irregolare e infiltrato in concomitanza e in conseguenza della diffusione del lavoro “povero”: in termini di ore contrattuali e di retribuzione.
Ad una crescita formale delle regolamentazione, delle norme sul lavoro, corrisponde in realtà una deregolamentazione effettiva su cui ha spazio d’azione la malavita che sempre più utilizza, come nuovi canali di ingresso, gli appalti e la mano d’opera irregolare. Una malavita organizzata che, come è noto, ha superato i tradizionali aree e settori di influenza: i fenomeni preoccupanti, denunciati in Lombardia per l’Expo 2015 e qui richiamati, sono solo la cartina di tornasole di un problema che è favorito dall’attuale sistema degli appalti. Fenomeni che, peraltro, trovano un terreno fertile nel quadro di alti livelli di corruzione e di evasione fiscale presenti e registrati nel nostro Paese.
Per invertire queste tendenze, come abbiamo cercato di sollecitare attraverso un’azione coordinata delle rappresentanze di settore della CGIL, è necessario imporre sanzioni più severe contro il caporalato (le multe minime di quasi 50 Euro non hanno, evidentemente, alcun effetto deterrente). Inoltre il corpo degli ispettori del lavoro di cui ci ha riferito il rappresentante del Ministero è troppo esiguo per esercitare la funzione di controllo necessaria a contrastare in modo incisivo il fenomeno, e abbiamo ragioni di temere, anzi, che possa subire ulteriori riduzioni di personale. Al contrario, è necessario scegliere di investire sugli strumenti di controllo e occorre cominciare ad esercitare un’azione efficace proprio a partire dalla Pubblica amministrazione che deve essere di esempio per il sistema Paese. E a questo proposito voglio richiamare l’esigenza di stabilizzazione di funzionari con compiti di ispettori del lavoro presso le Regioni, perché le attuali disponibilità sono evidentemente del tutto insufficienti.
C’è insomma un problema di assunzione di responsabilità da parte della Politica, del Governo, della amministrazione pubblica locale. A questo proposito voglio sottolineare che la tendenza progressiva ad esternalizzare i servizi di pubblica utilità deve essere gestita con molto maggior rigore definendo con chiarezza strumenti di controllo, ambiti e limiti. Sono infatti convinta che alcune attività debbano necessariamente rimanere in capo all’Ente pubblico che ne deve rispondere a pieno verso i cittadini.
Il tema della responsabilità si sviluppa parallelamente a quello della rappresentanza. La frammentazione della rappresentanza può tradursi in una scelta di comodo, da parte del committente, in particolare PA, che per questa via viene meno alle sua responsabilità. Contro queste derive riteniamo indispensabile riaffermare il valore e la funzione delle regole.
Queste riflessioni coinvolgono anche tutte le organizzazioni di rappresentanza che devono far chiarezza al proprio interno, sottoporsi a misurazione ed indicare i soggetti che possono e devono applicare le regole.
Prendo atto con interesse dell’annuncio fatto qui di una iniziativa pubblica del Ministero del Lavoro che si terrà il 16 febbraio per affrontare i nodi del problema del lavoro nero, benché non si possa dire ci sia stata comunicata con adeguata tempestività.
Sintesi delle conclusioni di Giuliano Poletti, Presidente Legacoop Desidero innanzitutto esprimere l’apprezzamento per il serio lavoro di analisi e proposte di Legacoop Servizi sul tema della legalità e delle regole. Voglio ringraziare tutti gli intervenuti e, fra gli altri, il Direttore Generale delle attività ispettive Ministero del Lavoro, dottor Pennesi, per il puntuale e interessante contributo che ha fatto il punto sulle attività ispettive, e in particolare, per l’iniziativa di predisporre e sottoporre alla firma del ministro una Circolare sulla materia degli appalti che chiarisce questioni che hanno riflessi importanti sui temi che dobbiamo affrontare: sicurezza, legalità, solidarietà.
E facendo riferimento ai compiti di attività ispettivi ed alle attuali difficoltà richiamate da Pennisi, credo che dobbiamo interrogarci su un punto che oggi riguarda tutte le organizzazioni che fanno parte del nuovo organismo di coordinamento permanente, l’Alleanza Cooperative Italiane. Abbiamo concordemente scelto di individuare nel Ministero dello Sviluppo Economico la sede istituzionale più consona a rappresentare le istanze delle imprese associate, ma il ruolo di attività ispettiva continua ad essere esercitato di fatto nell’ambito del Ministero del Lavoro. Ora è necessario individuare insieme una soluzione per questo problema.
Ciò premesso voglio affrontare con decisione il tema centrale del nostro dibattito: la legalità e le regole. Per mettere in pratica il nostro assunto non basta avere comportamenti corretti, rispettosi delle regole; bisogna combattere l’illegalità. Contrastare quindi l’illegalità, senza mezzi termini, significa che chi non rispetta le regole è fuori dall’organizzazione. Significa che dobbiamo impegnarci a collaborare con chi combatte l’illegalità. In questo senso il lavoro per una efficace attivazione degli osservatori sulla cooperazione costituiti sulla scorta del Protocollo siglato con le Centrali dell’Alleanza, con i sindacati e i ministeri del Lavoro e dello Sviluppo Economico, sono una priorità per tutti noi. Le cooperative che denunciano vessazioni saranno da noi sostenute per contrastare le difficoltà enormi che devono affrontare anche in termini di occupazione. Ma la scelta è essenziale non solo in termini etici e di reputazione -che peraltro è la ragione della esistenza delle cooperative- ma anche per la sopravvivenza stessa del nostro tessuto di imprese che sono sane e competitive su un mercato in cui valgono le regole e la legalità, ma che sarebbero destinate a soccombere qualora prevalessero l’illegalità e il lavoro nero. Certamente anche le istituzioni e i loro organismi di controllo devono fare la loro parte, ma questo non ci esime dal collaborare attivamente, dal fare la nostra parte senza delegare ad altri i nostri compiti.
Ci è stata annunciata qui oggi l’iniziativa del Ministero del lavoro di promuovere un confronto con le parti sociali sul tema del Lavoro Nero. Ne prendiamo atto con soddisfazione, ma auspichiamo che al centro della discussione vi siano anche le questini del dumping contrattuale e delle cooperative spurie, perché si tratta di due facce del problema strettamente interconnesse e su cui si gioca la reputazione, il ruolo sociale; in una parola, il futuro della cooperazione.
Un ringraziamento particolare va alla segretaria della CGIL, Susanna Camusso, per il suo contributo. Con la confederazione abbiamo molti terreni di collaborazione, ma ruoli di rappresentanza distinti. Sul tema che Camusso ha richiamato, riguardante la esternalizzazione dei servizi di pubblica utilità voglio sottolineare un punto. Occorre che da parte degli Enti locali vi sia un’accorta analisi dei costi e dei benefici dei servizi erogati e credo che sia sulla base di queste valutazioni economiche che si decida la esternalizzazione o meno. Tenendo però conto di due aspetti. Il primo è che la frantumazione dei contratti non giova alla economicità del servizio; il secondo è la funzione essenziale che la PA deve esercitare in termini di controllo e di effettiva applicazione delle regole sulle quali si misura l’efficienza dell’impresa.
Un’ultima considerazione sul tema della legalità. Credo che la scelta di dar vita ad un coordinamento permanente delle tre maggiori organizzazioni cooperative, superando forme di competizione, possa farci fare un passo avanti anche ai fini di collaborare per garantire alle imprese associate condizioni di mercato regolate e trasparenti che sono la condizione essenziale e irrinunciabile perché le cooperative possano svilupparsi creando occasioni di lavoro regolare, svolgendo a pieno la propria funzione sociale ed economica nell’interesse della società.
fonte: Legacoop