E’ Daniela Angher, presidente della cooperativa Fenix Pharma, la nuova coordinatrice dell’associazione di settore di Legacoop Lazio Produzione e Servizi. Ad annunciarlo è stato Mauro Iengo, presidente di Legacoop Lazio, insieme ad Andrea Laguardia, nuovo direttore dell’associazione di settore nazionale, durante l’Assemblea che si è tenuta il 28 novembre in Via Guattani 9 a Roma. Angher proviene da una intensa esperienza di impresa recuperata con il supporto di Legacoop Lazio e il finanziamento dei fondi mutualistici Coopfond e Cfi.
“Siamo rinati 11 anni fa come workers buyout a seguito di un licenziamento collettivo da parte di una multinazionale farmaceutica statunitense. Spero che nessuno di voi abbia mai provato l’esperienza del licenziamento ma è, soprattutto quando avviene in una fase avanzata dell’età lavorativa, un trauma, un momento drammatico che lascia un forte senso di smarrimento, frustrazione e fallimento” ha esordito Angher durante l’evento. Diritti e welfare al centro, dunque. Perché oggi Fenix Pharma è citata come cooperativa di successo ma lei non dimentica quanto vissuto insieme ai suoi colleghi durante la lunga parabola che da dipendenti della multinazionale li ha portati solo in seguito alla rinascita e a diventare un wbo cooperativo. “Abbiamo attraversato tante difficoltà. Ricordo i tanti contratti a progetto prima, quelli part time dopo e solo in seguito finalmente il contratto nazionale dei chimici per poi arrivare ad avere i ristorni e l’assicurazione integrativa: finalmente i servizi di welfare– ha ricordato-. E’ stata citata oggi proprio questa esigenza ed io ritengo sia importante rimettere l’esperienza umana al centro del lavoro e dell’azienda perché è questo che ci suggerisce il modello di una cooperativa”.
Sulla scorta dell’esperienza della Fenix Pharma, la nuova coordinatrice del comparto ha detto: “Il modello cooperativo deve essere rafforzato perché a partire dalle scuole fino ai libri universitari e persino nei libri di Economia viene spesso sottovalutato”. E in effetti la storia di Fenix Pharma conferma lo stereotipo: da multinazionale gli stessi manager poi risorti in cooperativa venivano tenuti maggiormente in considerazione rispetto a quando hanno scelto di dare vita a un workers buyout.
“Ci presentavamo semplicemente con una diversa denominazione sociale – ha ricordato- però il nostro interlocutore, la classe medica, le aziende sanitarie ospedaliere o sanitarie in generale, ci guardava con occhi diversi. Eppure dalla multinazionale alla cooperativa era cambiata soltanto la denominazione sociale. Ci abbiamo messo anni per fare in modo che ci dessero credito”.
Angher, inoltre, intende lavorare sul rafforzamento dello spirito di associazionismo nel settore. “Fa impressione pensare che la maggior parte delle aziende cooperative che opera nel comparto non senta l’esigenza di associarsi e unirsi alle altre cooperative. Come può non sentire l’esigenza di associarsi perché la cooperativa abbia maggior credito e forza? Il fatto che non avvenga significa tante cose ma anche che ci dobbiamo lavorare”.
Altra direzione da seguire in questi anni di lavoro a venire, ha spiegato, sarà quella della promozione della realizzazione di reti tra imprese cooperative, siano esse dello stesso settore che di altri comparti o di regioni diverse. “Anche perché credo molto nel modello cooperativo e ci credo perché lo ho vissuto. Lo ritengo un percorso valido perché unisce chi parte da zero o riparte da zero e aggrega tutti attorno alla aspirazione di fare qualcosa di grande: proprio come ha fatto la nostra Fenice che è risorta per tornare a volare” ha concluso.