EMERGENZA IDRICA, PAROLE CHIAVE: INNOVAZIONE E RICERCA

“Noi la definiamo emergenza perché tale è da considerare quanto agli effetti che produce ma la verità è che ci troviamo sempre di più di fronte un problema ordinario: le risorse idriche sono scarse oppure arrivano in eccesso a causa delle estremizzazioni climatiche. Per questo abbiamo bisogno di un approccio integrato tra le varie filiere. Prioritaria la cooperazione istituzionale e la collaborazione tra i diversi livelli amministrativi. Abbiamo infatti da gestire grandi complessità, dalle dinamiche nazionali ed europee fino alla necessaria micro-progettazione territoriale volta a conservare l’acqua piovana e a impedire la dispersione delle risorse idriche a causa delle perdite nei sistemi irrigui. Bisogna partire dalla conoscenza e dall’approfondimento scientifico per lavorare a un sistema agricolo più resistente. C’è molto da studiare e la presenza oggi dell’Università di Cassino è un ottimo segnale di collaborazione tra un ente intermedio come Legacoop Lazio, Legacoop Agroalimentare e una istituzione che ha come compito quello di avere una visione di proiezione verso il futuro. Ogni volta che facciamo un investimento e almeno per i prossimi 150 anni noi dobbiamo avere due parole in mente: capacità di adattamento. Perché oggi stiamo raccogliendo i frutti delle emissioni di CO2 iniziate con la rivoluzione industriale e occorreranno più generazioni per far rientrare l’emergenza climatica”.

Lo ha detto Cristian Maretti, presidente di Legacoop Agroalimentare, intervenendo durante l’evento: “Emergenza idrica: un percorso comune per il sistema rurale e le agricolture. Cooperazione e ricerca player necessari per vincere la sfida”. Organizzato da Legacoop Lazio presso la sede di Palazzo Caetani a Fondi, è stato realizzato con il patrocinio dell’Università di Cassino e del Lazio meridionale ed ha messo al centro del dibattito un tema divenuto sempre più urgente soprattutto dopo l’alluvione che ha travolto l’Emilia Romagna, causando diverse vittime oltre che 9 miliardi di danni. Fortemente insidiosi, poi, problemi fortemente sottovalutati come la salinizzazione dei terreni in zone come l’Agro Pontino o lo spreco delle risorse idriche.

“Per questo ora è fondamentale che l’innovazione tecnologica e sociale entrino prepotentemente nel settore dell’agroalimentare e dell’acquacoltura, soprattutto all’alba di quella che sarà la stagione smart della Politica Agricola Comunitaria – ha dichiarato Daniele Bruno Del Monaco, responsabile del settore Agroalimentare di Legacoop Lazio -. Per il periodo 2023-2027, infatti, la PAC si fonda su dieci obiettivi chiave, tra i quali la “la promozione delle conoscenze e dell’innovazione”, puntando fortemente sull’Agricultrual Knowledge Innovation System – ha continuato-. Questo incontro rappresenta un ulteriore passaggio nell’importante percorso volto a modernizzare l’agricoltura e le zone rurali promuovendo e condividendo le conoscenze, l’innovazione e la digitalizzazione e incoraggiandone l’applicazione da parte degli agricoltori attraverso un migliore accesso alla ricerca, all’innovazione, allo scambio di conoscenze e alla formazione”.

“Cooperative come San Lidano sono da sempre state molto ricettive sul tema. Così sono nati progetti di sostenibilità come quelli realizzati con l’Università di Cassino sull’acqua o come quelli avviati in precedenza insieme a Crea ed Enea, con il supporto di Legacoop – ha dichiarato Giulio Benvenuti, Direttore qualità della San Lidano Group srl-. L’unico limite sta nel fatto che per impattare il più possibile sui territori è auspicabile che questi interventi assumano un respiro più ampio e che vengano realizzati su larga scala”. Il tema, però, rimane tra le priorità da affrontare, soprattutto in territori come l’Agro Pontino. “La perdita di qualità dell’acqua nel sottosuolo a causa di infiltrazione salina nelle falde è un problema molto serio. Se i terreni si salinizzano il terreno ci metterà degli anni prima che vengano ripristinate le condizioni di neutralità salina necessarie. Abbiamo bisogno di implementare tecniche agronomiche innovative”. Intanto, però, si ritorna alla tradizione: utile applicare le antiche tecniche del sovescio per contrastare l’impoverimento dei terreni così come quella della rotazione delle colture.

Durante l’evento, coordinato da Daniele Bruno Del Monaco, sono intervenuti: Mauro Iengo, presidente di Legacoop Lazio; Enrica Iannucci, Direttore del DIpartimento di Economia e Giurisprudenza Università di Cassino e del Lazio Meridionale; Nicola Bonora, Direttore del Dipartimento di Ingegneria civile e Meccanica Università di Cassino e del Lazio Meridionale; l’on. Salvatore De Meo, presidente Commissione Affari Costituzionali del Parlamento europeo; On. Daniela Rondinella, Deputata al Parlamento Europeo; Presidente CCIAA Frosinone Latina; Arceo Perfili, Presidente CIA Lazio; Gioia Gibelli, Presidente Associazione Casa dell’Agricoltura; Marco Gianni, Ordine degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati del Lazio; Claudio Di Giovannantonio, Direttore ARSIAL; Andrea Di Vecchia, Opionin leader CNR IBE; Angelo Leopardi, Docente di Idraulica Università di Cassino e del Lazio Meridionale; Carlo Russo, Docente di Economia ed estimo rurale Università di Cassino e del Lazio Meridionale; Matteo Salvadori Network Re. La. Te; Marco Dell’Isola, Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale; Cristian Maretti Presidente di Legacoop Agroalimentare. Hanno partecipato: Sara Guidelli, Direttore Legacoop Nazionale Agroalimentare; Lucia Di Donato, Direttore Legacoop Lazio; Bernardino Quattrociocchi Presidente MOF; Cristoforo Soprano Associazione Bottom Up per le politiche del Mediterraneo; Giuseppe Napoletano Agrosoluzioni, Tullio Fabrizio 66coop; Jacopo Granieri Associazione Or.t.I.c.a.; Riccardo Ciucci Associazione Revgreen.