DOSSIER, COSI’ I LAVORATORI POTRANNO SALVARE LE AZIENDE IN CRISI. PIU’ FACILE L’ACCESSO AGLI 8 MILIONI DELLA REGIONE LAZIO

Su Dossier, spazio di approfondimento di Roma Today, la giornalista Giada Valdannini intervista Mauro Iengo, presidente di Legacoop Lazio, sul Fondo agevolato a tasso zero della Regione per sostenere i workers buyout ovvero le imprese in crisi rigenerate dai lavoratori grazie alla creazione di una cooperativa; oltre a raccontare la storia del wbo più longevo del Lazio, quella della cooperativa C.C.M.S. Cooperativa Costruzioni Montaggi e Servizi di Civitavecchia.
“I motivi del mancato utilizzo sino ad ora del Fondo sono vari. Sicuramente c’è stato il periodo Covid che non ha aiutato. Inoltre, c’erano vincoli piuttosto forti previsti dalla legge regionale e queste risorse potevano essere utilizzate soltanto a seguito della conclamata crisi di una impresa privata. In sostanza, una volta che l’impresa fosse entrata in una procedura fallimentare, allora lì si avviava il processo di costituzione del workers buyot e dunque la costituzione della cooperativa e la conseguente possibilità di attingere alle risorse. In questo quadro, Legacoop Lazio di recente ha chiesto e ottenuto che il Fondo agevolato da 8 milioni fosse aperto a una platea più vasta di potenziali beneficiari” dice Mauro Iengo, presidente Legacoop Lazio che spiega anche quali siano le novità.
“Diciamo che le novità sono due. La prima è quella di poter ricorrere al Fondo anche in caso di passaggio intergenerazionale perché molte aziende chiudono poiché il proprietario non ha eredi e non sa a chi affidare le redini dell’attività (….). “In campo, c’è l’opzione di ricorrere allo strumento del WBO anche durante le procedure di composizione negoziata della crisi. Di cosa si tratta? Di un istituto introdotto dal Codice della crisi, nel 2019, e che consente all’impresa in difficoltà di rivolgersi alla Camera di Commercio (del luogo in cui ha sede legale) e attivare questa procedura – che si chiama, appunto, composizione negoziale della crisi. In tal caso, è la Camera di Commercio stessa a nominare un cosiddetto esperto che mette intorno a un tavolo l’impresa in difficoltà e i suoi creditori. Se la composizione non ha esito positivo, allora si aprono le porte delle procedure fallimentari. Per Iengo di Legacoop Lazio “Avere questo alert da parte delle Camere di Commercio, ossia la segnalazione della condizione di crisi e del fatto che la cooperativa non raggiunga una composizione positiva, è un input importante affinché l’azienda si possa aprire all’avvio della procedura del wbo”.

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