“Da tempo si fa un gran parlare dell’adeguamento delle licenze taxi della Capitale alla domanda crescente di mobilità, che ha più sfaccettature: rafforzamento delle politiche della mobilità pubblica con conseguente aumento della velocità commerciale, adeguamento dell’offerta di licenze taxi, flessibilità totale dei turni di servizi, numero unico di chiamata taxi, utilizzo delle doppie guide nei periodi di alta stagione, misure tutte che si muovono all’interno del concetto di servizio pubblico”.
“Pensare ad una tariffa che viene determinata in base alla domanda e all’offerta pone il servizio taxi al di fuori del servizio pubblico. E’ come dire che ATAC determina il prezzo del biglietto in funzione della domanda e dell’offerta. Misura che va contro gli interessi dell’utenza e nel caso dei taxi anche degli stessi operatori”.
“E’ evidente che le logiche di profitto proposte da alcune piattaforme sono l’antitesi dell’interesse pubblico e fa pensare che personaggi che da anni gravitano nel settore non si accorgano di questa distopia, a meno che dietro non ci siano altri interessi e diversi dal ruolo di servizio pubblico dei taxi”.
E’ quanto affermano in una nota congiunta le segreterie di:
AGCI LAZIO, ATAPL CLAAI TAXI, ATI TAXI, CNA TAXI ROMA, CONFCOOPERATIVE ROMA TRASPORTO PERSONE, FAST CONFSAL TAXI LAZIO, FEDERTAXI CISAL LAZIO. LEGACOOP LAZIO, SUL TAXI LAZIO, UGL TAXI LAZIO, URITAXI LAZIO, UTI LAZIO.