Innovazione, sperimentazione, co-programmazione e partecipazione attiva della rete territoriale nella progettazione dei servizi sociali al fine di raggiungere una piena integrazione socio-sanitaria nel Lazio. Sono questi i punti essenziali del nuovo Piano sociale regionale 2025-2027 che sono stati maggiormente apprezzati da Legacoopsociali Lazio ma accompagnati da una richiesta chiara: inserire una sezione esplicita sul ruolo delle cooperative sociali.
L’associazione di settore che riunisce le sole cooperative sociali nella regione ha accolto positivamente le strategie elaborate all’interno del Piano.
Le cooperative sociali, essenziali per l’attuazione del Piano, chiedono un maggiore riconoscimento. Oltre a gestire una parte significativa dei servizi sociali regionali, il loro contributo è fondamentale per superare la visione della salute come mera assistenza sanitaria e garantire un approccio che tenga conto anche dei bisogni psicologici, sociali ed educativi.
“Manca un piano chiaro per tradurre in azioni concrete elementi chiave come l’integrazione, il dialogo e la collaborazione – ha continuato-. E questa è senz’altro una traiettoria da correggere perché oggi non basta garantire l’accesso a uno o più servizi come l’assistenza domiciliare o gli interventi sanitari e sociosanitari ma occorre andare oltre l’idea della persona come semplice destinataria di cure o assistenza”.
Le politiche delineate nel Piano potrebbero pertanto essere suscettibili di miglioramenti attraverso un coinvolgimento diretto delle cooperative e una piena valorizzazione della loro esperienza.
Gestendo di fatto una parte consistente dei servizi sociali nella regione, le cooperative sociali sono essenziali per rendere il Piano efficace e operativo: per questo Legacoopsociali Lazio chiede che una sezione venga dedicata esplicitamente alla cooperazione sociale e al ruolo che svolge da sempre sul territorio e in tutta Italia.
“Il Piano fa riferimento all’intenzione della Regione di promuovere, nei prossimi anni, la costituzione di consorzi per la gestione associata dei servizi sociali nell’ambito dei distretti sociosanitari. Prevede l’evoluzione delle vecchie Case della salute in Case di comunità come punti di integrazione tra i diversi servizi sanitari distrettuali ed aziendali – ha commentato Vettigli-. Chiediamo che il documento specifichi nel dettaglio le modalità di coinvolgimento degli attori che contribuiscono in modo determinate all’erogazione dei servizi sul territorio, nonché il ruolo della cooperazione in entrambi questi processi”.
La richiesta di Legacoopsociali Lazio è netta: un riconoscimento formale della cooperazione sociale all’interno del Piano con indicazioni precise sul suo ruolo nei servizi sociosanitari e territoriali. Un passo essenziale per rendere il documento davvero efficace e aderente alla realtà del welfare laziale.
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