ACCORDO TRA LEGACOOP E RANDSTAD PER IL LAVORO

Nel Lazio per le imprese cooperative è emergenza risorse umane: a denunciarlo è Legacoop. Mancano diverse figure professionali e l’assenza di nuovi soci lavoratori e di ricambio generazionale incombe sul futuro delle società. In tutta la regione Lazio è un problema che riguarda in particolare quasi duemila cooperative sociali e più di 500 agricole ma che non risparmia nemmeno i servizi e le oltre diecimila micro e piccole imprese cooperative laziali attive nei vari comparti.

Manodopera a bassa e ad alta specializzazione risulta infatti introvabile soprattutto per le cooperative che operano nell’agroalimentare ma anche in alcuni dei servizi socioassistenziali e sociosanitari. Nel primo caso, la ridotta disponibilità dei lavoratori causa ripercussioni sulla gestione delle colture e degli allevamenti e sulla produzione, accelerando il fenomeno dell’abbandono dei terreni e la chiusura delle aziende. Nel secondo, produce difficoltà nell’assistenza di soggetti fragili e di una popolazione in costante invecchiamento. Per le imprese cooperative associate a Legacoop, la preoccupazione per la carenza di lavoratori e per il ricambio generazionale supera di sei punti percentuali quella per l’aumento dei costi energetici (33%) (dati Ipsos/Area studi Legacoop).

“Non è un tema che si possa affrontare con soluzioni estemporanee – ha chiarito Mauro Iengo, presidente di Legacoop Lazio-. Per questo Legacoop per le sue associate ha avviato un accordo con Randstad, presentato ieri nel Lazio, per sostenere e sviluppare attività di ricerca, selezione, formazione di personale anche fuori dai paesi dell’Ue da avviare al lavoro presso le imprese cooperative con contratti di somministrazione a tempo determinato e indeterminato, di permanent placement, apprendistato e tirocinio”. Nel quadro si inseriranno poi una serie di azioni volte a rafforzare le competenze dei lavoratori: dai droni in agricoltura alla robotizzazione nei servizi fino alla telemedicina e all’AI applicata ai servizi socioassistenziali, il capitale umano dovrà sempre più specializzarsi mentre i vari comparti introdurranno le nuove tecnologie in tutti gli ambiti produttivi e di lavoro.

“Per questo Legacoop Lazio ha avviato una serie di iniziative volte a rafforzare le capacità delle micro e piccole imprese cooperative di investire in nuove tecnologie e AI, con particolare attenzione alla salvaguardia dei livelli di occupazione e alla necessaria formazione continua dei lavoratori, anche attraverso PICO, l’Hub cooperativo per l’innovazione e la digitalizzazione di Legacoop” ha concluso Iengo.

Un intento che nel Lazio si rafforza anche con il bando Sostegno alle imprese cooperative della Regione che mette a disposizione due milioni di euro per innovazione tecnologica, digitalizzazione, sostenibilità, economia circolare e formazione. Tutto questo a favore di una cooperazione che trova un riconoscimento anche nella nuova legge regionale sulla cooperazione sociale in cui si punta sul rafforzamento delle capacità delle cooperative di tipo B di assumere soggetti in condizione di svantaggio nel Lazio: obiettivo fondamentale in cui la cooperazione ha da sempre creduto fortemente.

“Noi di Legacoop Lazio, inoltre, ci stiamo dotando di un sistema di rilevazione e analisi sia dei fabbisogni lavorativi che delle professionalità di cui necessitano nostre cooperative. Lo stiamo facendo in via sperimentale su 2 settori, l’agroalimentare e il sociale, ma prevediamo di estenderlo anche ad altri settori” ha commentato Lucia Di Donato, direttrice di Legacoop Lazio. Ciò consentirà all’associazione datoriale di avere evidenza dell’eventuale mismatch; acquisire un quadro prospettico del modo in cui le professioni nei diversi settori cambiano, di programmare e concertare con una serie di attori che incidono sul processo di riqualificazione e di generazione di nuovi profili professionali, e di immaginare piani di intervento e reclutamento.