Roma, 16 giugno 2011 – «Sono numeri che non corrispondono alla realtà quelli emersi dalla relazione annuale del presidente AVCP (Autorità Vigilanza Contratti Pubblici) Giuseppe Brienza. Bisognerebbe essere molto più attenti con le cifre». È questo il commento di Paola Menetti, presidente di Legacoopsociali, Giuseppe Guerini, presidente Federsolidarietà – Confcooperative, ed Eugenio De Crescenzo, presidente di AGCI Solidiarietà.
«Siamo fortemente stupefatti – dicono i tre presidenti – nel vedere compresi, tra le pratiche distorsive del mercato e di raggiro delle norme sulla concorrenza, gli affidamenti a cooperative sociali di inserimento lavorativo effettuati in applicazione dell’art. 5 della legge 381 del 1991: una legge dello Stato e non una procedura illegittima».
«Tali affidamenti – aggiungono Guerini, Menetti e Crescenzo– consoliderebbero un ammontare pari a 5,1 miliardi di euro. Si tratta di una affermazione che non ha fondamento alcuno nella realtà, dato che l’intero ammontare del fatturato delle cooperative sociali di inserimento lavorativo è, come certificato dai bilanci, largamente inferiore a questa cifra. Peraltro, solo una parte minoritaria di esso deriva da affidamenti in applicazione dell’art. 5 della legge 381 del 1991».
«L’art. 5 della legge 381 è norma dello Stato ed è finalizzata alla promozione dell’inserimento al lavoro delle persone svantaggiate (disabili, persone con problemi di salute mentale, tossicodipendenti ed alcolisti, detenuti). Mentre ribadiamo con convinzione che certamente anche l’applicazione di questa norma di legge debba essere ancorata a principi di massima correttezza e trasparenza, con altrettanta forza – continuano i presidenti – vogliamo chiarire che alimentare qualsiasi confusione e sovrapposizione tra questa realtà e le pratiche che distorcono il mercato e che raggirano le norme sulla concorrenza rischia nei fatti di determinare l’impossibilità di dare continuità ad un percorso che, negli ultimi 20 anni, ha reso possibile il passaggio di migliaia di persone dall’assistenza all’autonomia personale ed anche alla produzione di valore economico e sociale per la comunità e per l’Italia intera».
fonte: Legacoop