Roma, 20 luglio 2011 – Una valutazione luci e ombre sulla manovra, la necessità della riforma elettorale e dello spirito bipartisan, la Grecia come modello da evitare, le “geometrie” nelle relazioni industriali, la politica energetica, lo stato di salute delle cooperative. Questi tra i temi principali contenuti nella relazione di Luigi Marino, portavoce dell’Alleanza delle Cooperative Italiane (Agci, Confcooperative, Legacoop) affrontati nel corso della prima riunione della Consulta, organo del Coordinamento delle centrali cooperative, svoltasi questa mattina a Roma presso la sede di Legacoop Nazionale.
Manovra finanziaria: luci e ombre
«Con i suoi 41 articoli e 425 commi – dice Marino – la manovra finanziaria presenta luci e ombre: Le luci: 1) l’introduzione (dal 2013) del metodo dei fabbisogni standard dei Ministeri; 2 )l’election day più volte invocata; 3) l’esclusione dai tagli di scuola, università e ricerca; 4) l’incentivo fiscale a giovani imprenditori e professionisti; 5) l’estensione al 2012 della detassazione e decontribuzione sul salario di produttività; 6) alcuni correttivi fiscali per le imprese agricole. Le ombre: 1) l’imbrigliamento degli Enti locali sui ritardati pagamenti della PA, soprattutto a partire dal 2013, quando scatterà la direttiva comunitaria sui termini di pagamento; 2) la penalizzazione del ceto medio su risparmi e pensioni: deprimere il ceto medio può innescare dinamiche opposte allo sviluppo; 3) si doveva fare di più sui costi della politica e sull’anticipazione dei nuovi tetti fissati per l’età pensionabile».
Debito: non siamo la Grecia, ma occhio ai passi falsi
«Il dramma della Grecia offre molte lezioni. Noi – dichiara Marino – stiamo meglio perché abbiamo una base industriale importante, una struttura patrimoniale privata solida e sono valide le scelte fatte dal Governo. La principale lezione della Grecia è che non possiamo permetterci passi falsi. Non dobbiamo dimenticare che rispetto alla Germania per ogni 100 miliardi di debito, ne paghiamo circa 3 in più d’interessi. Occorre lavorare per ridurre questa differenza».
Cooperative: bene l’occupazione, male i conti economici
«Non si è mai arrestata la crescita dell’occupazione: +3% nel 2010. È progressivamente diminuita la redditività. Nella divaricazione fra occupazione che cresce e accumulazione che cala ci sono la gloria e la debolezza della cooperazione. La gloria della sua funzione sociale: un utile in meno un occupato in più. La debolezza del problema irrisolto della sottocapitalizzazione. Da qui la sfida centrale del nuovo decennio: lavorare su capitale e credito senza contraddire l’autenticità e la funzione sociale.
Legge elettorale e spirito bipartisan
«Le scelte vitali per l’Italia devono essere condivise e – continua il portavoce dell’Alleanza delle Cooperative Italiane – sostenute nel tempo. Rilanciare la produttività; elevare la qualità dell’istruzione dagli ultimi ai primi posti nell’OCSE; ridurre l’evasione fiscale a livelli fisiologici; portare ai migliori livelli europei l’occupazione femminile e giovanile; accelerare i tempi della giustizia, sono compiti che nessuno può completare in una sola legislatura. Ci vuole una responsabilità bipartisan che consenta all’Italia di seguire una strada maestra concordata lungo più legislature. Per usare le parole del Capo dello Stato, è necessario “uno sforzo convergente”. Risulta vitale una riforma elettorale che ripristini la centralità del Parlamento, restituisca sovranità agli elettori e consenta ai governi non solo di durare 5 anni, ma di riuscire a governare».
Relazioni sindacali
«L’accordo del 28 giugno tra Confindustria e Cgil – Cisl – Uil conferma – sostiene Marino – che è in ripresa lo spirito di coesione e di responsabilità delle parti sociali. Rafforza la prospettiva avviata nell’accordo del gennaio 2009 che registrava l’assenza della Cgil. Vanno migliorati i metodi che rischiano di riprodurre i vecchi limiti delle intese raggiunte solo tra Confindustria e sindacati. Nel merito, il riferimento ai soli contratti aziendali per il 2° livello, dovremo integrarlo con il riferimento a contratti territoriali e di filiera».
Energia
«Dopo Fukushima, l’Italia ha rifiutato nuovamente la prospettiva del nucleare. La nostra vicenda energetica – conclude Marino – rischia di essere simile al debito pubblico accumulato negli anni. La nostra economia sconta una limitata competitività dovuta anche agli alti costi dell’energia. Il movimento cooperativo può contribuire a decisioni giuste. Possiamo fare di più per le tre sfide che oggi sono diventate inesorabili per l’Italia. Quelle dell’efficienza energetica, del risparmio energetico, dello sviluppo tecnologico e produttivo delle energie da fonti rinnovabili. Su queste tre strategie decisive per l’Italia le cooperative sono già in campo».
fonte: Legacoop