A fronte delle distorsioni scatenate più o meno a arte dalla sentenza di condanna ai danni di Esselunga del Tribunale di Milano, Coop precisa che la suddetta sentenza non ha nulla a che fare con la pretesa di mettere al rogo i libri, anche se falsi e diffamatori e né Coop si è mai espressa in tal senso.
La sentenza del Tribunale di Milano accoglie invece la domanda di Coop Italia che ha accusato Esselunga e il suo proprietario di aver agito contro un concorrente diffondendo, attraverso un libro, giudizi ed immagini denigratorie della sua attività commerciale. Ovvero la sentenza non ha a che fare con la libertà di critica, ma riguarda il divieto di denigrare l’attività e il buon nome di un concorrente. A fronte di ciò il Tribunale di Milano ha ordinato il ritiro del libro e il divieto di diffusione del suo contenuto, oltre alla sanzione pecuniaria.
fonte: Legacoop