Roma, 18 aprile 2012 – Negli ultimi tre anni le cooperative di servizi hanno mantenuto pressoché invariato il livello complessivo di occupazione (saldo tra una crescita di addetti nelle cooperative più grandi di alcuni settori ed una contrazione in quelle medio-piccole), difendendo sia la quantità che la qualità del lavoro, come dimostra l’altissima percentuale di contratti a tempo indeterminato, a scapito della redditività. Hanno insomma continuato a rendere concreti i principi della solidarietà ed a scommettere sulla persona e sul valore del lavoro, dando un contributo alla coesione sociale; ma non potranno continuare così ancora a lungo, pena il mettere a rischio la solidità dell’impresa e, di conseguenza, la stabilità dell’occupazione.
Lo ha sottolineato Ferdinando Palanti, Presidente di Legacoop Servizi, riferendosi ai risultati di un’indagine effettuata su un campione significativo di cooperative aderenti, presentata nel corso dell’Assemblea annuale dell’associazione. Assemblea che, quest’anno, è stata dedicata al tema di maggiore attualità nel nostro paese e non solo: il lavoro. E a proposito dell’acceso dibattito che sta accompagnando la riforma, Palanti ha affermato che “la riforma andava fatta” e che “nelle condizioni date e con le poche risorse disponibili, quello trovato è forse il miglior compromesso possibile; adesso ci auguriamo che si arrivi presto all’approvazione del testo senza stravolgimenti, magari con qualche modifica di quelle rigidità immotivatamente introdotte in alcune tipologie contrattuali, e ci si possa dedicare finalmente alle misure di crescita e di rilancio dell’economia per dare una risposta alla crescente domanda di lavoro e di sicurezza”.
Ma la riforma del mercato del lavoro è solo un tassello di un cambiamento più complessivo, culturale e normativo, necessario ad uno sviluppo del settore dei servizi, e specialmente del cosiddetto “terziario non distributivo”, dove operano molte cooperative e nel quale, ha sottolineato Palanti, “esistono ancora spazi notevoli di crescita, di miglioramento dell’efficienza, di innovazione di processo e di prodotto che possono dare una risposta occupazionale numericamente molto importante”. “Affinché le nostre cooperative possano proseguire sulla strada dello sviluppo” -ha aggiunto- “e il settore del terziario non distributivo possa continuare a creare posti di lavoro rilevanti per numero e per qualità, vanno affrontati alcuni nodi e ricreate nel Paese le condizioni per favorire lo sviluppo di un’imprenditoria dei servizi sana, rispettosa delle regole e dell’ambiente e socialmente responsabile”.
Sono intervenuti al dibattito sul “valore del lavoro ai tempi della crisi”, introdotto e coordinato da Marco Panara, curatore del supplemento Affari e Finanza de “La Repubblica”: Carlo Dell’Aringa, professore ordinario economia politica Università Cattolica di Milano, Furio Camillo Rosati, funzionario internazionale Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) e Giuliano Poletti, presidente Legacoop.
Sintesi intervento Giuliano Poletti, Presidente Legacoop
“Le cooperative hanno retto l’impatto della crisi a scapito della produttività, ma l’attività non può continuare senza margini” -ha affermato Poletti– “è necessario poter accumulare risorse per poter fare investimenti per lo sviluppo. L’iniqua distribuzione del reddito, ha sottolineato, è un problema sociale ed economico che limita la crescita potenziale del Paese. “Le politiche dovrebbero essere orientate a diminuire le distorsioni” -ha aggiunto- “ad esempio attraverso un prelievo fiscale equilibrato e mettendo in movimento il sistema economico utilizzando la ricchezza immobile e strumenti finanziari agibili per investire nell’impresa e scardinare i meccanismi che frenano la possibilità della crescita. Inoltre, ha proseguito, è necessario promuovere la formazione utile alle nuove esigenze del mercato ed eliminare impedimenti burocratici per liberare opportunità, studiare e prevedere nuovi campi di sviluppo ed unire le competenze per attività multi servizio come nel caso delle Cooperative tra professionisti. Poletti ha concluso informando che è stato raggiunto un accordo tra l’Alleanza delle Cooperative Italiane e le altre organizzazioni imprenditoriali per presentare insieme un pacchetto di emendamenti alla riforma del mercato del lavoro che permette di sottolineare alcune questioni che riguardano il settore cooperativo, oltre all’incontro con il Ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera per discutere sui debiti della Pubblica Amministrazione verso le imprese.
Sintesi intervento Ferdinando Palanti, Presidente Legacoop Servizi
Promuovere la cultura dell’economia dei servizi ed in particolare del terziario non distributivo
Il settore del terziario non distributivo, almeno quello delle attività merceologiche in cui operano le cooperative aderenti a Legacoop Servizi, soffre di una evidente sottovalutazione relativamente al proprio peso economico e sociale nella realtà Italiana. “Invece” -ha detto Palanti- “è anche puntando sullo sviluppo ordinato e regolato del settore dei servizi che il nostro Paese potrà vincere la sfida della modernizzazione e della competitività. Ma è difficile che ciò accada se nel Paese permane l’attuale atteggiamento di scarsa considerazione verso le potenzialità del settore. È perciò necessario recuperare questo grave gap culturale che ci differenzia da realtà di altri Paesi a noi simili e con i quali dobbiamo confrontarci nella competizione internazionale”.
Varare una politica di incentivi alla crescita dimensionale e qualitativa delle imprese del settore
Occorre aiutare le piccole imprese a crescere, direttamente o con politiche di rete o di gruppo. “Noi” -ha sottolineato Palanti- “abbiamo da sempre cercato di promuovere la crescita e la aggregazione delle cooperative aderenti, confortati dall’evidenza di performance aziendali che migliorano proporzionalmente alle dimensioni dell’impresa. Senza dimenticare che l’eccessiva frammentazione delle imprese, oltre a rendere più difficili gli investimenti in innovazione, rende più difficile il controllo delle anomalie di un mercato esposto a pratiche illegali ed irregolari”.
Praticare un contrasto vero e mirato alla illegalità ed alla irregolarità
“Se in generale l’irregolarità nel nostro Paese sfiora il 20%” -ha ricordato il Presidente di Legacoop Servizi- “in alcuni settori dove operano le nostre cooperative arriva fino al 30%, al netto di fenomeni come quello delle tipologie contrattuali impropriamente usate, del dumping contrattuale, del fenomeno della cosiddetta cooperazione spuria, le cooperative fasulle che tradiscono lo spirito cooperativo e provocano gravissimi danni all’economia ed all’immagine della cooperazione. “Diamo atto della difficoltà che gli organismi statali di controllo hanno ad operare in un settore così frammentato e ‘sfuggente’, ma è necessario fare di più. Perché non pensare di mirare meglio i controlli, indirizzandoli verso settori e tipologie d’imprese più a rischio, incrociando le banche dati a disposizione, prevedendo sanzioni non solo economiche, ma anche interdittive della possibilità di partecipare ad appalti pubblici e privati, magari creando un sorta di rating sulla legalità e sulla regolarità delle imprese?”.
Ridurre gli oneri fiscali sul costo del lavoro
La situazione della finanza pubblica rende difficile ipotizzare un intervento di riduzione del costo del lavoro. “Gli ultimi provvedimenti del Governo che allargano gli ammortizzatori sociali ed in particolare l’introduzione dell’ASPI” -ha sottolineato Palanti- “produrranno anzi, per alcune tipologie di nostre cooperative, un aumento non indifferente del costo del lavoro; tuttavia non può essere rinviato ulteriormente un intervento di riduzione della tassazione sul lavoro sia per le imprese che per i lavoratori”. “Ci sembra quindi indispensabile ed urgente” -ha aggiunto- “intervenire alleggerendo la pressione fiscale sui redditi da lavoro, a cominciare dai salari più bassi, e incidendo ancora più decisamente di quanto finora fatto sulla riduzione dell’Irap”.
Attuare una vera e profonda riforma della spesa pubblica
“Per liberare risorse da investire e sviluppare l’economia” -ha detto Palanti- “bisogna ridurre la spesa corrente; attuare economie di scala; accorpare, se non gli enti locali, almeno le funzioni ed i servizi a loro deputati; verificare, tramite vere gare d’appalto, l’economicità dei servizi, anche quelli di interesse pubblico, erogati dagli enti locali direttamente o tramite società di loro emanazione; estendere la riforma del lavoro ai dipendenti pubblici”.
Risolvere definitivamente lo scandalo dei ritardi di pagamento delle pubbliche amministrazioni
Infine, la necessità di trovare una soluzione rapida e definitiva alla scandalosa situazione del ritardo dei pagamenti da parte degli Enti Pubblici. “È semplicemente indegno” –ha affermato Palanti- “che uno tra i sette Paesi più industrializzati al mondo abbia una Pubblica Amministrazione che paga i propri fornitori mediamente a 180 gg. (270 per i debiti del sistema sanitario vantato dalle nostre cooperative) ed abbia accumulato negli anni un debito di circa 100 miliardi di euro per ritardati pagamenti”. Queste imprese, oltre a subire come tutte le altre una pressione fiscale insostenibile, devono accollarsi i costi di un prestito forzoso allo Stato che le sta letteralmente mettendo in ginocchio. Per giunta sono costrette sopportare da anni promesse di risoluzione del problema, mai mantenute. “Aspettiamo di vedere nel dettaglio” -ha concluso Palanti- “come si articola l’ultima proposta avanzata dal Ministro Passera: non vorremmo fosse come la precedente, quella sui pagamenti tramite titoli di stato, impraticabile ed inattuata”.
fonte: Legacoop.
Potete leggere una sintesi dell’ indagine sul sito di Legacoop.