Da pochi mesi ha iniziato a operare in Italia una realtà farmaceutica nuova che prende il nome di Fenix Pharma. La storia di questa giovane società ci ha molto incuriosito perché è un misto di imprenditorialità, fantasia e coraggio, e abbiamo pensato di raccontarla rivolgendo qualche domanda a Salvatore Manfredi, direttore generale dell’azienda.Come vi è venuta l’idea di far nascere Fenix Pharma?L’idea nasce nell’aprile del 2011 dopo l’annuncio di Warner Chilcott della cessazione di tutte le attività commerciali in Europa, con il licenziamento di circa 550 persone di cui oltre 160 in Italia. Appena un anno e mezzo prima, Warner Chilcott (WC) aveva rilevato la divisione farmaceutica di Procter & Gamble. Le persone messe in mobilità avevano sviluppato una solida professionalità nel mercato farmaceutico, principalmente nel settore delle patologie osteoarticolari, generando un solido business. Quando si è diffusa la notizia della chiusura dell’azienda, 5 ex-manager WC si sono posti alcune domande: come evitare di disperdere tali professionalità? Come costruirci un futuro diverso rispetto alle logiche del profitto esasperato? Come costruire una azienda in cui le persone sono protagoniste principali e non semplici numeri? E’così che nasce l’idea di Fenix Pharma, la prima Società Cooperativa per Azioni nel mercato farmaceutico italiano, che è riuscita a riaggregare 40 ex-lavoratori di WC, tutti soci della Cooperativa. La forma societaria scelta è una forma partecipativa per cui ognuno è protagonista del proprio e del futuro degli altri soci. Tutto ciò che riusciremo a fare sarà per noi stessi e per il nostro futuro, non per pochi soci di capitale.
Qual è la vostra provenienza?
Tutti i soci provengono da WC, dai reparti Sales e Marketing. La possibile soluzione alternativa era la ricollocazione sul mercato. Ma in un mercato in cui le aziende protagoniste da anni sono impegnate nella riduzione dei costi attraverso la riduzione delle forze di vendita, non era una soluzione facilmente percorribile considerando anche che molte delle persone in mobilità si trovavano nella fascia critica di età dei 40-50 anni, di difficile ricollocazione. Per cui ci si è posti di fronte ad una scelta: aspettare o assumerci dei rischi, seppur in un momento poco favorevole del mercato? La scelta è che ora siamo qui, consapevoli dei rischi e delle difficoltà che dobbiamo affrontare, ma con la convinzione che, con i presupposti che ci siamo dati, ovvero una azienda di “persone per le persone”, riusciremo a raggiungere i nostri obiettivi.
Cosa serve per far nascere un’azienda farmaceutica, dal punto di vista organizzativo ed economico?
Dal punto di vista organizzativo soprattutto le persone, la loro convinzione, e la capacità di darsi una struttura snella e flessibile, adattabile alle necessità dell’Azienda. E’ fondamentale raggiungere una soglia minima di 40/50 persone nell’area delle vendite per poter avere un minimo di visibilità sul mercato.
Dal punto di vista economico le risorse sono un elemento fondamentale, senza il quale è impossibile intraprendere alcuna attività. Nel contesto attuale di crisi economico-finanziaria, con la chiusura del credito da parte delle banche, la forma societaria cooperativa si è rivelata la scelta migliore, sia per la capacità di autofinanziamento da parte di soci, e quindi la condivisione del rischio, sia per il supporto da parte di Coopfond e CFI, due finanziarie che operano nel mondo Cooperativo, favorendo la nascita e il supporto di nuove cooperative.
Qual è la vostra struttura societaria e con quali capitali avete iniziato le attività?
Abbiamo iniziato con una forma societaria di Cooperativa a responsabilità limitata e successivamente ci siamo trasformati in Società Cooperativa per Azioni, una forma societaria che prevede le figure dei Soci Finanziatori, che ha permesso l’entrata di Coopfond e CFI nel capitale sociale. I capitali iniziali sono stati costituiti dai soci sia sotto forma di sottoscrizione delle quote di capitale sociale, che sotto forma di prestito sociale, ovvero un finanziamento da parte dei soci alla cooperativa vincolato a due anni. Queste dotazioni iniziali, hanno permesso l’acquisizione dell’AIC di due prodotti farmaceutici, la produzione delle relative scorte, e lo sviluppo e la produzione dei 4 prodotti nutraceutici che fanno parte nostro listino.
Quando avete iniziato le attività?
Le attività di distribuzione del primo nostro prodotto, a base di risedronato, sono iniziate a metà dicembre 2011. Le attività sui nutraceutici sono iniziate a Marzo del 2012, e su un antinfiammatorio a base di ketoprofene, ad aprile.
Quanti siete e come siete organizzati?
Attualmente siamo 40 Soci più 6 Collaboratori esterni. L’organizzazione di vendita attuale è fatta di 36 ISF, 5 Capi Area, Direttore Marketing, Direttore Commerciale, Direttore Generale e 2 persone di staff, oltre ad una serie di consulenti esterni per le aree Regolatoria, Contabile, Amministrazione e Customer Service.
Dov’è la vostra sede?
Roma
Quali sono i vostri prodotti attuali? In quali aree terapeutiche siete impegnati?
Siamo impegnati fondamentalmente nell’area terapeutica delle patologie osteoarticolari e stiamo per entrare nell’area Ginecologica e Urologica. Il principale prodotto è il risedronato sodico, per il trattamento dell‘osteoporosi, poi abbiamo un antinfiammatorio a base di ketoprofene a rilascio prolungato, inoltre abbiamo sviluppato 4 prodotti nutraceutici coadiuvanti per il benessere osteoarticolare.
Qual è il vostro break even, cioè quando sarete in attivo?
Sulla base dell’attuale business plan prevediamo il break even a 18 mesi
A chi vi rivolgerete? Medico di famiglia o specialisti? Quanti ne verranno visitati dai vostri ISF?
Ci rivolgiamo prevalentemente agli Specialisti dell’Area Osteoarticolare, nello specifico, Ortopedici, Reumatologi, Fisiatri, e centri per la diagnosi dell’Osteoporosi, oltre che ai Medici di Medicina Generale, e nella seconda parte dell’anno ai Ginecologi e Urologi. Al momento visitiamo circa 8000 Specialisti e circa 4000 Medici di Medicina Generale. Stiamo espandendo la copertura anche attraverso collaborazioni esterne.
Nei confronti dei medici e dei pazienti qual è il vostro valore aggiunto, cosa portate di nuovo e interessante?
Il nostro impegno è fornire al medico prodotti e servizi di qualità, che possano essere di aiuto nell’attività clinica, diagnostica e terapeutica, e per contribuire a migliorare la qualità della vita dei propri pazienti. Per raggiungere questi obiettivi, dedichiamo notevoli energie e risorse alla ricerca dei nostri prodotti, basandoci su severi criteri di efficacia, qualità e sicurezza, ed affidandoci all’eccellenza degli stabilimenti produttivi europei e principalmente italiani, da dove provengono tutti i nostri prodotti.
Come vedete Fenix pharma tra 5 anni?
In termini di obiettivi di vendita, tra cinque anni ci prefiggiamo di raggiungere i 10 mln di €. Vogliamo diventare un’azienda con una precisa identità e una forte caratterizzazione per la professionalità delle proprie persone e che sia vista dai medici come un partner affidabile.