Il 14 giugno 2012 si e’ svolta l’Audizione delle centrali cooperative sulla PL 74 del 29 settembre 2010, concernente “Nuova legge quadro sugli asili nido”, primo firmatario consigliere Maurizio Perazzolo.
Nel suo intervento Pino Bongiorno, Presidente di Legacoopsociali ha sostenuto che la sua organizzazione da tempo chiede di rivedere la legge regionale 16 giugno 1980, n° 59 che stabilisce le “Norme sugli asili Nido”. “Sono passati ormai oltre trent’anni da quando fu varata quella norma – ha detto Bongiorno – e crediamo sia giunto il tempo di passare ad una legge più complessiva che, oltre ad aggiornarne e ammodernarne i contenuti, detti le “norme generali sui servizi all’infanzia”.
Una sorta di testo unico che regolamenti e integri i vari servizi di assistenza, sociali, educativi e formativi dell’infanzia.”
Il Presidente di Legacoopsociali ha tracciato le linee guida attorno alle quali andrebbe costruita la nuova legge.
“Innanzitutto – ha sostenuto – va definita la centralità del nido rispetto al progetto educativo del singolo bambino.
Va sancito il superamento del nido quale servizio a domanda individuale intendendolo non più servizio sociale, ma struttura educativa di interesse generale.
Pur ribadendo il ruolo importante che assume nei percorsi di conciliazione, nel sostegno alle famiglie, l’accesso al percorso educativo va concepito fondamentalmente come un diritto esigibile dei bambini.”
A proposito di famiglie, Bongiorno ha sostenuto come superfluo e inopportuno appare il richiamo più volte fatto nel testo al “genitore unico” in quanto si tratta sempre di famiglia che negli ultimi anni ha subito molteplici trasformazioni, di cui bisogna tener conto senza farne dei casi a parte.
Proprio perché si tratta di servizi educativi, vanno definiti standard di qualità elevati e universali, validi sia per il sistema pubblico che per quello privato per ogni tipologia di servizio.
“I servizi educativi per l’infanzia, – ha detto Bongiorno – vanno inseriti nell’alveo tracciato dalla 328/2000, quello della sussidiarietà. Stato, Regioni e Comuni, privato sociale e organizzazioni di categoria devono interagire in modo solidale per programmare un “sistema integrato pubblico-privato di servizi” con governance da parte dell’ente locale.”
Per tale motivo appare inadeguato il riferimento contenuto all’articolo 36 alla finalità di lucro che può informare l’attività dei cittadini volta alla costituzione di servizi educativi. Risulta fuorviante rispetto al ruolo che deve avere di struttura educativa di interesse generale.
Per evitare il proliferare di servizi che oltre ad avere nomi fantasiosi, fuoriescano dalla legislazione corrente e dagli standard di qualità, secondo Legacoopsociali è utile mantenere ancorata qualsiasi proposta al “Nomenclatore interregionale dei servizi e degli interventi sociali” approvato dalla Conferenza delle Regioni e delle Provincie autonome che riconduce tutti i servizi esistenti all’interno di due macroaree: Asili nido e Servizi integrativi per l’infanzia
“In virtù di quanto detto – ha aggiunto il Presidente – ci sembra confusa e non rispettosa del “Nomenclatore”, la suddivisione tra Strutture educative riconosciute e Servizi di Flessibilità integrativa proposta agli articoli 5 e 6.
Errata anche la differenziazione dei titoli necessari alla gestione dei diversi servizi indicata nell’articolo 14.”
Infine, secondo Legacoopsociali, va inserito nella legge un richiamo a che l’affidamento dei servizi all’infanzia debba avere attenzione ai costi di gestione consentendo il rispetto delle tariffe contrattuali.
Legacoopsociali ha consegnato alla commissione un documento che racchiude le linee guida per una legge regionale e alcune note rispetto alla proposta di Legge Regionale n. 74/2010.