COMUNICATO STAMPA – “Un salasso da oltre mezzo miliardo di euro per PA e famiglie e un boomerang per le entrate fiscali”.Così Giuseppe Guerini, presidente di Federsolidarietàe portavoce dell’Alleanza delle Cooperative Sociali (Federsolidarietà– Confcooperative, Legacoopsociali e Agci Solidarietà, oltre 9.000 cooperative sociali che erogano servizi a oltre 5 milioni di cittadini e danno lavoro a oltre 330mila persone) definisce il ventilato aumento dell’IVA, contenuto nella prossima legge di stabilità dal 4% al 10%, per le prestazioni socio sanitarie.
«L’aumento suona come un colpo di grazia al welfare del Paese, un aggravio di ben 510 milioni di euro che si ripartirebbero per il 70% sulla PA e per il 30% sulle famiglie utenti finali dei servizi. L’effetto sarà una drastica riduzione dei servizi» aggiunge Paola Menetti presidente di Legacoopsociali. Analoga preoccupazione anche da parte di Eugenio de Crescenzo, presidente di AGCI Solidarietà.
«Il welfare è uno dei settori che ha fatto maggiori sacrifici economici negli ultimi anni, questo aumento va scongiurato. Si passa dalle sforbiciate e i tagli a un aggravio diretto per le tasche di utenti e famiglie. Così si rischia il karakiri» aggiunge Giuseppe Guerini.
«Gli effetti saranno immediati e devastanti, se l’aumento prospettato dovesse prendere corpo. Salasso immediato, tra meno di tre mesi, per gli enti locali dato che l’aumento scatterebbe dal 1° gennaio 2013. I Comuni già sono sottostress. Quest’anno, infatti, hanno visto il fondo nazionale per le politiche sociali ridotto a 11 milioni. Le ASL sono alle prese con la riduzione del loro budget del 5% per il 2012 e si parla del 10% per il 2013. Si aggiunge così in modo surrettizio un ulteriore taglio, poiché Comuni e ASL non hanno certamente risorse ulteriori per coprire l’aumento dell’IVA. Di fatto, il taglio di servizi nel 2013 sarà complessivamente del 20%».
«Numeri alla mano, quest’impennata dell’IVA dal 4% al 10% rappresenta una falsa entrata per le casse dello Stato, non ci sarà un aumento del gettito. Un’entrata boomerang che avrà l’effetto di ridurre i servizi per i cittadini: minore numero di posti nei nidi e negli asili, tagli all’assistenza per disabili, riduzione delle ore di apertura per i centri diurni. L’assistenza domiciliare per i non autosufficienti sarà drasticamente ridotta, così come i posti per gli anziani nelle RSA. Comuni e Asl dovranno pagare di più, dal momento che saranno chiamati a corrispondere oltre i 2/3 dei costi».
«Invece di investire nel welfare e nella cooperazione sociale che è un volano di crescita occupazionale, come hanno di recente messo il luce anche le istituzioni comunitarie (ad esempio la Commissione con il documento sui White Jobs nel welfare dello scorso mese di luglio e il CESE con il parere sull’imprenditoria sociale, proprio lo scorso 3 ottobre), si rischia di usare la scure sui servizi di assistenza e coesione sociale che invece sono ancor più necessari con la crisi che investe il Paese».