IL TEMPO: ROMA FA IL PIENO DI RIFUGIATI MA NON PAGA (LE COOPERATIVE)

Le casse del Comune sono vuote, le cooperative devono ancora incassare i soldi del 2013, eppure il sindaco Marino accoglie 2.581 aspiranti rifugiati chiedendo allo Stato una deroga ai criteri di proporzionalità col numero di residenti che, come da decreto, impongono un tetto di 250 arrivi. Tra poche settimane, e fino al 2016 nell’ambito del cosiddetto bando Sprar (sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati promosso da Ministero dell’Interno e Anci) tra Roma e provincia verranno ospitati 2.581 richiedenti, distribuiti tra 49 centri di accoglienza. Da gennaio a oggi, solo a Roma, hanno avanzato richiesta di asilo 2.194 rifugiati o presunti tali (Milano si ferma a 419). Complessivamente, stima Roma Capitale, sul territorio comunale sostano circa 5.000 richiedenti e titolari di protezione «da avviare verso un percorso di integrazione». Sempre a Roma, c’è una sola Commissione territoriale incaricata di lavorare tutte le pratiche (in Italia sono appena dieci), la cui competenza è però estesa anche ad altre regioni, come Abruzzo, Marche ed Umbria. Quattro fattori che, assieme, producono un solo risultato possibile: i tempi di permanenza in città, anche dei non aventi diritto, si quadruplicano, così come i costi.

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