Roma, 22 gennaio 2014- Forti perplessità e grande preoccupazione dell’Alleanza delle cooperative italiane per alcune delle misure previste dalla delibera approvata dalla Giunta Regionale del Lazio in materia di emergenza abitativa.
Il provvedimento affida alla programmazione delle A.T.E.R. l’utilizzo di circa 258 milioni di euro provenienti dai Fondi ex Gescal, destinandone circa l’80% a Roma e individuando come prioritari interventi quali il recupero, l’auto-recupero del patrimonio pubblico e l’acquisizione e/o recupero di immobili privati sul libero mercato a prezzi calmierati.
L’Alleanza delle cooperative italiane del Lazio condivide le finalità e gli obiettivi generali verso i quali è indirizzato il provvedimento e apprezza l’impegno assunto dalla Regione Lazio nel dare risposte immediate ad una situazione emergenziale quale quella abitativa. Esprime però una valutazione negativa sul metodo e nel merito dell’azione prevista dalla Giunta Regionale.
In primo luogo, l’ACI ritiene impropria la decisione di aver escluso dagli interventi qualsiasi forma di partneriato con soggetti privati, mantenendo un ruolo attivo della Regione nella gestione delle risorse, seppure attraverso le A.T.E.R.
Con le stesse finalità e con i medesimi obiettivi sociali, la partecipazione del settore privato, anche in concorrenza con un soggetto pubblico come le A.T.E.R., avrebbe consentito un effetto moltiplicatore delle risorse stanziate, un maggior numero di alloggi realizzati e livelli maggiori di efficienza, portando ad una concreta valorizzazione del patrimonio pubblico del quale avrebbe beneficiato l’intero sistema economico e sociale della città.
Inoltre, le due modalità di intervento previste- il recupero del patrimonio pubblico esistente e l’acquisto di alloggi invenduti- nulla hanno a che vedere con i modelli e le esperienze di maggiore successo di rigenerazione urbana che hanno coinvolto le principali aree metropolitane europee, caratterizzate dal mix di funzioni, residenziale e servizi, e dalla mixitè nella composizione sociale degli abitanti insediati.
Il recupero di immobili o l’acquisto di alloggi già esistenti non prevede la realizzazione di quei servizi primari e necessari per il territorio e per gli abitanti esistenti e per quelli determinati dai nuovi insediamenti, prefigurando situazioni di tensione e disagio.
In conclusione, quindi, chiediamo che la Giunta Regionale si impegni ad avviare celermente un momento di dialogo e confronto con tutte le parti sociali, sindacali e imprenditoriali, per modificare, anche con il contributo del mondo della Cooperazione, il contenuto e le modalità di attuazione degli interventi previsti per l’emergenza abitativa.