ADEGUARE LE TARIFFE, CONFERMARE I DIRITTI Il presidio di fronte la sede della Regione Lazio

 

COMUNICATO STAMPA CONGIUNTO
AGCI IMPRESE SOCIALI LAZIO
CONFCOOPERATIVE FEDERSOLIDARIETA’ LAZIO
LEGACOOP SOCIALI LAZIO
FORUM TERZO SETTORE LAZIO

 

ADEGUARE LE TARIFFE, CONFERMARE I DIRITTI
IL PRESIDIO IN DIFESA DEL LAVORO SOCIALE E DEI DIRITTI DEGLI OPERATORI DI FRONTE LA SEDE DELLA REGIONE LAZIO

 

Piazza Oderico da Pordenone – Roma
15 luglio 2024 ore 17.30 – 19.30

 

Condividere oneri e responsabilità di un percorso di contrattazione collettiva che tenda auspicabilmente a garantire nel tempo anche ulteriori livelli di tutele ai 42mila lavoratori delle cooperative sociali e, conseguentemente, anche prestazioni ancor più adeguate per i centomila assistiti sul territorio regionale. E’ quanto chiedono oggi in piazza AGCI Imprese Sociali, Confcooperative Federsolidarietà, Legacoop Sociali e il Forum del Terzo Settore nel Lazio alle Istituzioni locali, regionali e nazionali, dalle quali dipendono, come in un domino, le risorse erogate e destinate ai servizi sociali. Dopo aver ratificato l’aggiornamento del nuovo Contratto Collettivo Nazionale dei Lavoratori a febbraio, le associazioni datoriali del mondo cooperativo hanno chiesto invano un adeguamento delle tariffe, già fisiologicamente incapienti, a fronte di una necessità e una richiesta da parte dei beneficiari che cresce di anno in anno.

Dopo la manifestazione al Campidoglio, le cooperative sociali organizzano oggi alle 17.30 un presidio sotto la sede della Regione Lazio, chiedendo che le Istituzioni tutte rispettino il patto di sussidiarietà tra PA e imprese cooperative di tipo A e B, che è alla base degli equilibri che regolano i servizi sociali, sanitari e socio-assistenziali, chiamati a soddisfare le esigenze delle fasce più deboli della comunità. L’aggiornamento attuale del CCNL prevede un aumento mensile sul livello C1 di 120 euro, da riparametrare sugli altri livelli, la quattordicesima al 50%, per un aumento complessivo pari al 12% che non può e non deve rimanere solo a carico delle imprese in quanto queste ultime operano in un contesto di sinergia e non di co-dipendenza con le Istituzioni per le quali gestiscono i servizi sul territorio. Tuttavia, in prospettiva, le principali associazioni datoriali del mondo cooperativo auspicano che il percorso di contrattazione possa sempre più perfezionarsi, procedendo di pari passo con una maggiore solidità delle imprese stesse.

Consapevoli che vi sia la necessità di continuare nel tempo a incoraggiare un processo di crescita e miglioramento degli standard contrattuali da garantire ad operatori del sociale che lavorano in contesti ad elevata complessità, dunque, le associazioni chiedono che si interpreti la ratifica del CCNL come un percorso di crescita e sviluppo del lavoro nel settore che coinvolga gli sforzi del Comune di Roma così come della Regione Lazio e del ministero preposto, avviando una riflessione condivisa sul fondamentale ruolo della cooperazione sociale che deve garantire pari livelli di qualità, accessibilità e efficacia dei servizi, non solo in tutta la città di Roma ma anche nel resto delle province del Lazio.

Le centrali cooperative del Lazio chiedono che le Istituzioni tutte prendano immediati provvedimenti per scongiurare un possibile ricorso agli accordi di gradualità dovuti a un prevedibile e necessario riallineamento dei trattamenti economici in atto. Dopo aver già introdotto gli aumenti previsti da ben cinque mesi senza che le Istituzioni abbiano adeguato le tariffe, infatti, diverse delle imprese operanti da anni sul territorio paventano un possibile stato di crisi che deriverà dalla non sostenibilità del lavoro sociale e dall’aumento dei costi. Sopravvissute ad anni di bandi al massimo ribasso camuffati da offerta economica maggiormente vantaggiosa ed a politiche che hanno premiato spesso la quantità e non la qualità, le imprese cooperative sociali, infatti, chiedono un impegno concreto in favore del miglioramento delle condizioni contrattuali dei lavoratori a tutte le Istituzioni di riferimento e lo fanno unitamente ai loro operatori sociali.