Agricoltura: nasce la cooperativa Carlo Pisacane

«La nostra storia non è comune, ma niente vieta che lo diventi».

Questa è la storia della cooperativa Carlo Pisacane, nata dalla volontà di dieci giovani ragazzi di misurarsi con il difficile mondo dell’agricoltura.

 

Li abbiamo intervistati, per la web tv di Legacoop Lazio, nel giorno della costituzione della cooperativa stessa avvenuta lo scorso 22 febbraio presso la sede di Agricoltura Nuova.

 

«La nostra cooperativa – ci scrivono i ragazzi della Pisacane –  nasce all’interno degli spazi di una storica cooperativa romana. Siamo infatti un gruppo di ragazzi che gravitavano in Agricoltura Nuova; tutti, individualmente, cercavamo il modo di inserirci in un contesto agricolo che ci incuriosiva e ci stimolava. Insieme, grazie anche a Carlo Patacconi che ci ha messo in contatto uno con l’altro e ci ha instradato su un percorso cooperativo, abbiamo partecipato al presidio dei giovani agricoltori. Il nostro obiettivo era portare all’attenzione dell’opinione pubblica la questione dell’alienazione delle terre del demanio, tema importante per noi come futuri agricoltori e, ancor di più, per noi tutti come cittadini. Come l’acqua, la terra è un bene pubblico primario.

“Compra la terra, di terra non se ne fabbrica più” è il consiglio del contadino. Al di là della buona volontà e dell’entusiasmo questo è uno dei problemi principali che deve affrontare una cooperativa agricola: l’accesso alla terra. Subito a seguire, il problema dell’accesso al credito. Entrambi, terre e credito, sono difficili da raggiungere per aziende solide e forti di esperienze e di rapporti ma diventano questioni proibitive per chi si affaccia all’imprenditoria agricola.

Noi non vogliamo che le terre pubbliche agricole siano messe in vendita. Capiamo la necessità di rimettere in sesto i conti pubblici, ma riteniamo che vendere una risorsa finita e fondamentale come il terreno agricolo non sia una soluzione accettabile. Affidare queste terre agli agricoltori permetterebbe invece di ricevere un’entrata continua dal canone d’affitto, dall’IVA e dai contributi delle persone impiegate. Inoltre, favorirebbe l’occupazione e, vista la natura pubblica dei terreni su cui si svilupperebbero le attività agricole, permetterebbe di potenziare l’aspetto sociale e di salvaguardia ambientale della nuova agricoltura.

Non abbiamo ancora un terreno sul quale calibrare il nostro progetto, ma l’azienda della cooperativa Carlo Pisacane sarà un parco agricolo urbano, un’azienda aperta produttiva e in grado di garantire reddito per noi e le nostre future famiglie – sembrerebbe una banalità, ma è bene sottolinearlo in un ambito in cui la remunerazione del lavoro peggiora di generazione in generazione. Intendiamo sfruttare tutte le possibilità date dall’agricoltura multifunzionale: intorno al cuore produttivo che applicherà il modello del biologico e in cui sarà spiccata l’attenzione ad un utilizzo sensato delle risorse, intendiamo sviluppare una serie di attività che valorizzino il patrimonio di conoscenze e metodi dell’agricoltura.

Nostra intenzione è pure dare alla quotidiana attività lavorativa un valore ambientale, sociale e politico: come conduttori agricoli vogliamo custodire il terreno e il territorio; come azienda vogliamo favorire l’inserimento lavorativo di persone svantaggiate; come imprenditori vogliamo innovare i processi produttivi e partecipare ad una efficiente amministrazione dei beni pubblici.

Ci rendiamo conto di quanto questo sia un progetto ambizioso per una giovane cooperativa che non può contare su capitali reali e d’esperienza. Il ricambio generazionale è un punto critico del mondo agricolo e il meccanismo della tradizione che vedeva il passaggio del saper fare e dei saperi di padre in figlio contadini si è inceppato. Nonostante ciò, noi sappiamo di poter contare su un periodo di affiancamento tra vecchio e nuovo, quello che non avviene più tra padre e figlio può avvenire ora tra cooperativa e cooperativa. Contiamo quindi di imparare tutto ciò che Agricoltura Nuova può insegnarci e utilizzare al meglio tutto l’aiuto che riceveremo. Speriamo, inoltre, di poter contare sul supporto che  la Lega delle Cooperative potrà fornirci per coltivare valore e valori».