Alleanza delle Cooperative Italiane: il coordinamento si rafforza – per le cooperative 2011 di tenuta, ma preoccupazioni per il 2012

Roma, 12 gennaio 2012 – Valutazioni sull’azione del governo Monti, sulle liberalizzazioni e sul mercato del lavoro; alcune indicazioni sull’andamento delle imprese cooperative; presentazione dell’anno internazionale delle cooperative. Questi i temi principali al centro della conferenza stampa dell’Alleanza delle Cooperative, svoltasi oggi a Roma, cui hanno preso parte il Portavoce dell’Alleanza e Presidente di Confcooperative, Luigi Marino, il Presidente di Legacoop Giuliano Poletti, ed il Presidente di AGCI, Rosario Altieri.
Si rafforza l’Alleanza delle Cooperative Italiane: «I prossimi 26 e 27 gennaio a Napoli, si terrà la Consulta Nazionale del coordinamento. Da Consulta cambierà il nome in Assemblea dell’Alleanza delle Cooperative Italiane. Vedrà la nomina, con mandato annuale, di un presidente e di due co-presidenti. Si avvierà il percorso dei coordinamenti settoriali».

Il polso dell’economia cooperativa: «Il 2012 si apre con indicatori congiunturali che non fanno pensare alla ripresa: frena l’export, ristagnano i consumi, salgono i costi di fornitura. Peggiorano i tempi di pagamento. Alla contrazione dei margini e della redditività si aggiunge la stretta creditizia senza precedenti. Le cooperative invocano una tregua, almeno sugli spread. Le note positive vengono dall’occupazione. Dopo il +5,5% del biennio 2009 – 2010, si conferma un piccolo incremento anche nel 2011. Ci sono, però, grandi timori per la tenuta nel 2012».

Sull’azione del governo: «La manovra salva-Italia sta gravando e graverà ulteriormente sui ceti medi. In una situazione d’emergenza doveva prevalere, come è stato, l’interesse generale del Paese. Ora è vitale rilanciare la crescita delle imprese, delle pmi e delle cooperative, agire sui fondi di garanzia, rafforzare i confidi. Fa bene il governo italiano a concentrarsi su Bruxelles, perché i sacrifici che stiamo facendo e che continueremo a fare hanno senso solo se l’Europa si muove coesa. Ribadiamo la necessità, da lungo tempo lanciata, degli Stati Uniti d’Europa. Un plauso va per la lotta all’evasione fiscale: i disonesti comincino a pagare. Sui ritardati pagamenti, migliaia di imprese sono all’ultima spiaggia, la situazione è esplosiva. È incivile che le amministrazioni pubbliche, statali e locali, facciano cassa con i mancati pagamenti.

Liberalizzazioni: «Siamo favorevoli a un processo di liberalizzazioni che offra a cittadini e imprese servizi più efficienti e a costi più contenuti. Su energia, trasporti, rifiuti, utilities, negli anni abbiamo assistito al tramonto di monopoli pubblici sostituiti da oligopoli semiprivati, come le municipalizzate che hanno determinato, nella maggior parte dei casi un aumento delle tariffe e non sempre un miglioramento dei servizi. Rilanciamo il modello della cooperazione di utenza tanto sviluppata in altri paesi. Basti pensare che negli Usa 900 cooperative elettriche erogano energia a 42 milioni di soci di cooperative. Sollecitiamo la costituzione di società, anche cooperative, tra professionisti: per questo chiediamo al governo di varare rapidamente i regolamenti attuativi dell’art. 10 della legge di Stabilità.

Mercato del lavoro: «Il dato drammatico della disoccupazione giovanile, che sfonda il tetto del 30%, impone, nella concertazione, di privilegiare la sostanza. La cooperazione da tempo sostiene che per fare una riforma del mercato del lavoro bisogna mettere mano a un nuovo sistema di ammortizzatori. Occorre un sistema di sicurezza sociale universale che superi le attuali limitazioni e sia fortemente integrato a efficaci politiche attive del lavoro. Un sistema con costi sostenibili e un rigoroso controllo affinché gli ammortizzatori non vengano utilizzati impropriamente. Siamo disponibili a un confronto a 360° sulla riforma del mercato del lavoro. Pronti, quindi, a ragionare su proposte per determinare maggiore flessibilità in entrata e in uscita».

Le risposte di Giuliano Poletti, Presidente Legacoop alle domande dei giornalisti  

Le parafarmacie in Italia sono circa 3700, i corner della salute presenti nella grande distribuzione organizzata sono circa 300 e nella Distribuzione cooperativa 147. I dati vanno quindi considerati, senza forzature strumentali e come un’opportunità occupazionale per i farmacisti che hanno potuto così svolgere la loro professione.
Per quanto riguarda il tema del mercato del lavoro, siamo concordi che bisognerebbe mettere mano all’impianto generale delle regole che intervengono sul tema. Ribadiamo in maniera chiara, Insieme alle altre associazioni di rappresentanza di impresa, la necessità di un forte confronto tra le parti sociali per meglio orientare l’intervento del Governo e del Parlamento. Siamo pronti nel merito a discutere di regolazione, accesso, e riordino del mercato del lavoro. È necessario rivedere l’impianto generale degli strumenti di tutela nel percorso del lavoro, degli ammortizzatori sociali, rendere più equilibrato ed equo il costo del lavoro flessibile rispetto a quello del lavoro stabile, riconfigurare  e correggere la frammentazione delle tipologie contrattuali.
Sul tema orari e liberalizzazione, riteniamo che le regolazioni servano a garantire il rispetto delle condizioni di vita nella società, e la relazione tra consumatori ed erogatori di prodotti o servizi deve essere invece regolata dalla domanda e dall’offerta. Puntare quindi sulla qualità, la diversità e la specializzazione dell’offerta. Siamo d’accordo sull’ apertura delle regole che consentono di organizzare al meglio l’attività imprenditoriale nel rispetto delle tutele dei lavoratori.
Su banche e assicurazioni, riteniamo che siano istituti di credito che operano in un mercato libero e concorrenziale, ma per non rischiare situazioni di eccesso di potere nei confronti del cittadino consumatore è necessario il  controllo di un’autorità  che intervenga nelle situazioni lesive degli interessi.
Chiediamo infine al Governo di varare rapidamente i regolamenti attuativi dell’art.10 della legge di Stabilità, per rendere rapidamente possibile la costituzione di società, anche cooperative, tra professioni

Il 2012 Anno Internazionale ONU delle Cooperative

Nel mondo ci sono 1miliardo di cooperatori, tre volte gli azionisti delle società di capitali. Nelle cooperative lavorano 100 milioni di persone occupate, il 20% in più delle multinazionali; 5,4 milioni sono gli occupati in Europa, dei quali oltre 1,3 in Italia.
Sono i numeri essenziali, citati nel corso della conferenza stampa, che danno il senso della rilevanza del modello cooperativo nel mondo che è alla base della decisione dell’ONU di proclamare il 2012 Anno Internazionale delle Cooperative.
“Questi numeri” –ha sottolineato il Vicepresidente di Legacoop, Giorgio Bertinelli– “testimoniano come il modello economico cooperativo risponda alle esigenze della collettività offrendo beni e servizi e al tempo stesso alla necessità del singolo di trovare lavoro, occupazione e reddito. Mette le persone al centro del modello d’impresa, prima che il profitto. Questi i valori di fondo che hanno indotto l’ONU a premia la funzione di valorizzazione socio economica proclamando il 2012 Anno Internazionale delle Cooperative».
«Oggi” -ha aggiunto- “in tutti i paesi del mondo i movimenti cooperativi stanno tenendo la conferenza stampa di lancio del 2012 Anno Internazionale delle Cooperativeper rimarcare la funzione che le cooperative svolgono in tutto il mondo, in tutti i settori economici: credito, consumo e distribuzione, agroalimentare, welfare sociale e sociosanitario, abitazione, produzione e lavoro, pesca, utilities, turismo sport spettacolo e cultura”.
I Presidenti delle Centrali cooperative hanno quindi sottolineato che “sbaglia chi ne ha una visione provinciale e riduttiva e pensa alla cooperazione come una realtà tipicamente italiana, mentre è diffusa nel mondo ed è tanto più presente, laddove i Paesi sono economicamente avanzati, perché un’economia senza cooperazione è un’economia più arretrata, meno concorrenziale, meno pluralista; sbaglia chi in maniera strumentale e mosso solo da spirito anticooperativo e da pregiudizi politici, continua a proporre, misure fiscali chiaramente anticooperativi”. L’appello dell’Alleanza delle Cooperative, dunque, è quello di permettere alla cooperazione di poter continuare a essere un settore che, con altri, concorre in modo determinante, alle politiche di sviluppo del Paese.

Il claim di Cooperatives Europe per l’Anno Internazionale delle Cooperative
“ché, per quanti si dice più lì ‘nostro’, tanto possiede più di ben ciascuno”:  il verso dantesco (canto XIV del Purgatorio) racchiude, per Cooperatives Europe, il comune sentire cooperativo “quanto più cresce il senso del noi, tanto più è ricco ciascuno di noi” ed è, per l’Organizzazione europea, il claim dell’Anno Internazionale.

ALCUNI NUMERI SIGNIFICATIVI DELL’ECONOMIA COOPERATIVA

  • Le 300 cooperative di maggiori dimensioni nel mondo realizzano un fatturato di 1.600 miliardi di dollari. Fossero uno stato rappresenterebbero la nona potenza economica del mondo.
  • Nei paesi BRIC (Brasile, Russia, India e Cina), ci sono quattro volte più soci di cooperativa che azionisti di società di capitali. Il 15% della popolazione è socia di cooperativa, rispetto a un mero 3,8% di azionisti.
  • Ci sono tre paesi in cui più della metà della popolazione è socia di cooperativa e sono tutti in Europa. Sono l’Irlanda (70%), la Finlandia (60%) e l’Austria (59%).
  • I paesi con i numeri più significativi in termini di persone socie di cooperative, tuttavia, sono l’India (242 milioni), Cina (160 milioni) e Stati Uniti (120 milioni).
  • Una persona su cinque in tutto il continente americano, dall’America del Nord, all’America Latina, è socia di una cooperativa.
  • Negli USA, 900 cooperative elettriche sono le uniche produttrici di energia per 42 milioni di cittadini soci-utenti. Le 30.000 presenti negli USA danno lavoro a oltre 2 milioni di persone.
  • In Germania le oltre 8.100 cooperative danno lavoro a 440.000 persone.
  • In Francia le 21.000 cooperative danno lavoro a oltre 1 milione di persone e rappresentano il 3,5% della forza lavoro del Paese.
  • In Brasile le cooperative agroalimentari rappresentano oltre il 37% della produzione del paese.
  • In Giappone le cooperative agroalimentari rappresentano oltre il 91% della produzione del paese.
  • In Norvegia le cooperative agricole rappresentano il 96% della produzione di latte, il 55% del settore caseario. E le 130 cooperative di consumo rappresentano il 24% del mercato.
  • In Portogallo rappresentano il 5% del Pil.
  • In Canada le cooperative occupano 155.000 persone.
  • In Colombia 700.000
fonte: Legacoop
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