«La gara per l’assegnazione dei buoni pasto indetta da Eni è in contrasto con alcune norme di legge e i quarantamila dipendenti potrebbero veder rifiutati i loro tagliandi dagli esercenti. Per questo motivo ci stiamo rivolgendo di nuovo all’Autorità di vigilanza sui contratti pubblici».È questo il commento di Franco Tumino,presidente Anseb, l’associazione degli emettitori buoni pasto, in merito al bando digara di Eni indetto con il criterio del massimo ribasso per l’assegnazione del tagliando sostitutivo del buono mensa. Secondo Anseb, infatti, la gara Eni è organizzata al massimo ribasso in contrasto con la preferenza indicata dalla legge; i tempi dipagamento e il tasso di interesse previsti sono in violazione della legge; il bando non reca né l’importo presunto dell’appalto, né il numero dei dipendenti (che dal sito Internet sono circa 40.000) a cui erogare il buono pasto. Tali clausole contrastano,sempre secondo Anseb, con la normativa europea e con quella italiana e con quanto stabilito dall’Autorità di vigilanza sui contratti pubblici e dalle pronunce della giurisprudenza. Tali incompatibilità con la legge sono state tempestivamente segnalate all’Eni con lettera raccomandata a/r alla quale Eni ha risposto di fatto ‘facendo spallucce’ e negando il principio che il prezzo più basso contrasta con la correttezza della competizione e con prassi responsabili verso lavoratori ed esercenti. «Non ci sorprenderebbe – conclude Tumino– se i pubblici esercizi, come hanno già dichiarato, dovessero rifiutare i buoni pasto frutto di questa gara scriteriata».
fonte: Legacoop