ARCHEOLOGIA: DENUNCIA DI CONDIZIONI DI LAVORO INADEGUATE, RISPONDE LEGACOOP PRODUZIONE E SERVIZI

Il settore dell’archeologia deve potersi riferire, nel confronto sul mercato, a prezzari, tariffari e capitolati certi e definiti che tengano conto dei livelli di professionalità richiesti, escludendo inoltre la possibilità del massimo ribasso dai bandi di gara trattandosi altresì di un’attività ad alta intensità di manodopera“.
Questo il commento di Legacoop Produzione e Servizi alle recenti notizie diffuse sui diversi media, che hanno denunciato il problema di tariffe inadeguate corrisposte alla categoria degli archeologi liberi professionisti.
Legacoop Produzione e Servizi sta ponendo da tempo al centro del confronto con le Istituzioni, in sinergia con le Associazioni di Rappresentanza del settore attraverso il Tavolo dell’Archeologia, il tema di una normalizzazione dell’ambito archeologico, che consenta la definizione di regole certe al fine di superare la precarietà normativa del settore e con essa tutte le precarietà che lo caratterizzano.
L’archeologia continua ad essere un ambito scarsamente regolato in cui ogni Amministrazione o Ente, pubblico o privato, interpreta molto liberamente le poche norme presenti.
Riteniamo – sottolinea Legacoop Produzione e Servizi – che la risposta non possa essere quella di chiedere alle soprintendenze il controllo sui rapporti contrattuali tra privati e tanto meno tra pubblico e privato. Vanno invece definite le regole di confronto per un ambito che ormai caratterizza, in modo rilevante, il settore economico dei beni culturali.
Il superamento delle anomalie, come quella denunciata, deve passare dal rafforzamento normativo del settore.
Obiettivo che Legacoop Produzione e Servizi sta ponendo con forza insieme alle Associazioni che compongono il Tavolo dell’Archeologia attraverso il confronto congiunto tra imprese, professioni e pubblico impiego.