Roma, 28 gennaio 2021 – Si sono dati appuntamento in piazza del Campidoglio in 200, come concordato con la Questura nel rispetto delle norme sul distanziamento, per ribadire con forza il proprio disappunto circa i presunti tagli al sociale previsti nel bilancio 2021 del Comune di Roma Capitale.
Centrali Cooperative, Sindacati, Forum del Terzo Settore, Associazioni (tra cui Fish, Nonna Roma e Arci), operatori, famiglie e utenti, uniti contro un’Amministrazione sorda di fronte alle richieste di chiarimenti e trincerata dietro comunicati di facciata, basati su dichiarazioni ambigue non supportate da dati certi e verificabili.
“Come dichiarato da Roma Capitale, il progetto di Bilancio di previsione 2021-2023 stanzia un totale di 360 milioni di euro per i servizi sociali erogati dal Dipartimento e dai Municipi, circa 3 milioni di euro in più rispetto a quanto speso l’anno scorso. Peccato che il 2020 sia stato un anno anomalo, in cui la pandemia ha determinato una fortissima riduzione dei servizi erogati in molti ambiti del sociale.” – sottolineano Agci Solidarietà Lazio, Confcooperative Federsolidarietà Lazio e Legacoopsociali Lazio.
“Se è vero che non è prevista alcuna riduzione ma, anzi, saranno stanziati fondi aggiuntivi per il sociale nel 2021, basati sul reale fabbisogno e non su una spesa del 2020 influenzata dall’emergenza Covid-19, non riusciamo a comprendere come mai il Comune e gli Assessorati competenti si rifiutano di incontrare le Parti Sociali e presentare dati certi per supportare le loro affermazioni.” – continuano le Centrali Cooperative.
“Quando la Presidente della Commissione Politiche Sociali e della Salute del Comune di Roma si rifiuta di votare la proposta di Bilancio di previsione 2021-2023, lamentandone lo scarso respiro e l’incapacità di tenere conto dei presenti e futuri risvolti dettati dalla pandemia, i nostri dubbi cominciano a trasformarsi in certezze.” – proseguono Agci Solidarietà Lazio, Confcooperative Federsolidarietà Lazio e Legacoopsociali Lazio.
“Non c’è alcuna strumentalizzazione per fini politici o volontà di generare allarme, dietro alle richieste di chiarimenti da noi avanzate da settimane. Siamo noi per primi ad essere in imbarazzo di fronte ad un’Amministrazione che si rifiuta di interloquire con le Parti Sociali e, piuttosto, decide di ricorrere ai comunicati e alle dichiarazioni stampa. A noi interessa solamente essere rassicurati, dati alla mano, sul fatto che non si stia facendo cassa sulla pelle dei più fragili.” – concludono le tre Centrali Cooperative.
Nell’attesa che il Comune di Roma faccia la successiva mossa, dopo le proteste in piazza del Campidoglio del 27 gennaio, Centrali Cooperative e Sindacati ribadiscono che non fermeranno presidi e proteste finché qualcuno non chiarirà, in maniera trasparente, la situazione. In gioco c’è il futuro della Capitale, di decine di imprese, centinaia di lavoratori e utenti, di famiglie disperate e di una cittadinanza intera sull’orlo di una crisi sociale senza precedenti.
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