CHIUDE IL CO-WORKING INNOVATIVO L’ALVEARE

Dopo quasi cinque anni di attività, l’Alveare – co-working con spazio baby in via Fontechiari 35 a Centocelle, Roma – chiude. Chiude non per difficoltà economiche, sempre superate, non per problemi organizzativi, sempre risolti, non perché il progetto non abbia riscosso successo, anzi. Chiude perché il Municipio V ha richiesto gli spazi di via Fontechiari 35, dove l’Alveare ha sede dal 2014, “con una procedura tanto dubbia quanto solerte“.
Gli spazi sono stati concessi all’associazione di volontariato Città delle mamme nel 2014 dall’Assessorato alle Periferie di Roma Capitale per lo svolgimento del progetto, patrocinato da Comune e Municipio, del co-working con spazio baby. La prima concessione, scaduta dopo 18 mesi, era stata prorogata dal Municipio “fino a espletamento del bando”.
Il tutto è avvenuto nell’ottica di un accordo collaborativo fra le parti, in cui l’ente pubblico ha riconosciuto la validità del progetto e ha inteso sostenerlo attraverso la concessione degli spazi. Nel frattempo, all’associazione di volontariato, sempre attiva con eventi e attività gratuite in via Fontechiari e nel territorio, si è affiancata una cooperativa di produzione lavoro, interamente composta da donne già socie dell’associazione, per la gestione del co-working.
La creazione della cooperativa, necessaria perché la sola associazione di volontariato non è uno strumento adatto alla gestione dei servizi, non ha modificato la natura del progetto né inciso sui costi per gli utenti. La relazione fra associazione e cooperativa è stata regolamentata da un comodato d’uso registrato presso l’Agenzia delle Entrate.
Al momento della presa in carico dei locali, sono state sostenute tutte le spese economiche necessarie al ripristino degli spazi, che avevano subito furti e danni, essendo rimasti incustoditi per circa tre anni, e alla messa a norma degli impianti. In seguito tutte le spese relative a manutenzione e utenze sono state regolarmente pagate.
L’Alveare è un progetto di welfare urbano, coniuga in un unico luogo la comodità del lavoro condiviso, propria del co-working, e l’utilità di un servizio educativo per bimbe e bimbi dai 4 mesi ai 3 anni. E’ un progetto innovativo, pensato per consentire ai genitori, e in particolare alle madri, di rientrare al lavoro gradualmente dopo l’arrivo di un bebè, in un ambiente adeguato e accogliente. Questa visione si è sposata perfettamente con la rigenerazione degli spazi pubblici di via Fontechiari, che da inutilizzati e in stato di abbandono, si sono trasformati grazie a L’Alveare in un luogo curato, attivo e vissuto dal quartiere.
Nel corso di questi quasi cinque anni L’Alveare è dunque stato un luogo di riferimento per centinaia di persone, fornendo una soluzione al problema della conciliazione famiglia-lavoro, offrendo un luogo di lavoro a lavoratrici e lavoratori atipici, ospitando attività di formazione e ricreative, organizzando workshop e seminari dedicati al mondo del lavoro e della comunicazione, ospitando tre progetti completamente gratuiti per l’utenza, finanziati attraverso bandi regionali.
E’ stato un punto di incontro per genitori, famiglie e persone del quartiere, ha lavorato in rete con altre associazioni del territorio, ha stretto partenariati con le principali università capitoline, ha collaborato con altri co-working romani e nazionali, è stato case study per decine di ricerche universitarie, è stato costantemente attenzionato da media, stampa e tv nazionali e estere.
Alla luce di tutto questo – dichiarano le socie de L’Alveare in una nota – ci sembra che la scelta avvenuta a fine gennaio di imporre la chiusura de L’Alveare e mettere bruscamente fine ai servizi in corso, a fronte di una concessione ritenuta non più valida, dando più importanza alle procedure, e non alla sostanza, sia una soluzione che non tiene conto del valore e del peso del progetto. E ignora le immediate conseguenze, ossia il danno recato a chi all’interno dell’Alveare lavora e trova, quotidianamente, una risposta alle proprie esigenze, grazie a un servizio innovativo che non ha eguali nell’intero territorio cittadino. Inoltre ci sembra che non tenga in dovuta considerazione nemmeno il servizio di manutenzione e guardiania garantito al bene pubblico nel corso di questi anni, mettendone – con la chiusura – a rischio l’incolumità”.
Al rammarico grande, grandissimo per la chiusura di un progetto nel quale abbiamo creduto fortemente, costato tanto lavoro e sacrifici, uniamo l’auspicio che gli spazi di via Fontechiari 35 siano presto utilizzati con una finalità che risponda alle esigenze della cittadinanza e del territorio, e che non siano destinati a uno stato di abbandono, come è già avvenuto per molti altri beni del patrimonio pubblico. Concludiamo questa esperienza domenica 31 marzo, dalle 11:30 in poi presso l’Alveare, per fare un bilancio di questi cinque anni e salutare le persone che con tanto affetto e calore ci hanno seguite fino a qui” conclude la nota.