Svolgere le ore del Servizio OEPAC (Operatori Educativi per l’Autonomia e la Comunicazione) presso il domicilio, o in forma individuale concordandolo con scuole e famiglie, per permettere a queste ultime di gestire la permanenza a casa dei minori con disabilità senza interrompere la continuità educativa e, al tempo stesso, garantire la retribuzione del personale attualmente impiegato sul servizio.
E’ questa la misura varata con estrema tempestività dall’Amministrazione Capitolina e comunicata dall’Assessora alla Persona, Scuola e Comunità Solidale, Veronica Mammì, con una nota inviata a tutti i Municipi il 6 marzo. Si tratta di misure straordinarie per fronteggiare l’improvvisa chiusura delle scuole a livello nazionale, sopraggiunta con la firma del DPCM del 4 marzo 2020, che ha messo in difficoltà migliaia di famiglie, a partire da quelle con minori disabili.
È lo stesso Decreto a prevedere la possibilità di attuare misure di questo genere, quando all’art.2 dichiara che “è raccomandato ai comuni e agli altri enti territoriali, nonché alle associazioni culturali e sportive, di offrire attività ricreative individuali alternative a quelle collettive interdette dal presente decreto, che promuovano e favoriscano le attività svolte all’aperto, purché svolte senza creare assembramenti di persone ovvero svolte presso il domicilio.”
Questa soluzione, che comporterà importanti sforzi organizzativi per la gestione del servizio, permetterà alle Cooperative sociali di continuare a svolgere la propria funzione di sostegno alle fasce di popolazione più deboli, in un momento di assoluta emergenza e difficoltà per l’intero Paese. Si tratta di una scelta di coscienza, non solo verso utenti e famiglie ma anche verso gli stessi lavoratori impiegati sui servizi.
Alternativamente, per questi ultimi, le uniche possibili soluzioni sarebbero ferie forzate, accesso al Fondo di Integrazione Salariale con una copertura di circa il 60% della retribuzione base o l’applicazione di eventuali congedi straordinari, attualmente ancora al vaglio da parte dei Ministeri competenti.
“Siamo consapevoli che, per il personale OEPAC e per le famiglie degli utenti, si tratta di una misura che giunge inaspettata e che potrebbe generare qualche iniziale paura in merito ai suoi criteri attuativi – fanno sapere i Responsabili di Agcisolidarietà Lazio, Confcooperative Federsolidarietà Lazio e Legacoopsociali Lazio – Tuttavia, come Cooperazione sociale, abbiamo sentito il dovere di fare la nostra parte in un momento così difficile per tutti. Con questa misura è possibile continuare ad offrire un sostegno alle famiglie, agli alunni disabili e agli stessi operatori, che con la chiusura delle scuole vedrebbero seriamente messa a repentaglio la propria posizione lavorativa.”
La gestione a domicilio delle ore da OEPAC non sarà tuttavia automatica. Per procedere in questa direzione dovranno essere vagliati, caso per caso, i presupposti logistico-organizzativi, la volontà delle famiglie e verificato il rispetto delle misure preventive di sicurezza per gli operatori. E’ un’opportunità per garantire i diritti delle persone fragili.
“Alcuni servizi essenziali di assistenza devono essere garantiti anche in situazioni di emergenza – concludono i tre Responsabili delle Associazioni di Categoria Cooperative – Al pari di chi lavora in ambito sanitario o nella pubblica sicurezza, dobbiamo stringere i denti e continuare a garantire la nostra fondamentale funzione sociale.“