COOP. ARCHEOLOGIA: 42 ANNI DI ECCELLENZA COOPERATIVA

Tra templi, castelli, caravanserragli e tramonti sul Mar Morto, un’altra donna racconta 42 anni di eccellenza cooperativa nella Ricerca e nella Conservazione dei beni culturali in Italia e nel mondo. E’ Susanna Bianchi, presidente del Consiglio di Sorveglianza di Archeologia. Impegnata a seguire ogni aspetto della gestione del bene, dallo scavo al restauro sino alla valorizzazione, l’impresa che gestisce conta 240 soci, 5 sedi in diverse regioni, 20 milioni di fatturato e lavori in altri 11 paesi di diversi continenti. E così, via, si vola in Nepal, Cina, Giordania, Libano, Malta, Russia, Francia, in una parabola che ha portato la cooperativa a lavorare al Tempio di Giove a Balbeq, patrimonio UNESCO, come al Castello dei crociati e al Caravanserraglio di Sidone, agli scavi di Gotihawa in Nepal come al restauro della Reggia di Caterina II a San Pietroburgo. “In questo momento siamo in Libano e Albania. Siamo convinti che il restauro sia una componente essenziale del made in Italy che esprime forte know how e professionalità – racconta-. Siamo operativi in Italia da Nord a Sud, nelle isole, con cantieri a Palazzo Madama a Torino; stiamo restaurando le statue in Piazza della Signoria a Firenze. E stanno partendo ora due importanti cantieri di scavo e restauro a Pompei. Siamo in Sicilia, al Castello della Zisa, e interveniamo con procedure di archeologia preventiva su tutte le grandi opere infrastrutturali in corso in Italia”. Dei lavori per la metro C di Roma, dice: “nel corso degli scavi per la stazione Amba Aradam, abbiamo rinvenuto, alla profondità di 9 metri sotto l’attuale livello stradale, i resti incredibilmente conservati di una caserma romana del II secolo a.C. decorata con affreschi e mosaici pavimentali. L’edificio, di oltre mille metri quadrati di superficie, interferiva con la realizzazione della stazione. Abbiamo quindi consolidato e smontato le strutture in modo che, nella futura stazione, le opere dislocate possano essere ricollocate nell’allestimento definitivo che potrà così ancora raccontare la storia di quel luogo. Eppure quella di coop. Archeologia è un’esperienza che il forte ritardo nei pagamenti della PA dal 2012 rischiava di spazzare via, avendone causato un sostanziale dimezzamento del valore della produzione. Oggi però Susanna Bianchi può dirsi testimone di una delle più riuscite operazioni di crisis management del mondo cooperativo. “Grande soddisfazione partecipare al superamento della crisi finanziaria e coordinare l’accordo di ristrutturazione con il sistema bancario, operazione resa possibile grazie al supporto di tutti i soci– spiega-. Dopo la pandemia, fortunatamente oggi assistiamo a una forte ripresa, siamo in pieno sviluppo e stiamo ampliando la struttura”.

IL MASSIMO RIBASSO UN SISTEMA CHE IMPEDISCE LA QUALIFICAZIONE DELL’IMPRESA Il problema delle gare al massimo ribasso, però, permane. “Il settore richiede professionalità elevate anche da parte degli operai. Ci vogliono competenze specifiche nel restauro e nello scavo- continua-. Impossibile immaginare che le gare in questo ambito non premino la capacità di organizzazione, di innovazione tecnologica, e vadano invece a colpire la condizione economica dei lavoratori attraverso gare al massimo ribasso che per forza tendono a incidere sui livelli retributivi specialmente in settori ad alta intensità di manodopera come il nostro” dice. “Attenzione perché anche nella nuova proposta di legge del Codice dei contratti se non venisse invertita la rotta sulla percentuale di incidenza del massimo ribasso sull’offerta economicamente più vantaggiosa, rimarrebbe aperta la strada a un sistema di gare che non portano a innovazione, qualificazione e specializzazione. Così facciamo del male a tutto il sistema imprenditoriale” denuncia, tra l’altro in un momento in cui il restauro dovrebbe evolvere verso una migliore sostenibilità favorendo la ricerca e l’impiego di prodotti meno inquinanti e incrementando il riuso dei materiali antichi.

LE DONNE IN COOP. ARCHEOLOGIA “Anche in coop Archeologia, isolando i ruoli tecnici, nel restauro specialistico e architettonico come nello scavo archeologico, la presenza femminile è intorno al 70%. Nel restauro edile la presenza è nettamente inferiore nei ruoli operativi della manodopera”. Per Bianchi, “le donne stanno esprimendo i più alti livelli di professionalità che possono incidere nel migliorare il nostro sistema economico e politico. Quando si parla di pari opportunità bisogna ricordarsi che non è una formalità ma che le risorse migliori oggi sono proprio lì”.
Trovare 2500 anni di storia tutti documentabili attraverso le stratigrafie di Palazzo Vecchio, scavare in Piazza della Signoria o in Piazza della Repubblica rappresentano esperienze significative per le professioniste del settore come Susanna Bianchi. “Il nostro paese ha una ricchezza nella storia del sottosuolo eccezionale” spiega. E ricorda anche l’eccezionale interesse per “il rinvenimento, a Pisa, delle antiche navi romane affondate all’attracco di un ramo dell’antico fiume Auser. Coop Archeologia le ha scavate, restaurate ed oggi gestisce Il Museo delle Navi Antiche di Pisa che le ospita”. In questa filiera dallo scavo al restauro e alla conservazione fino alla valorizzazione, si uniscono professionalità diverse e si investe in tecnologia e innovazione. “Molto si muove sul fronte della multimedialità, ma a noi piace avvicinare, anche fisicamente, le comunità ai propri beni culturali. Così apriamo i nostri cantieri alle visite mentre i lavori sono in corso perché i cittadini possano vivere il contatto diretto con il bene nel momento stesso della sua scoperta e della sua conservazione” commenta la presidente, storica e archeologa di formazione che ha mescolato la passione per la ricerca a quella dello scavo. Da una parte la fisicità e il rapporto diretto con le memorie conservate nella terra, dall’altra lo sforzo logico di interpretazione. Una emozione irrinunciabile, anche per lei che oggi si occupa quasi esclusivamente di gestione. “Perché lavorare in contesti come il Castello di Macheronte in Giordania, su una altura che si affaccia sul Mar Morto, tra i resti delle strutture appena scavate e il tramonto è una emozione che rimane ed è una esperienza da vivere”.

Foto di LoggaWiggler da Pixabay