Giunto alla sua terza edizione, il Premio fotografico Sudest dimostra ancora una volta come il sociale e la fotografia possano incontrarsi e creare un forte momento di riflessione, lontano dalle dinamiche comunicative di emergenza e sofferenza che troppo spesso vengono utilizzate per questo settore.
La Provincia di Roma ha accolto per la seconda volta la mostra finale e la premiazione di questo concorso promosso dalla cooperativa sociale Cecilia con il patrocinio di LegacoopSociali Lazio.
Ad inauguarare la mostra Pino Bongiorno, Presidente di LegacoopSociali Lazio, e Claudio Cecchini, Assessore alle Politiche Sociali e per la Famiglia e ai Rapporti Istituzionali della Provincia di Roma.
“Le cooperative sociali rappresentano una ricchezza per questa città – ha affermato l’Assessore Cecchini – perchè non solo sono in grado di dare delle risposte ai bisogni dei cittadini, ma anche e soprattutto perchè supportano la coesione sociale, ne difendono il valore. Attraverso iniziative del genere, che affiancano al lavoro quotidiano un momento culturale, aiutano a capire ancora meglio il valore delle cooperazione sociale nella nostra città”.
Il premio era articolato in quattro categorie: sud est romano, sud est del mondo, il senso della cooperazione, laboratori sociali di fotografia.
Tutte le quote delle iscrizioni al concorso sono state destinate al progetto della Casa Famiglia per diversamente abili “La casa del sole”, che la Cooperativa Cecilia sta realizzando nella periferia sud-est di Roma.
A premiare i vincitori della prima categoria (sud est romano) Pina Rozzo, Presidente di “Città visibile”. “Il rapporto tra i media e il sociale non è dei più semplici – ha sottolineato Rozzo – troppo spesso si parla del sociale solo attraverso le categorie di tragedia ed emergenza, innescando paura, diffidenza nei confronti di questo mondo.
Oggi, attraverso questa mostra, il sociale invece “si comunica” diversamente, “si fa leggere” in una chiave diversa. E’ necessario valorizzare ancora di più iniziative del genere”.
Il primo premio per questa sezione è stato vinto da Sergio Tosoni con il suo progetto “Il mio punto di vista” per “la poesia – come ha motivato la guiria –con cui l’autore ci introduce nel quartiere storico del Sudest romano nel quale è tornato a vivere”.
Al secondo posto si è classificato Laura Fantini con “Tempo libero al centro anziani” e al terzo Diego Chiaraluce con il suo reportage “Gioco, giostre e genti”.
Per la sezione sudest del mondo al primo posto si è classificato Antonio Leporanico con il suo progetto “Ponticelli dentro le case” premiato per “lo sforzo fatto dall’autore per mostrarci dall’interno una realtà difficile come quella dell’emergenza abitativa nel rione Ponticelli di Napoli”, al secondo Giuseppe Pantano con il suo “Lezioni d’Africa”, al terzo Daniela Murolo con “Le Vie del Colore”.
A consegnare i premi Gianni Pinnizzotto, Direttore della scuola di fotografia “Graffiti”. “Quando si fa comunica bisogna far capire quello che si vuole comunicare, ma in primis bisogna comprendere noi comunicatori l’oggetto/soggetto” – ha commentato il fotoreporter.
“Bisogna costruire qualcosa di più importante per questa mostra, valorizzarla ancora di più, farla diventare patrimonio della città”. Queste le parole di Pino Bongiorno, a cui è stato affidato il compito di premiare i vincitori delle due sezioni dedicate alla cooperazione e ai laboratori sociali di fotografia.
“Le immagini esposte oggi parlano, comunicano da sé un senso della cooperazione che la nostra Costituzione sancisce e tutela nell’articolo 45.
Il mondo in cui viviamo è attraversato da continui cambiamenti, capovolgimenti che preme sempre di più la necessità di mettere dei punti fermi, come fa la cooperazione sociale.
In questi vent’anni di cooperazione sociale c’è stata una vera e propria trasformazione culturale, che ha portato all’applicazione del liberismo come unico principio regolatore del mercato. Ci sono bisogni che né il mercato né lo stato riesce a soddisfare: qui stiamo noi. La cooperazione sociale si è fatta carico del compito di ricostruire valori, culture, i fili di una società che altrimenti sarebbero andati persi.
E anche nell’arte, in cui il vero come oggetto è stato sostituito dal vendibile, la cooperazione sociale sta tentando di raccontarlo questo vero, di renderlo visibile senza genera paure o diffidenza”.
Il primo premio per la sezione “il senso della cooperazione” è stato consegnato a Davide Pizzardi per il suo reportage “Facelli’s Hospital” per “la delicatezza con cui è stato affrontato un problema grave come la trasmissione verticale dell’AIDS in Africa”.
Al secondo posto si è classificato il progetto di Gaetano Massa “Trentennale Legge Basaglia: i Diavoli Rossi”, al terzo Andrea Pasquariello con “Cooperazione dell’ozio”.
Questi ultimi si sono aggiudicato anche il primo (Massa) e il secondo (Pasquariello) premio della sezione sui laboratori sociali di fotografia.
Il Premio Speciale della Cooperativa Cecilia alla migliore immagine presentata è stato vinto da Massimo Valicchia con “Fedora e Vittorio”: “l’immagine emerge per la qua qualità tecnica, la scelta del punto di presa, l’interpretazione della luce e per la sua forza narrativa. In un solo scatto si possono leggere chiaramente la dignità degli anziani contadini, la preoccupazione per il futuro, la reciproca solidarietà e il legame con il territorio”.
A consegnare il premio Anna Sereno e Simone Apollo per la cooperativa Cecilia.
Quest’ultimo ha voluto ringraziare la Provincia di Roma, LegacoopSociali Lazio, la Scuola Permanente di Fotografia Graffiti, il Consorzio Meglio Insieme, l’Associazione Città Visibile, Conad, Carta, ed Elly Travel per il contributo dato al progetto.