“L’impresa cooperativa, come le altre forme d’impresa, ha un futuro se si sviluppa in un ecosistema che riprende a crescere, in un rapporto virtuoso di “dare e avere”. Dobbiamo tutti contribuire alla creazione di un nuovo modello di sviluppo: il vecchio modello è morto, è finito. Mi sentirei di dire per fortuna, visto che si fondava sulla distruzione del pianeta. E’ inutile rimanere a contemplare questo stato di crisi, occorre reagire. E noi, nel Lazio, possiamo reagire.” Con queste parole il Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, ha portato i suoi saluti nel corso dell’iniziativa “Costruire Valore – Il modello di sviluppo economico della Cooperazione nel Lazio” organizzata da Legacoop Lazio, lo scorso 23 febbraio, presso il Tempio di Adriano a Roma.
La crisi ha cambiato i paradigmi, accentuato fratture, modificato gli orizzonti e aperto nuovi spazi. Le nuove politiche volte a rilanciare l’economia e ricomporre le disuguaglianze, per essere davvero efficaci, non possono non tenere conto dell’economia reale del Paese e di un nuovo modello di sviluppo non più legato alla sola finanza. Per questo bisogna riattivare un proficuo dialogo tra tutti gli attori economici e sociali, allo scopo di avviare una programmazione in grado di produrre realmente uno sviluppo sostenibile e una crescita diffusa. Non a caso Legacoop Lazio, dopo alcuni incontri propedeutici di approfondimento rivolti alle proprie aderenti e incentrati sul concetto di “Visione”, ha scelto di fare il punto della situazione sul modello cooperativo regionale insieme ad economisti, stakeholder, cooperatori e rappresentanti delle Istituzioni. Farsi raccontare, quindi, e non semplicemente raccontare se stessi.
“La maggior parte delle persone pensa che la capacità di costruire valore dipenda dalle dichiarazioni del proponente. Sicuramente le parole e i concetti strategici basati sul valore, esplicitati da chi propone, sono importanti.” – ha sottolineato il Presidente di Legacoop Lazio, Placido Putzolu, nel corso della sua introduzione – “Nel nostro caso ci è sembrato però importante innanzitutto riflettere e condividere al nostro interno e, poi, sentire il parere degli stakeholder esterni, seppure prossimi alla nostra realtà territoriale.”
Obiettivo primario dell’incontro è stato, infatti, riattivare un dialogo con tutti gli attori del sistema economico della Regione Lazio per elaborare soluzioni e modelli mettendo al primo posto la massimizzazione del benessere umano ed ambientale e senza avere come prima vocazione il solo profitto. Come ha infatti sottolineato il Presidente della Camera di Commercio di Roma, Lorenzo Tagliavanti “Dall’inizio della crisi ad oggi, la provincia di Roma ha un netto di circa 70.000 imprese in più. Perché sono nate queste imprese? Queste imprese nascono da esigenze personali, dalla necessità di avere un reddito. In qualche modo, la parte più emarginata della società si è messa a fare impresa: i giovani che non trovano un’occupazione, chi ha perso il posto di lavoro, gli immigrati e le donne. Queste nuove 70.000 imprese non sono mosse dal profitto ma da un motivo sociale, dal bisogno, dalla necessità.”
La Cooperazione laziale vuole contribuire all’aumento di capitale sociale, rappresentato dal grado di coesione sociale e in grado di favorire comportamenti cooperativi e collaborativi: ciò costituisce una delle determinanti socioeconomiche che maggiormente incidono su salute e benessere della collettività.
Con 700 cooperative aderenti, un fatturato di oltre 4,2 miliardi di euro, 530.000 soci e oltre 25.000 occupati, Legacoop Lazio rappresenta un sistema economico di notevole rilevanza sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo, visti i numerosi servizi a carattere sociale che la Cooperazione laziale svolge sul territorio e le numerose eccellenze nei più disparati settori. Eccellenze che, nel corso della tavola rotonda moderata dall’economista Luigi Corvo, sono state presentate dagli stessi protagonisti.
Workers buyout, cooperative tra professionisti e startup cooperative: ovvero come il mondo della Cooperazione risponde alla crisi dei mercati e dell’occupazione. A presentare questi tre “modelli” Camillo De Berardinis, Amministratore delegato CFI, Andrea Dili, Presidente Confprofessioni Lazio, e Aldo Soldi, Direttore generale Coopfond.
Approfondimenti tematici specifici su alcuni temi di particolare rilevanza per l’economia regionale sono stati affidati al Direttore generale Area Centro-Sud Coopculture, Letizia Casuccio, che ha presentato il modello integrato della cooperativa Coopculture nei settori della cultura e del turismo, al Presidente di I.C.R.A.C.E., Stefano Rocchi, che ha parlato di rigenerazione urbana e del pluripremiato progetto Buildheat, e lo stesso Luigi Corvo, che ha proposto un focus sull’Innovazione sociale. Buone pratiche al servizio della collettività, in quello scambio “dare e avere” di cui parlava il Presidente Zingaretti.
A fornire il quadro economico in cui si inserisce il mondo della cooperazione, non solo laziale, e ad analizzare la sua portata economica e valoriale sono stati invece Salvatore Monni, Direttore del Master in Impresa Cooperativa di Roma Tre, e Gianluca Salvatori, Amministratore delegato Euricse. Nuovi modelli di sviluppo che nascono e diventano protagonisti in un mondo che, mai come ora, sta riscoprendo il valore dei principi cooperativi.
“Il percorso di rilancio del modello cooperativo, ne siamo consapevoli, troverà più forza e credibilità se uniamo le nostre forze e le nostre azioni con le altre centrali dell’Alleanza delle Cooperative. Siamo praticamente l’unica regione che, per le note tristi vicende che abbiamo subito, non ha ancora avviato il percorso con la costituzione di un coordinamento regionale.” – ha sottolineato il Presidente Putzolu – “Noi ci crediamo, siamo pronti a partire. Per noi l’Alleanza non solo è utile, è indispensabile. Ci vogliamo impegnare su questo percorso, vogliamo realizzarlo perché lo vogliono soprattutto le cooperative ed è a loro che dobbiamo corrispondere nelle strategie e nelle scelte.”
“E’ solo in un contesto di Alleanza delle Cooperative che noi possiamo avere l’ambizione di ideare e costruire delle proposte, in grado di divenire oggetto di attenzione politica da parte di chi oggi si candida a governare il Paese. – gli fa eco il Presidente di Legacoop Nazionale, Mauro Lusetti, nelle sue conclusioni – L’Alleanza come modello di rappresentanza capace di interpretare i nuovi bisogni, capace di organizzare proposte e di porsi anche come elemento di contrasto in determinate situazioni. Le aziende private stanno cominciando a muoversi nel nostro territorio e nei nostri contesti valoriali, non possiamo farci insegnare da altri quali sono i nostri valori o tentare di divenire la brutta copia dell’impresa privata. La sfida sarà riuscire a prendere i nostri sette principi cardine e trasferirli nell’organizzazione delle nostre cooperative e nei nostri modelli di business, rendendoli attuali.”