Roma, 21 giugno – Legacoopsociali ha sottoscritto, condividendone i contenuti, l’appello congiunto del Forum del Terzo Settore e del cartello I Diritti Alzano la Voce alla mobilitazione per il futuro del welfare, e parteciperà alla manifestazione del 23 giugno in Piazza Montecitorio a Roma.
I tagli ai Fondi nazionali per le Politiche sociali, non autosufficienza, famiglia, infanzia e giovani, inclusione sociale delle persone disabili e svantaggiate, contrasto alla povertà, hanno ridotto le risorse di quasi l’80%. Nei territori ciò sta determinando riduzioni e chiusure di servizi, perdita del lavoro per gli operatori sociali e per tante persone svantaggiate, indebolimento della possibilità di operare proprio dei soggetti, come la Cooperazione Sociale, fondamentali per lo sviluppo di una matura sussidiarietà, e una grave e crescente incertezza sul futuro per le persone e le famiglie, su cui torna a scaricarsi per intero il peso dei problemi.
Sappiamo che la situazione economica del Paese impone scelte impegnative, per tenere sotto controllo i saldi di finanza pubblica, procedere sulla strada della riduzione del debito che caratterizza l’Italia, contrastare in modo concreto e non contingente sprechi ed inefficienze. Ma con i tagli lineari e reiterati non si affrontano gli sprechi, non si riducono le inefficienze, piuttosto si impoverisce il welfare in modo sostanziale, in primo luogo togliendogli risorse e futuro proprio sul versante dei servizi a sostegno delle persone e delle famiglie, che già in Italia è sottodimensionato sia rispetto alle medie europee, che alle obiettive necessità di un Paese in cui, come documenta il recente Rapporto Istat, si estendono le situazioni di impoverimento e marginalizzazione, e cresce la sofferenza sociale, in primo luogo nelle regioni meridionali. La scelta di porre in secca alternativa sostenibilità economica e diritti sostanziali dei cittadini ribadisce invece nei fatti una visione di welfare residuale, costo improduttivo e quindi intrinsecamente assistenzialistico, che ci pare di dubbia efficacia sul piano dello stesso risparmio economico, e di brevissimo respiro strategico, mentre questo Paese che è fermo e ripiegato su se stesso ha bisogno di un progetto di futuro per riprendere a crescere. Vogliamo invece riaffermare che proprio nella crisi serve mettere mano ad un forte e duraturo investimento sul welfare, come condizione per la stessa crescita economica, che è impensabile senza adeguati livelli di coesione sociale, senza un concreto sostegno al reddito di persone e famiglie più esposte alle minacce della crisi, senza spostare risorse sullo sviluppo di una adeguata rete di servizi che contestualmente sostengano le responsabilità familiari e incrementino l’occupazione, a partire da quella femminile
Per questo obiettivo, le cooperative ed i cooperatori sociali uniscono la propria voce nel chiedere in primo luogo che:
- si interrompa la politica dei tagli indiscriminati al welfare, e si ripristini un quadro credibile di risorse, a livello nazionale e nei territori;
- si definiscano i Livelli Essenziali delle prestazioni sociali e sociosanitarie per tutti i territori del Paese;
- si dia finalmente applicazione anche in Italia a quanto deliberato dall’Unione Europea sulla questione dei ritardi nei pagamenti da parte delle Pubbliche Amministrazioni.
Dare futuro al welfare per dare futuro al Paese, significa definire priorità nell’utilizzo delle risorse, agire riconversioni nella spesa, modulare le risposte intorno ad obiettivi di appropriatezza ed efficacia, dando in concreto centralità ai servizi di territorio in una ottica di crescente e piena integrazione socio sanitaria, e sostenendo nei fatti politiche attive del lavoro finalizzate all’autonomia e all’inclusione sociale delle persone. Serve, per questo, che si esprima una rinnovata e ben più concreta volontà e disponibilità al confronto costante e stringente tra tutti i soggetti, a partire da quelli istituzionali, a livello nazionale e nei territori. Serve dare corpo ad una idea di sussidiarietà, tanto verticale quanto orizzontale, che non sia scarico ma convergenza di responsabilità per gli obiettivi che riguardano i sostanziali beni comuni, a partire dal riconoscimento dei fondamentali diritti di ciascuna persona in questo Paese. Le cooperative ed i cooperatori sociali sono pronti a fare la propria parte.