Roma, 22 ottobre 2010 – “Per scongiurare la prospettiva di una decimazione delle fonti di informazione e della conoscenza, che penalizzerebbe un settore così importante per lo spessore e la qualità della democrazia”, decine di direttori di quotidiani politici, di cooperative e del non profit hanno chiesto l’intervento del Presidente del Senato e del Presidente della Camera. Il settore dell’editoria nel nostro Paese è investito da una crisi molto pesante, la più grave dall’ultimo dopoguerra. Oltre cento testate, tra quotidiane e periodiche, di idee, cooperative, non profit, di partito, edite e diffuse all’estero e tante aziende dell’emittenza locale sono sull’orlo della chiusura. “Si tratta di una prospettiva drammatica”, scrivono i Direttori dei quotidiani. “Si perderebbero circa 4500 posti di lavoro, tra giornalisti e poligrafici, senza contare le conseguenze che ricadrebbero sugli Enti di previdenza del settore”. Ed ancora “Il sistema italiano dell’informazione non sarebbe più come prima. Sarebbero scomparsi giornali, anche storici e di grande valore culturale, sarebbe più povero il dibattito politico, marginalizzato dalla precarietà se non chiusura dei giornali di partito, sarebbero spente tante voci che raccontano la vita delle comunità locali, si indebolirebbe il legame con i nostri connazionali all’estero”. Il richiamo dei direttori dei quotidiani cooperativi, non profit e di partito costituisce un fatto importante e tempestivo ed è sperabile che, di fronte alla vaghezza dei messaggi del Governo, che più volte ha promesso un intervento risolutore del quale non si rileva traccia, la Legge Finanziaria 2011 – in corso di esame in questi giorni in Parlamento – possa costituire l’occasione per dare una risposta concreta all’appello che 360 Deputati, nello scorso mese di febbraio, rivolsero al Governo perché provvedesse ad adeguare il Fondo Editoria, a ristabilire il diritto soggettivo ai contributi ed a presentare entro pochi mesi un DDL di riforma dell’editoria.
fonte: Mediacoop