In un mercato sempre più votato al profitto, dove l’utenza e gli addetti ai servizi rappresentano solo numeri di un bilancio da far quadrare, la Cooperazione sociale può e deve rappresentare una strada etica, sostenibile e professionale, in grado di conciliare il valore economico con la promozione dell’interesse generale della comunità e il rispetto della persona. Mutualità interna ed esterna, quindi, come un antidoto alle disuguaglianze, al razzismo e alle mafie.
Di questi ed altri temi tratterà il seminario “(IM)patto sociale – La cooperazione tra benessere e inclusione”, organizzato da Legacoopsociali Lazio e Rete dei Numeri Pari, in collaborazione con Legacoop Lazio, martedì 19 giugno dalle ore 9,30 alle ore 13,30.
Nella cornice della Città dell’Altra Economia (Largo Dino Frisullo – Roma), si confronteranno diversi punti di vista, con l’obiettivo di favorire una corretta comunicazione e smentire i falsi luoghi comuni che si sono creati intorno alla cooperazione sociale, soprattutto negli ultimi anni. A raccontarsi non saranno solo cooperative e cooperatori, quindi, ma anche studiosi e Istituzioni. Parteciperà ai lavori anche Don Luigi Ciotti, promotore della Rete dei Numeri Pari e Presidente di Libera.
Punto di partenza del dibattito saranno alcuni spunti generali, ma fondamentali per la comprensione di un fenomeno in costante evoluzione:
- La cooperazione può rappresentare una possibile “via di salvezza” verso una società più giusta ed etica.
- Le potenzialità della cooperazione sono fortemente compromesse dai tagli ai fondi del welfare (generati dall’adesione alle politiche di austerità senza un’adeguata valutazione degli impatti sociali), bandi al massimo ribasso, tempi di pagamento lunghissimi. Ne snaturano la vocazione, portando il lavoro della cooperazione sul piano del mero valore economico.
- C’è una difficoltà a mantenere una dimensione di mutualità ed attrarre nuovi soci, avviando anche quel doveroso ricambio generazionale degli organismi dirigenti che fa parte dei principi cardine dello stesso movimento cooperativo.
- Diffidenza e sospetto hanno caratterizzato i rapporti tra cooperative ed istituzioni ma, anche, tra cooperative e cittadini e con gli organismi del Terzo Settore.