Giancarlo Galan, ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali e Massimo D’Alema, presidente Copasir, presidente fondazione Italianieuropei presenteranno il libro Quelle reti in mezzo al mare: Le coste, il clima e la pesca nell’ecosistema mediterraneo di Ettore Ianì e Olga Ferraioli, per le edizioni Donzelli, martedì il 15 Marzo, a Roma presso la sede Legacoop nazionale alle ore 18:00.
Modererà l’incontro Stefano Cataudella, docente di ecologia all’Università di Roma Tor Vergata
“Quelle reti in mezzo al mare”, scritto a quattro mani da Ettore Ianì e Olga Ferraioli, non è solo un libro sulla pesca. Il volume esamina i problemi del mondo della pesca ma lo fa partendo da una visione più ampia, che chiama in causa l’economia, il sociale, l’ambiente, il clima, la qualità dei prodotti e il mercato globalizzato. Ne emerge, nel complesso, il ritratto di un settore in grande crisi, che è di fronte a un mutamento profondo, tanto da interrompere un ciclo, una fase. Perché non è solo una crisi economica quella che sta attraversando, è qualcosa di più e di diverso; è una crisi ambientale e sociale, tanto che gli Autori denunciano la nascita di un nuovo fenomeno che tende a criminalizzare il settore fino a rappresentarlo, agli occhi della società civile, come “arraffatore indiscriminato” di un bene comune.
Questa situazione, secondo gli Autori, chiama tutti gli operatori, in primo luogo le istituzioni, a un ripensamento complessivo. Finita l’epoca delle proroghe, dei rinvii e dei differimenti, questa viene sostituita da una politica comunitaria che, pur giusta negli obiettivi (salvaguardia della biodiversità delle acque e loro tutela dall’inquinamento e dal sovrasfruttamento delle risorse) è sbagliata nel metodo, tanto da applicare una strategia depressiva basata sulla rottamazione dei pescherecci e sulla espulsione dei produttori, su legge e ordine e tolleranza zero e caratterizzata da una iper-regolamentazione.
Il valore del libro non si esaurisce tuttavia nelle analisi e nelle critiche, supportate da solidi riferimenti del pensiero sociologico, giuridico e di politica economica ma sta anche, e soprattutto, nel fare proposte concrete, che tengono conto degli errori compiuti dalla categoria. Proposte ispirate a una politica di riposizionamento del settore in una cornice nuova, che sposa gli assunti dell’economia ecologica, per tener conto dei principi di autoregolamentazione della Fao e della doppia sostenibilità, ambientale ed economica, così come della necessaria qualificazione della spesa pubblica e delle politiche pubbliche di investimento.
In questo quadro diviene centrale l’analisi dei “mille volti di un mestiere” che mira a valorizzare il carattere distintivo della pesca, legato alla dimensione sociale, ambientale ed economica. La tradizionale figura del pescatore viene così declinata secondo nuovi ruoli: innanzitutto come alleato della salute e della sana alimentazione, come operatore ecologico (guardiano del mare), ristoratore, promotore turistico (pesca turismo e ittiturismo). Si delineano, insomma, i contorni di una nuova professionalità, basata sul concetto della multifunzionalità dell’impresa, su una rinnovata cultura della legalità e del rispetto delle regole, sulla base di una piena condivisione dei principi della sostenibilità che consenta di isolare e superare atteggiamenti furbeschi e comportamenti illeciti che ostacolano la trasparenza.
In questo contesto gli Autori mettono in evidenza come la piccola e media impresa sia gracile dal punto di vista della patrimonializzazione e debole nei rapporti con la rete distributiva, in difficoltà nell’accedere al credito agevolato. Per rimuoverne i limiti strutturali suggeriscono di riorientare il sostegno alle imprese per raggiungere gli obiettivi intermedi idonei a recuperare redditività e competitività, attraverso le concentrazioni e le fusioni, la ristrutturazione e i salvataggi aziendali, i prestiti partecipativi, per promuovere l’innovazione e l’efficienza aziendale.