Proseguono le “Lezioni civili” in ricordo di Falcone e Borsellino, che la Provincia di Roma promuove fino al 18 luglio 2012 a Palazzo Incontro, nel cuore della Capitale, in Via dei Prefetti n. 22.
Gli incontri fanno seguito all’inaugurazione della mostra fotografica “Il silenzio è mafia. Falcone e Borsellino vent’anni dopo”, a cura di Franca De Bartolomeis e Alessandra Mauro per Contrasto.
L’esposizione si tiene a Palazzo Incontro fino al 9 settembre 2012 con ingresso gratuito. L’orario d’accesso è dal martedì alla domenica ore 10 – 19.
Le “Lezioni civili” in ricordo di Falcone e Borsellino rientrano nell’ambito del programma “Il tempo della lotta alla mafia” , in calendario dal 21 maggio al 18 luglio.
In allegato si può consultare il programma completo delle “Lezioni civili”.
Si ricorda che le Lezioni rappresentano anche l’occasione per una raccolta fondi finalizzata allo start up della cooperativa sociale “Le terre di Rosario Livatino – Libera Terra Agrigento” con l’obiettivo di gestire i beni posti sotto sequestro del giudice Rosario Livatino (ucciso nel 1990) e poi definitivamente confiscati nel Comune di Naro (Agrigento).
Il progetto Libera Terra Agrigento è promosso da “LIBERA. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie”, in collaborazione con CARITAS DIOCESANA e l’AGESCI.
Nell’illustrare tutto il progetto, il presidente dell’Amministrazione provinciale Nicola Zingaretti ha affermato: “È per dire no a tutte le mafie, per favorire una società aperta e libera che la Provincia di Roma ha promosso questa iniziativa, che abbiamo deciso di chiamare ‘Lezioni civili’ in memoria di Falcone e Borsellino e degli uomini delle rispettive scorte, uccisi tra la primavere e l’estate di vent’anni fa”.
“Dedichiamo le Lezioni civili – ha aggiunto Zingaretti – anche a Francesca Morvillo, a Pio La Torre, al generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, ai giornalisti Mauro De Mauro, a Giovanni Spampinato e Giancarlo Siani, al piccolo Santino Di Matteo, a Rita Atria. E ai tanti magistrati, giornalisti, imprenditori, carabinieri e poliziotti, gente comune, che hanno avuto soltanto il torto – o la ragione – di non accettare il silenzio a cui la mafia li avrebbe voluti costringere”.
“Uomini e donne – ha concluso il presidente Zingaretti – che hanno pagato anche con la vita la loro dedizione alla legalità, e che con il proprio impegno ci hanno insegnato che la mafia non può soltanto essere combattuta. Può essere sconfitta”.
fonte: Provincia di Roma