uno spettacolo di Clinica Mammut
8 e 9 maggio 2014
giovedì e venerdì h 21
Teatro Vascello
con Alessandra Di Lernia e Salvo Lombardo
e la presenza in video e in voce di Carla Tatò
testo Alessandra Di Lernia
drammaturgia del suono e regia Salvo Lombardo
assistente alla regia Gloria Anastasi
disegno del suono Fabrizio Alviti
disegno luci Valerio Modesti
realizzazione scene Antonio Lombardo, William Ingrà, Franco Lentini
realizzazione video Isabella Gaffè e Massimiliano Di Franca
foto di scena Stefano Ridolfi
progetto grafico Marta Renzi
produzione Clinica Mammut
in collaborazione con Teatro Studio Krypton
e con il sostegno di Associazione Umanista Atlantide Onlus
Menzione speciale della giuria al Premio Tuttoteatro.com Dante Cappelletti 2012
durata 1h.20 circa
l retro dei giorni espone due figure, un uomo e una donna, fratello e sorella, sulla soglia della fine: di un genitore, di un’età, di un’epoca. Sovrappongono preoccupazioni personali – il lavoro, ma anche gli affetti, o i ruoli rivestiti o attribuiti all’interno di una famiglia – a dibattiti, domande balbettate sul tempo presente, in uno spasmo vano di ricerca di senso; del loro presente guardano le crepe cercando di rintracciarne le responsabilità sociali, politiche e anche infine di processi storici. Tela di fondo dunque l’epoca di stallo di una crisi che è economica, ma anche e soprattutto di significato.
Nella Bibbia, è Daniele a declinare la fine dei tempi come il retro dei giorni, cosicché il termine ‘retro’ assume una connotazione temporale. Il retro è una tensione verso. Uno svelamento. Un nuovo corso. Quando sarà compiuta l’apocalisse latente del tempo presente? Quando si finisce di finire? Se nella fine di tutte le cose il tempo è il tempo del finire, e se tale fine è l’inizio di una durata ulteriore non soggetta a condizioni temporali bensì morali, allora che fare? Come agire? Consumate tutte le grandi narrazioni, quale preghiera?
In questo spasmo di ricerca di senso si continua a procedere, purtroppo, contemplando il passato, proprio come l’angelo della storia di Benjamin, nell’impossibilità però di ritornarvi per ricomporlo perché una forza ci spinge in direzione opposta, una direzione velata. Nessun posizionamento, nessuno slancio. La stagnazione. Solo in un futuro, forse, saremo in grado di vedere il retro dei giorni. [Salvo Lombardo]