Pino Bongiorno, presidente Legacoop Sociali Lazio, scrive al governatore del Lazio, Nicola Zingaretti: “Mettiamo finalmente la parola fine alla storia drammatica dei manicomi criminali, restituendo la soggettività e la dignità a persone lasciate in condizioni di abbandono inaccettabili”.
Caro Presidente,
nonostante le proroghe concesse che tra l’altro hanno destato il “rammarico” del Presidente Napolitano, rimane all’ordine del giorno quanto previsto dai provvedimenti normativi nazionali e regionali in merito alla chiusura degli OPG e alla previsione di realizzare “strutture sanitarie residenziali terapeutiche alternative all’OPG”.
In merito a ciò, LegacoopSociali Lazio ha elaborato una proposta in accordo con l’Associazione nazionale psichiatria democratica e che coinvolge alcune nostre importanti cooperative.
Pertanto siamo a chiedere un incontro per illustrare nei dettagli il progetto che prevede l’adozione di ‘percorsi sperimentali’ per la realizzazione di strutture residenziali terapeutico riabilitative che assicurino il diritto alle cure e al reinserimento sociale, nonchè a favorire l’esecuzione di misure di sicurezza alternative al ricovero in ospedale psichiatrico giudiziario.
La proposta si allinea alle già sollevate questioni sul grado di effettiva presa in carico dei malati e del conseguente avvio dei programmi di cura e di reinserimento sociale che, necessariamente, ci chiamano a rispondere concretamente con un progetto integrato di interventi sul territorio regionale, finalizzati sia al superamento della logica manicomiale sia a mettere in rete quelle esperienze che da anni operano per restituire dignità e cittadinanza alle persone malate di mente.
L’impegno della cooperazione sociale nel Lazio, in tale ambito, è da tempo rivolto a garantire una valida e perseguibile soluzione idonea a favorire le dimissioni e garantire l’esecuzione di misure di sicurezza ‘alternative’ nel rispetto dei principi cardine della legge 180.
L’idea forza del progetto in questione è di mettere finalmente la parola fine alla storia drammatica dei manicomi criminali, restituendo la soggettività e la dignità a persone lasciate in condizioni di abbandono inaccettabili, nonchè chiarire la posizione di garanzia degli psichiatri e di tutto il personale sanitario, che devono avere compiti di cura e non di custodia/controllo.
Inoltre siamo convinti che la cooperazione sociale che in questi anni ha costituito reti, relazioni, veri e propri sistemi, non possa essere esclusa da tale percorso.
A sostegno di ciò, siamo a segnalare che oltre ad avere in capo alle proprie imprese i requisiti necessari per l’accreditamento, la nostra cooperazione è già in possesso di strutture idonee che possono da subito dare risposta ad una prima necessità legata all’emergenza e che comunque hanno in previsione di acquisire le rimanenti strutture nel caso fossimo chiamati a rispondere anche ad esigenze future.
Inoltre, di non secondaria importanza, la presenza di efficaci reti per l’inserimento lavorativo che possono conferire al nostro progetto ulteriori caratteristiche di efficienza.
Va da se che servirà ad aprire una corsia preferenziale nelle procedure amministrative che consentano tempi certi e veloci per l’accreditamento.
In attesa di un tuo riscontro, sono a porgerti i più cordiali saluti.
Il presidente Legacoop Sociali Lazio,
Pino Bongiorno