GIUSTIZIA E CARCERE: LE SOLUZIONI DELLA COOPERAZIONE

 

Roma, 18 dicembre 2013 – Durante il convegno “Cooperazione sociale ed esecuzione della pena: quali modelli?”, svoltosi il 16 dicembre presso il Carcere di Bollate alla presenza del Ministro Anna Maria Cancellieri, l’ACI Sociale ha espresso la sua valutazione sul reinserimento socio lavorativo e sui nuovi modelli sperimentati dalla Cooperazione Sociale intorno ai problemi che Giustizia e Carcere producono.

Una buona rieducazione e un modello di inserimento sociale praticato dalla cooperazione sociale, in pratica l’adempimento dell’art. 27 della Costituzione, sono il chiaro antidoto alle recidive che crollano al 19% qualora si realizzano percorsi efficaci di accompagnamento. Legacoopsociale, Federsolidarietà e AGCI Solidarietà hanno presentato le buone prassi presenti nei territori.

Il Presidente del DAP Giovanni Tamburino ha confermato l’impegno per affermare il passaggio del Carcere da passività e segregazione a partecipazione e responsabilità, chiamando tutta la Comunità a svolgere una funzione di supporto ed attenzione.

Il Ministro Cancellieri ha assicurato l’attenzione verso le attività economiche e sociali già presenti e il desiderio di diffonderne ulteriormente le esperienze. Il Presidente di AGCI Solidarietà Eugenio de Crescenzo, nella sua relazione, ha rammentato la centralità del lavoro nel percorso rieducativo, ha segnalato la necessità di aumentare il tempo di definizione del disagio successivamente al fine pena portandolo da 6 mesi a 24 mesi, ha riportato i disagi delle Direzioni dei Carceri per i tagli subiti, del Personale di Sorveglianza per la contrazione dell’organico che di fatto impediscono spesso le attività educative e di impresa, ha riportato le voci dei detenuti incontrati nel mese precedente a seguito del progetto sull’autoimprenditorialità promosso insieme al Garante dei detenuti del Lazio, ha annunciato la presentazione di un bilancio sociale del modello Lazio che, in questi anni ha visto affermarsi tra le più importanti iniziative di imprese sociali e di percorsi inclusivi generati in Italia, ha proposto al Ministro Cancellieri che nella presentazione del dossier a Strasburgo l’Italia non solo si difenda dalla infrazione presentando modifiche sostanziali per l’affollamento e il rinnovo della organizzazione, ma anche presentando la grande varietà e qualità delle attività e delle sperimentazione di integrazione e inclusione prodotte dalla Cooperazione Sociale.