GRUPPO ORMEGGIATORI: SI CHIARISCANO LE POLITICHE DI SVILUPPO CELATE NEI PROGETTI PER IL FUTURO DI CIVITAVECCHIA

Il Gruppo Ormeggiatori e Barcaioli del Porto di Civitavecchia è da sempre protagonista di importanti interventi per il mantenimento della sicurezza della navigazione in Porto e nella rada di Civitavecchia con il riconoscimento di innumerevoli encomi ricevuti da autorità e comandi nave. Il lavoro di questa impresa cooperativa, però, gravita anche attorno ai servizi necessari per la gestione delle attività della Centrale Enel “Torvaldaliga Nord”. Quest’ultima verrà dismessa entro il 31 dicembre 2025, alla vigilia di Capodanno. Un appuntamento al quale la città sembra già che arriverà in netto ritardo, con la presentazione di una serie di progetti che dovrebbero garantire sviluppo e soprattutto il reimpiego dei lavoratori che perderanno il posto a causa della necessaria chiusura ma che al momento sembrano essere fermi al palo. Ne abbiamo parlato con Giorgio Pilara, presidente della cooperativa che ci ha detto:  ” bisogna fare attenzione: per quanto riguarda le pale eoliche off-shore, siamo sicuri che verranno costruite in loco o non verranno forse importate dalla Cina o assemblate in rada ? Ci sarebbe bisogno di chiarire quali politiche di sviluppo ruotino attorno a queste proposte per il futuro della città”

 

Con la prossima chiusura della Centrale termoelettrica a carbone di Torvaldaliga Nord a Civitavecchia ci saranno effetti sulle imprese (cooperative e non), sui loro lavoratori e, purtroppo, conseguentemente, anche sui lavoratori che rischiano di perdere il loro posto di lavoro. Ciò riguarda anche la vostra cooperativa? E che tipo di perdita subirà in termini di fatturato la vostra impresa?

Per quanto riguarda noi, l’accesso alla professione di ormeggiatore è riservata a soggetti provvisti di specifici requisiti professionali, assunti attraverso un bando di concorso pubblico indetto dalla locale Autorità marittima ed iscritti in appositi registri a cura del Comandante del porto. L’organico è stabilito dal comandante del porto in funzione dell’andamento e dalle caratteristiche dei traffici, il fatturato della nostra impresa nel primo semestre ha subito un diminuzione del -15%. Se faccio riferimento al rapporto Enel 2012-2013 la cifra sale e si parla del -20% di fatturato. Enel garantiva a Civitavecchia buoni livelli di occupazione: le maestranze che gravitavano attorno ad essa e che lavoravano alla Centrale sono davvero tante.

Attualmente la nostra cooperativa è formata da 26 ormeggiatori, ad un socio amministrativo e a due dipendenti manutentori.

Che tipo di lavoro svolge la vostra cooperativa per la centrale?

All’interno dell’indotto Enel, noi svolgiamo il nostro servizio istituzionale di ormeggio e disormeggio e movimentazione delle navi carboniere calcare e gesso che arrivano al pontile; inoltre svolgiamo il servizio di battellaggio dal porto alla rada per il trasferimento di tecnici, ispettori al carico, Capitaneria di Porto, Sanita marittima, ecc… e provviste e dotazioni di bordo delle navi stesse.

Quanto alle prospettive future per il Porto, qual è la sua opinione sui progetti presentati?

Tutte le ipotesi sono ben accette, in particolare il parco eolico off-shore a circa 15 miglia nautiche fuori Civitavecchia con l’auspicio che diventi un hub logistico. E poi bisogna fare attenzione: per quanto riguarda le pale eoliche off-shore, siamo sicuri che verranno costruite in loco o non verranno forse importate dalla Cina o assemblate in rada ? Ci sarebbe bisogno di chiarire quali politiche di sviluppo ruotino attorno a queste proposte. Per quanto concerne l’Enel ad oggi ci sono tante proposte per la riconversione ma nulla di concreto ed attuabile in tempi brevi , ma ogni giorno che passa senza fare progressi verso dei progetti attuabili e concreti è un giorno in più di rischio per imprese e lavoratori.

L’economia portuale è un po’ sottovalutata, forse?

Certamente, se pensiamo che stiamo parlando di un porto che si trova al centro del Mediterraneo e che è il porto di Roma. Può dare tanto in termini occupazionali ma è stato per anni l’eterno incompiuto. Quando sarà completata la Civitavecchia-Orte, che dopo 40 anni finalmente porterà le merci nella parte centro-adriatica e nei corridoi delle reti TEN-T, si potranno far circolare le merci con più facilità e ci sarà uno sviluppo maggiore del porto di Civitavecchia. Del resto, bisogna ricordare che la città ha il retro-porto più grande d’Italia e tutte le idee per la città vanno ora concretizzate.

Il nostro è il quinto porto al mondo per il settore delle navi da crociera. Il gigantismo navale, però, corre sempre più veloce della burocrazia italiana. Civitavecchia fa ogni anno di più e ha bisogno di banchine sempre più efficienti. Ci sarebbe bisogno di maggiore attenzione: il porto ha ricevuto finanziamenti collegati al PNRR . Bisognerebbe implementare il traffico merci, il bunkeraggio a GNL delle navi da crociera, come in tutti i porti principali, ci sarebbe bisogno di un bacino di carenaggio per manutenzione ordinaria e straordinaria delle navi e degli yachts, in questo modo si genererebbe richiesta di manutenzione e di conseguenza di occupazione per altre maestranze. I porti seppur fondamentali non vivono solo di crociere: il Covid ce lo ha insegnato perché il virus ha fatto crollare un settore che era il pilastro dell’economia portuale.

Quali prospettive per la cooperativa?

Per quanto riguarda le prospettive per la nostra cooperativa direi che siamo fortunati perché forniamo un servizio di interesse generale che garantisce la sicurezza della navigazione e delle strutture portuali. l regolamento europeo 352/2017 ci ha definiti Internal Operator, sotto il contreollo e la disciplina dell’Autorità marittima, e per il futuro guardiamo anche a nuove prospettive che vadano nella direzione dello sviluppo dell’innovazione tecnologica del settore. Speriamo presto di poter investire in droni e verificare l’utilizzo dell’innovativo Shore Tension Mooring System (STMS), un adeguamento tecnologico operativo del servizio erogato dagli ormeggiatori.
Lo STMS, nato e sviluppato a Rotterdam da KRVE (ormeggiatori Olandesi), si sta diffondendo nei più moderni terminal nel mondo.

In che modo queste tecnologie faciliterebbero il vostro lavoro?

Per quanto riguarda i droni possono essere utili per noi che facciamo il servizio rada. Un esempio dell’utilità di uno sviluppo in chiave tecnologica delle attività della cooperativa si può spiegare così: nel periodo della pandemia, quando trasferivamo i tamponi dalla nave a terra, eravamo costretti a uscire con la barca e a portarli di persona. Oggi con un drone potremmo trasportarli senza bisogno di muoverci. Potremmo avere una visione a lungo raggio e verificare anche lo scenario dall’alto, senza bisogno di intervenire direttamente e personalmente in condizioni meteo avverse. Per quanto riguarda i droni acquatici, potrebbero consentire il monitoraggio e il controllo delle acque. Lo Shore Tension garantisce un ormeggio più sicuro delle navi in banchina : si tratta di una strumentazione che consente alla nave un ulteriore ormeggio per rimanere in sicurezza durante la fase di carico e scarico.

Al momento la cooperativa ha completato la digitalizzazione elettronica della struttura aziendale e speriamo che nei prossimi anni sia possibile investire in tecnologie avanzate come quelle citate: il tutto andrebbe di pari passo con l’obbligo per gli ormeggiatori della formazione continua cui ciascuno deve assolvere ogni cinque anni.

Quanto alla sostenibilità ambientale?

E’ importante il lavoro che si può fare anche in termini di sostenibilità nel nostro lavoro, è vero: penso a quel che facciamo usando la vernice antivegetativa siliconica per la carena delle barche che impedisce agli incrostamenti di accumularsi in maniera eccessiva e quindi al motore di inquinare meno, ma anche alle macchine elettriche per il porto. Si può migliorare moltissimo. Servono solo politiche di sviluppo lungimiranti.

Foto credit: per gentile concessione della cooperativa, tratta dal sito Ormeggiatori.com