IL FUTURO DAL QUOTIDIANO: OGGI L’ASSEMBLEA DI LEGACOOP SOCIALI LAZIO

A Roma, l’Assemblea delle cooperative sociali riunisce sindaci e assessori
di tutti i capoluoghi di provincia per dare vita a un nuovo patto tra
Pubblica Amministrazione e cooperazione sociale

Basta agli affidamenti che mortificano la qualità dei servizi e ai ritardi nei pagamenti. Via all’adeguamento delle tariffe previste dal rinnovo dei Contratti collettivi nazionali.
Dall’Assemblea di Legacoop Sociali Lazio un accorato appello per rivedere il rapporto con la Pubblica Amministrazione nella gestione dei servizi sociali.

Urgente uscire dal paradosso della scelta quotidiana tra la tutela dei diritti dei cittadini, la quantità e la qualità dei servizi offerti alla comunità, e la tutela degli operatori sociali, perché nessun diritto è negoziabile e tutti sono indivisibili; ancor più in materia di assistenza socio sanitaria.

La pressione esercitata sulla cooperazione sociale è ormai insostenibile.

Le cooperative sociali a Roma e nel Lazio sono sempre più a rischio: dopo aver ratificato il giusto aumento del Contratto collettivo, da quasi un anno le imprese stanno impoverendosi ricorrendo alle loro riserve per sostenere un aumento pari all’8%, nell’attesa di un adeguamento delle tariffe promesso dalla PA e ancora mai pervenuto.

Nel frattempo, l’attuale modalità di erogazione dell’assistenza socio sanitaria diverrà sempre più difficile da sostenere per le finanze pubbliche, per le famiglie, per la cooperazione e per tutto il Terzo Settore. In aumento, infatti, l’indice di dipendenza degli anziani che è pari al 36%, contro una presenza assolutamente insufficiente di caregiver che oggi si attesta solo all’8%.
Sempre più allarmanti l’assenza di ricambio generazionale e la carenza di operatori sociali. A vedere minacciato il loro futuro, però, non sono solo le cooperative: a rischio è il funzionamento tutto della P.A. garantito dal lavoro svolto da professionisti iperqualificati del settore e cooperative specializzate, così come dovrebbe essere riconosciuto a qualsiasi cittadino che merita la migliore assistenza sociosanitaria. Tutto ciò mentre si insegue un omogeneo rispetto dei livelli minimi essenziali dell’assistenza e delle prestazioni in tutta la Regione come requisito che ora, tanto più con la prospettiva di una possibile Autonomia differenziata delle Regioni, diventa finalmente conquista non più derogabile.

Per questo Legacoop Sociali Lazio riunisce oggi a Roma, tra gli altri, il sindaco della Capitale Roberto Gualtieri, i primi cittadini e gli assessori dei capoluoghi di provincia e, in rappresentanza della Regione Lazio, l’assessore all’Inclusione sociale e ai Servizi alla persona Massimiliano Maselli, per lanciare l’ennesimo appello.
Se ulteriormente ignorati, l’aumento vertiginoso delle persone in stato di bisogno, il calo di caregiver, la minaccia al futuro delle imprese sociali e l’assenza di un riconoscimento economico adeguato per i lavoratori del Terzo Settore condurranno inevitabilmente alla messa in discussione delle conquiste che la Pubblica amministrazione, supportata dalla cooperazione, ha ottenuto con importati processi di riforma che sono stati messi a terra solo grazie al lavoro svolto dalle imprese del sociale, sin dagli anni ’70 ad oggi. Alla cooperazione sociale è infatti dovuto il riconoscimento di aver incubato, accelerato e reso possibili rivoluzioni fondamentali, a partire dalla Basaglia per arrivare al processo che ha condotto alla nascita dei servizi sociali stessi a Roma e nel Lazio.

“Occorre un nuovo patto tra la cooperazione sociale e le comunità in cui operano – ha dichiarato Mauro Iengo, presidente di Legacoop Lazio-. Il rapporto tra cooperative sociali, Pubbliche amministrazioni e cittadini utenti richiede oggi diverse linee di azione e una sostanziale discontinuità rispetto al recente passato. Occorre perciò che la cooperazione investa nelle basi sociali, perché sta venendo meno l’apporto dei giovani, ed al contempo è necessario cominciare un percorso che porti le cooperative sociali a coinvolgere i cittadini utenti e a renderli partecipi”.

“Con oltre 500 cooperative associate alle tre principali associazioni di rappresentanza (Legacoop, Confcooperative e Agci nel Lazio), circa 33mila addetti e più di 900 milioni di fatturato, il mondo della cooperazione sociale nella regione rappresenta un sistema produttivo che può rilanciare e ridare priorità alla cura delle persone, dei territori, delle comunità, contribuendo a rendere la nostra Regione meno diseguale e socialmente più sostenibile – ha spiegato Anna Vettigli, responsabile Legacoop Sociali Lazio-. Siamo il partner attraverso il quale le Istituzioni danno una risposta, nella logica della sussidiarietà, ai bisogni della collettività in campo sanitario, socio assistenziale, educativo e di inserimento delle persone svantaggiate – ha concluso-. Saldamente radicate sui territori, le cooperative rappresentano un riferimento importante per le comunità e per le Istituzioni perché conoscono i bisogni delle persone e danno vita a un’economia di prossimità a prevalenza femminile che opera nella filiera pubblico-privato aggregando lavoratori, professionisti, operatori della sanità e dell’assistenza”.

Indispensabile, perciò, che la PA proceda a un superamento della logica del lavoro per prestazioni, offrendo alla cooperazione sociale la possibilità di partecipare alla ideazione di interventi, anche avviando attività di ricerca e sviluppo. Nel frattempo, però, le associate a Legacoop Lazio hanno già iniziato a sperimentare tecnologie assistive con il supporto dell’Intelligenza Artificiale nei servizi, per favorire una maggiore vicinanza e connessione alle persone assistite e alle loro famiglie. Perché è necessario iniziare a costruire un futuro alzando lo sguardo concentrato oggi solo sul quotidiano.