IL PRIMO WORKERS BUYOUT NEL LAZIO ED ANCHE IL PIU’ LONGEVO: LA STORIA DELLA COOP. CHE COSTRUIVA MEGA YACHTS

Un fatturato di 5.058.000 euro nel 2022, aumentato rispetto all’anno precedente, con 75 lavoratori, fra soci e dipendenti specializzati in attività ad alto profilo professionale. C.C.M.S., Cooperativa Costruzione Montaggio e Servizi di Civitavecchia, è nata da un workers buyout nel ’96: è il più longevo nel Lazio. Fallita la CO.ME.CI., azienda che si occupava di carpenterie metalliche e di manutenzione di impianti industriali, una cinquantina di ex dipendenti fondano una cooperativa con l’aiuto di Legacoop Lazio, della Regione Lazio e con la partecipazione azionaria e il finanziamento di CFI Cooperazione Finanza Impresa.

Nel cantiere navale ex Privilege costruiscono anche lo scafo di un giga yacht da oltre 7mila tonnellate di dislocamento, prima della sua chiusura per fallimento che ha sottratto all’impresa il 30% del fatturato. Ma il profilo tecnico di lavoratori super specializzati consente nel tempo l’impiego nelle più disparate attività e la continua rigenerazione della C.C.M.S.
Per questo la più grande cooperativa di Produzione e lavoro del Lazio è considerata oggi tra le imprese leader nell’indotto Enel per la costruzione, il montaggio, la manutenzione di impianti industriali.
Da alcuni anni ha avviato un processo di diversificazione dell’offerta e dovrà presto riposizionarsi sul mercato: infatti, la centrale a carbone di Civitavecchia, all’interno della quale svolge attività di manutenzione, verrà dismessa.

“La chiusura era prevista alla fine del prossimo anno, lasciando dietro di sè il problema della ricollocazione di 700 lavoratori, ma per via dell’indisponibilità del gas, di altre materie prime e della guerra, rimarrà in funzione fino al 2025: così la nostra cooperativa ha ripreso serrate attività di manutenzione che prima si erano praticamente dimezzate ma noi stiamo già riprogettando il futuro” racconta il presidente Pietro Carrozzo.

Ancora una volta, quei lavoratori che avevano trovato soluzione alla disoccupazione nel wbo, dovranno reinventarsi e trovare nuove risorse per rigenerare ancora la cooperativa che oggi trova nuova linfa nell’assunzione di diversi giovani anch’essi formati. E’ un conto alla rovescia per tutelare il lavoro di carpentieri, saldatori, meccanici, operatori alle macchine utensili, elettricisti ma anche progettisti, amministrativi e gestionali, che hanno una occupazione grazie alla cooperativa.

Oggi, oltre alle attività ordinarie di carpenteria metallica, manutenzione degli impianti e dei serbatoi ad alta pressione, C.C.M.S. costruisce ed effettua la manutenzione di impianti di smaltimento rifiuti per varie società, in Italia e anche all’estero.

“Abbiamo recentemente svolto attività di montaggio di questi impianti anche in Belgio. In corso la costruzione di un impianto a Trapani e poi ci auguriamo di poterne acquisire altri attraverso gare con società pubbliche o privati” spiega Carrozzo. I progetti per la cooperativa sono tanti: “il futuro per noi è una piattaforma, un progetto di rete con altre imprese: vogliamo lavorare nelle energie alternative” dice il presidente.

“Un progetto è stato presentato al ministero della Transizione ecologica e riguarda l’eolico offshore; ma non sono in piedi prospettive di attività nella costruzione degli impianti fotovoltaici e soprattutto ipotesi di realizzazione di una hydrogen valley, per puntare sull’idrogeno pulito, e della Zona Logistica Semplificata per le merci nel porto di Civitavecchia” racconta Carrozzo.

Una delle prospettive più interessanti e immediate riguarda il ritorno alla costruzione di megayacht da 40-90 metri e il ripristino del cantiere navale ex Privilege di Civitavecchia che è rimasto per anni inutilizzato. “La richiesta di questo tipo di imbarcazioni è più che raddoppiata negli ultimi anni – spiega Carrozzo -. C’è già al momento una reale proposta di cantiere navale: Tankoa avrebbe da tempo trovato nel porto di Civitavecchia la possibile soluzione che costituirebbe anche una risposta alla necessità di recuperare il livello economico ed occupazionale che si perderà a causa della dismissione della centrale elettrica. Ritorneremo in questo modo a costruire yachts. Saranno così impegnate numerose risorse ad alto valore professionale di numerose imprese del territorio e di varie specializzazioni. Altrimenti la nostra città perderà un consistente patrimonio di lavoratori specializzati come i nostri che saranno costretti a cercare lavoro altrove”.