La campagna “Buoni e Giusti di Coop”, presentata a Roma il 17 marzo, si muove su tre assi fondamentali: interventi importanti sulle filiere più critiche, impegno sociale con la Rete del Lavoro Agricolo di Qualità e l’impegno portato avanti da anni con il Governo. Coop ha individuato 13 filiere ortofrutticole più esposte ai rischi di illegalità; seguendo la stagionalità attuerà controlli sulla filiera degli agrumi, fragole, pomodori, meloni, angurie, uva, patate novelle e altri 5 ortaggi di largo consumo. Saranno coinvolti tutti gli 832 fornitori nazionali e locali di ortofrutta. A tutti i fornitori Coop ha chiesto di sottoscrivere l’adesione ai principi del Codice Etico che contempla una serie di impegni per il rispetto dei diritti dei lavoratori e prevede l’esclusione in caso di non rispetto. Coop ha intensificato i controlli; sotto esame la filiera degli agrumi (clementine e arance Navel) indagata dagli auditor di Bureau Veritas, leader a livello mondiale nei servizi di ispezione, di verifica di conformità e di certificazione. I primi dati che hanno coinvolto tutti i fornitori Coop e un terzo delle aziende agricole di questa filiera su tre regioni -Calabria, Sicilia e Puglia- sono incoraggianti: nessuna segnalazione di gravi non conformità (caporalato, lavoro nero o casi di discriminazione), sono state invece individuate problematiche relative a norme di sicurezza disattese su cui è stato chiesto un pronto intervento.
In stretto raccordo con il progetto lanciato a livello ministeriale, già nel 2015 Coop ha chiesto alle 7.200 agricole dei prodotti a marchio Coop l’impegno ad iscriversi alla Rete del Lavoro Agricolo di Qualità. Questa iscrizione attesta di essere un’azienda pulita, in regola con le leggi e i contratti di lavoro, non aver riportato condanne penali e non avere procedimenti in corso. Tuttavia la procedura complessa sta ostacolando un’adesione massiccia. Serve una semplificazione se si vogliono raggiungere risultati significativi in tempi brevi senza inceppare la macchina autorizzativa.
“Il nostro è un impegno costante, sistematico e non di facciata – spiega Marco Pedroni, Presidente Coop Italia – Il rischio è che l’impresa “cattiva” scacci quella buona e che la ricerca del prezzo più basso possibile faccia a pugni con i diritti delle persone. Accanto al contrasto al lavoro nero e alle frodi alimentari, vogliamo affrontare anche il tema dei prezzi nel settore ortofrutticolo, perché spesso è lì che si trova un indicatore dell’illegalità. La volatilità dei mercati è elevata, ma si possono e si debbono trovare le soluzioni affinché sia i consumatori che i produttori abbiano il giusto prezzo. Come Coop siamo attenti a riconoscere ai produttori agricoli prezzi equi, non il prezzo più basso del mercato che in certe filiere nasconde l’illegalità:”
La campagna Buoni e Giusti di Coop interessa anche la vita dei lavoratori. La presentazione della campagna è stata anche l’occasione per una presa di posizione in merito al disegno di legge tuttora al Senato volto a contrastare i fenomeni di caporalato, lavorando sia sulla deterrenza del fenomeno che sulla prevenzione. Anche perché è evidente che Coop può anche funzionare da apripista, come già in altre circostanze.
“Da parte sua Coop partecipa, con gli altri soggetti della filiera agricola, al Tavolo voluto dai Ministeri competenti e sta svolgendo una parte attiva anche sul versante del disegno di legge -sottolinea Stefano Bassi, Presidente di Ancc-Coop – ma il ruolo dei controlli pubblici è comunque un passaggio imprescindibile per il funzionamento di un sistema che voglia seriamente raggiungere obiettivi di prevenzione e repressione di un fenomeno.
Proprio allo scopo di favorire l’adesione alla Rete del Lavoro Agricolo, noi ci siamo mossi volontariamente con il coinvolgimento delle aziende nostre fornitrici, e stimiamo che altri possano seguirci su questo stesso terreno ma occorre avere consapevolezza che tutta intera la grande distribuzione è responsabile di circa la metà delle vendite di ortofrutta in Italia. Ne consegue che l’altro 50% sfugge al filtro della grande distribuzione. Cogliamo questa occasione per rivolgere la proposta di collegare l’accesso a qualsivoglia finanziamento pubblico o beneficio di natura fiscale all’iscrizione alla Rete in una logica di incentivo e sprone all’adesione. Crediamo che così facendo potremmo dotarci di una misura più efficace nella lotta comune al caporalato”.
Per maggiori informazioni: http://www.e-coop.it/buoniegiusticoop