Ignorando la normativa regionale che impone che le imprese che svolgono un servizio di assistenza domiciliare sanitaria debbano aver superato l’iter burocratico dell’accreditamento, alcune ASL continuano a bandire gare di appalto che spesso favoriscono chi non è in possesso dei requisiti standard previsti. Le imprese cooperative che invece da anni si sono sottoposte al procedimento e hanno ottenuto il riconoscimento della loro idoneità restano paradossalmente escluse. A soffrirne, come sempre, è il sistema della sanità nel Lazio.
“I tempi burocratici hanno vanificato tutti gli sforzi delle nostre imprese cooperative volti ad adeguarsi alla normativa che impone l’accreditamento per lo svolgimento del servizio di assistenza domiciliare sanitario. E’ tempo di arrivare ad una soluzione definitiva. Un servizio centrale per la nostra Regione, perché avvicina la sanità ai cittadini ed elimina molte ospedalizzazioni improprie. Chiediamo una risposta immediata”.
Così, Pino Bongiorno, Presidente della Legacoop Sociali Lazio, ha denunciato il grave ritardo nell’affrontare la questione- che si protrae ormai sin dagli anni della Giunta Polverini – durante una audizione tenutasi questa mattina presso il Consiglio regionale del Lazio.
“L’assistenza domiciliare è un tassello fondamentale della sanità del Lazio. Chiediamo che si proceda con un atto amministrativo affinché si metta fine a questo Far West”- ha detto Stefano Venditti, Presidente della Legacoop Lazio. “Siamo in presenza di un’altra Giunta e di un’altra opposizione, ma continuo ad essere sorpreso dal modo in cui la Regione tratta la questione dell’accreditamento- ha aggiunto-. Mentre ci sono imprese che sono in attesa di accreditamento, nonostante abbiano tutti i requisiti- negli ultimi anni sono state indette gare che in alcuni casi sono state vinte da chi non solo non si è sottoposto all’iter, ma non ha nemmeno i requisiti minimi standard”.
La risposta è un albo di aziende accreditate- da opporre all’arbitrarietà della scelta casuale- conseguenza della mancanza di direttive. La Regione, però, non si è ancora pronunciata in merito ai tempi necessari per stabilire delle linee chiare per l’intervento; sebbene Rodolfo Lena, Presidente della Commissione “Politiche sociali e salute”, al termine dell’audizione, abbia ammesso la necessità di dare una risposta al problema e abbia presentato come imperativa una azione immediata.
“Le leggi ci sono. Le cooperative hanno affrontato tutto l’iter burocratico per l’accreditamento. Manca ora solo un timbro”- ha spiegato Bongiorno.
I rappresentanti della Legacoop Lazio si sono dichiarati soddisfatti del consenso ricevuto da tutti i Consiglieri presenti all’interno della Commissione. “Ora ci si aspettiamo- ha concluso Venditti- che a questi impegni seguano degli atti chiari e risolutivi”.