Un passo importante verso un nuovo abitare, capace di intrecciare casa e welfare, socialità e rigenerazione urbana. Un salto reso possibile dal Gestore sociale cooperativo, figura che non solo cura amministrazione e manutenzione, ma si preoccupa anche di far crescere la comunità. Un’innovazione che un progetto di Legacoop Abitanti, sostenuto da Coopfond, vuole contribuire a rendere strutturale.
Il volume “Cambiare l’abitare cooperando – Il Gestore sociale cooperativo come infrastruttura dell’Housing Sociale e del welfare urbano”, recentemente presentato a Roma, raccoglie gli esiti di questo percorso laboratoriale, promosso insieme a Finabita, a Fondazione Housing Sociale e al Politecnico di Milano.
“Il Gestore sociale cooperativo – spiega Rossana Zaccaria, presidente di Legacoop Abitanti – rappresenta l’anello di congiunzione tra la comunità di abitanti e gli investitori ed è un anello fondamentale per far crescere la sostenibilità sociale, capace tra l’altro di innescare un ciclo virtuoso che contribuisce al miglioramento della sostenibilità economico-finanziaria dell’iniziativa“.
Fa bene alla comunità, fa bene anche ai conti di chi investe. A confermarlo sono i tanti casi raccolti nella ricerca e riassunti in una serie di video presenti sul canale YouTube di Legacoop Abitanti, proiettati durante la presentazione del volume. La morosità negli interventi in cui la cooperativa è il Gestore Sociale, ha raccontato ad esempio Sara Travaglini di Dar=Casa, è in linea con il valore medio della proprietà indivisa, mentre Paola Delmonte, direttore Social Housing di CDP Investimenti Sgr, ha raccontato come il modello del Gestore sociale stia iniziando a “contaminare” positivamente anche il mondo Real Estate portando l’idea che la creazione di una comunità coesa produca anche stabilità degli asset immobiliari.
“Un’evoluzione – ha commentato il direttore generale di Coopfond Aldo Soldi – che testimonia come “un’altra Italia sia possibile”, come anche in questo modo si possa rispondere alla paura e alle chiusure ricostruendo quel tessuto comunitario che può contribuire a rilanciare la fiducia e la capacità di fare assieme”. Una rivoluzione possibile grazie anche alla costruzione di una squadra tra attori molto diversi, come ricorda la pubblicazione. È l’importanza del “fattore cooperativo” richiamata anche da Fabio Bastianelli, amministratore delegato di Finabita.
L’importanza di superare un approccio settorializzato rispetto al tema della casa è stato espresso da Eleonora Vanni, presidente di Legacoop Sociali. Le conclusioni di Mauro Lusetti hanno ricordato l’importanza di mantenere sempre la distinitività cooperativa della funzione del Gestore sociale, che deve essere orientata alla coesione sociale e non ridursi a strumento a servizio di logiche di profitto immobiliare. Fondamentale, ha concluso Lusetti, è il lavoro di Legacoop Abitanti, che ha saputo costruire un sentiero con elementi di discontinuità rispetto alla fase precedente ed è impegnata nel creare una “filiera” innovativa e nell’offrire opportunità formative per consentire alla cooperative di interpretare i cambiamenti.