Roma, 22 novembre 2010 – Le cooperative dello spettacolo dal vivo associate a Legacoop aderiscono allo sciopero proclamato dalle tre Centrali Sindacali perché la situazione, che già è insostenibile, con gli ultimi provvedimenti di Tremonti si aggraverà in modo da rendere difficile la sopravvivenza di qualunque soggetto che opera in questo settore.
La produzione culturale non è quello che qualche ministro ritiene, è un’industria che ha cicli produttivi che non tollerano insicurezza nelle fonti e negli strumenti di incentivazione. Non è accettabile uniformare gli strumenti per una politica di settore a interventi spot, variabili nella misura e incerti nella disponibilità.
Il Governo sembra non capire che anche in questo settore qualunque politica, perfino quelle di contenimento della spesa pubblica, devono fare i conti con le conseguenze che spesso sono più costose dei presunti tagli: come dimostra la trascuratezza nei confronti dei beni culturali e come succederà se non si interviene in filiere produttive che occupano 500 mila persone già di per sé tra le più precarie di questo paese precario.
Così come non capisce che trascurare la cultura e puntare sul “made in Italy” non è contraddittorio, è mostrare che si agitano parole a vanvera senza averne il senso: non c’è “made in Italy” senza una cultura, tutta, ricca, innovativa, di ricerca, di grande visibilità in Italia e nel Mondo.
Questo dei tagli alla cultura è un tentato suicidio del Paese.
fonte: Legacoop