29 marzo 2011: il primo Direttivo di Legacoop Latina, dopo l’Assemblea congressuale del 3 marzo scorso, si è riunito presso le sede dell’Associazione. Erano presenti, oltre al presidente Emiliano Scinicariello, Almerindo Norcia (Abitazione), Riccardo PInti e Gabriele Pandolfi (Servizi-Produzione e Lavoro), Massimiliano Porcelli, Angela Di Russo e Rita Silano (Sociali).
L’incontro è stato un’occasione per iniziare a fare il punto della situazione di un ufficio territoriale da poco rinnovato nella compagine. Un ufficio che ha vissuto negli ultimi mesi un altrettanto rinnovato interesse delle cooperative associate nei confronti di Legacoop Lazio, ma anche un certo interesse dei lavoratori verso la formula cooperativa quale possibile soluzione ai problemi occupazionali.
Da questo primo confronto sono emerse varie considerazioni.
E’ apparso necessario darsi un metodo di lavoro e porsi degli obiettivi. Il metodo occorre anzitutto per dare una periodicità agli incontri del Direttivo e delle cooperative dei vari settori. La cadenza periodica serve a sistematizzare la formula della riunione piuttosto che a farne uno strumento per fronteggiare situazioni di emergenza. Il Direttivo, per iniziare, si incontrerà con cadenza mensile. Fissare degli obiettivi, invece, servirà a testare la validità del lavoro svolto dal Direttivo stesso. Sarà importante, inoltre, riempire gli incontri di contenuti evitando di vessare le cooperative con convocazioni continue di riunioni, affinché le occasioni di incontro siano sempre ricche di interesse e mai viste come inutili e noiose.
E’ emersa la necessità di monitorare con continuità il mercato del lavoro ed il rispetto dei termini contrattuali, soprattutto (ma non esclusivamente) nel settore pubblico, poiché la carenza di risorse conduce spesso a soluzioni che danneggiano i lavoratori e lasciano ampi margini di manovra all’illegalità.
Ancora, si è ritenuto indispensabile dover lavorare con spirito propositivo verso le amministrazioni pubbliche affinché, in assenza di risorse finanziarie da destinare all’edilizia popolare, individuino almeno formule efficaci per rendere disponibili terreni da destinare a tal fine, abbattendo o riducendo sensibilmente un costo che incide notevolmente sul costo finale della casa.
Gli argomenti che più di altri hanno tenuto banco, invece, sono stati il rilancio del ruolo del socio cooperatore e la necessità di un ricambio generazionale nei Consigli di amministrazione delle cooperative pontine. Sempre più la forma cooperativa è un simbolo di mutualità, solidarietà, condivisione di valori oltre che di lavoro. I lavoratori sembrano percepirlo, più che in altri periodi storici, ma è bene rilanciare il concetto, affinché emerga pienamente l’importanza del ruolo della cooperazione, ma soprattutto che aumenti il senso di responsabilità dei soci verso la loro cooperativa. Appare ineludibile, invece, al di là delle invocazioni spesso retoriche, un serio ricambio generazionale nei CDA delle cooperative, sia per fornire nuova linfa e nuovi stimoli alle strutture societarie, sia per garantire, quando ciò si renderà necessario, una transizione alla guida delle cooperative, solida e non casuale. Al fine di favorire la divulgazione del ruolo del socio cooperatore si è ipotizzato la progettazione di corsi di formazione per le cooperative associate, ma anche dei brevi seminari presso le scuole superiori, per far conoscere ai giovani, che di lì a breve approcceranno al mondo del lavoro, la cooperazione, i suoi valori e le opportunità che essa può fornire.
Queste le prime valutazioni di un direttivo che si è mostrato subito propositivo e che ha manifestato, in tutti i presenti, la volontà di produrre azioni e risultati tangibili sul territorio. Una volontà dettata dalla necessità del momento storico tra i più difficili, ma soprattutto dalla convinzione che la cooperazione possa, anche (e soprattutto) in un contesto come questo, giocare un ruolo decisivo.