Legacoop Lazio: alcune riflessioni sul piano Commercio di Roma e le aperture festive

Roma, 12 aprile 2012 – Legacoop Lazio, a nome delle proprie imprese associate, leader di mercato nella nostra regione e presenti a Roma con centinaia di punti di vendita in tutti i canali, che vanno dalle grandi  alle medie alle piccole strutture, intende intervenire, esprimendo le proprie posizioni come ha sempre fatto, con competenza ed equilibrio nel dibattito sul nuovo piano del commercio di Roma.

 

Rispetto al testo originario discusso insieme alle altre associazioni di categoria nei tavoli istituzionali convocati dall’assessore Bordoni, riteniamo a questo punto,  necessario apportare alcune importanti modifiche, alla luce delle recenti normative introdotte dal Governo Monti e approvate dal Parlamento.

 

Oggi, come in passato, pensiamo che faccia solamente demagogia chi richiede il blocco delle autorizzazioni insieme a forme di  contingentamento delle grandi strutture di vendita, pur sapendo che si tratta di richieste non più sostenibili e quindi non possibili, poiché il settore del commercio oggi è pienamente liberalizzato. Pertanto i soli vincoli alla apertura delle attività commerciali  sono di natura ambientale sulla sicurezza e di carattere igienico sanitario.

 

Le amministrazioni, in questa nuova realtà, possono solamente guidare i processi di sviluppo della rete di vendita, ed è per questa ragione che riteniamo necessario  che la Regione Lazio convochi subito  un tavolo di concertazione coinvolgendo tutti i soggetti interessati con l’obiettivo di rivoluzionare e collegare alle nuove realtà normative la Legge n. 33, con l’impegno preciso ad adottare criteri programmatori snelli e con procedure veloci e compatibili con le esigenze prima di tutto delle imprese, del territorio e delle nuove normative nazionali.  La Regione deve impegnarsi a non prevedere nei futuri provvedimenti inutili quanto impossibili vincoli di tipo quantitativo ma solo di natura qualitativa ed urbanistica all’insediamento delle strutture commerciali.

 

Il piano del commercio, soprattutto in una città come Roma, è strumento utile e ancora attuale poiché necessario per mettere ordine allo sviluppo delle attività commerciali e alle altre funzioni urbane, realizzando nel contempo un servizio alla città e al consumatore obiettivo a cui tutti aspiriamo rendendo inoltre le nostre attività meno costose e capaci di offrire più servizi, più qualità e prezzi più bassi.

 

Il Comune in questo importante settore in particolare sugli strumenti di pianificazione, ha fatto uno sforzo di sintesi apprezzabile e condivisibile, soprattutto nel tentativo di riequilibrare la presenza delle grandi strutture di vendita nei vari quadranti della città.  Non ci sembra che il recente pronunciamento del Consiglio di Stato e relativo all’accesso agli atti  possa incidere in nessun modo sul futuro del piano.

 

Noi crediamo che l’amministrazione, dopo aver ascoltato i Municipi, debba riprendere la discussione anche con le associazioni, con l’obiettivo di definire una struttura complessiva dello strumento di piano il più possibile vicino agli interessi della città anche attraverso  un suo adeguamento normativo alla luce delle recenti liberalizzazioni del settore.

 

Riteniamo perciò strumentale e poco rispettosa nei confronti della città e della stragrande maggioranza delle imprese commerciali romane le prese di posizione di alcune associazioni tese a difendere lo status quo e alcuni interessi particolari e marginali che anche se legittimi non è più possibile difendere perché superati nei fatti dalle nuove normative.

 

In questo contesto vogliamo proporre all’Assessore Bordoni la convocazione di un tavolo interassociativo insieme ai sindacati dei lavoratori  per discutere in modo libero e franco sulle aperture  durante le festività, poiché la legge sulle liberalizzazioni ha previsto aperture anche nelle giornate di festività importanti e molte sentite dalla collettività.

 

Così come abbiamo fatto in altre realtà della Regione,  vorremmo proporre alle altre associazioni una possibilità di autoregolamentazione, che preveda la chiusura per alcune festività particolarmente importanti e significative, a condizione che sia da tutti condivisa e rispettata.

 

Sarebbe  questo un segnale che il commercio non intende cancellare importanti ricorrenze religiose e civili che sono parte della nostra cultura e della nostra storia, ma regolarle e condividerle insieme alla città.