LEGACOOP LAZIO ALL’EVENTO “EOLICO OFFSHORE PER LA TRANSIZIONE ECOLOGICA DI CIVITAVECCHIA: SFIDE E OPPORTUNITÀ”

Si terrà venerdì 22 ottobre alle ore 10,00, presso il Porto di Civitavecchia (Molo Vespucci snc – Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centro-Settentrionale), l’evento “Eolico Offshore per la transizione ecologica di Civitavecchia: sfide e opportunità” della Regione Lazio.
All’iniziativa, voluta dall’Assessorato alla Transizione Ecologica e Trasformazione Digitale, prenderà parte anche Legacoop Lazio come Associazione di Rappresentanza delle realtà cooperative attive sul territorio.
Per Legacoop Lazio lo sviluppo dell’eolico offshore e di altre forme di energia rinnovabile, nell’area di Civitavecchia, è indispensabile per poter avviare realmente la transizione energetica e il conseguente processo di decarbonizzazione, con particolare riferimento alla centrale Enel di Torrevaldaliga Nord.
Il dibattito sulla “transizione energetica” deve però essere occasione per elaborare un nuovo modello di sviluppo per l’area di Civitavecchia. Una strategia che tenga conto anche delle oltre 500 persone che, dopo il 2025, alle attuali condizioni non avranno più un lavoro, maestranze specializzate principalmente nel settore della metalmeccanica che operano in aziende che da decenni lavorano con grande maestria e specializzazione nel settore.
In tale contesto è fondamentale, per l’area vasta di Civitavecchia, lo sviluppo di progetti di energia rinnovabile che possano fungere da base per alimentare la produzione di idrogeno verde. Per la prima volta, grazie alla Regione Lazio, è possibile lavorare congiuntamente su una progettualità da cui partire per lo sviluppo della filiera di produzione dell’idrogeno verde.
Andranno certamente analizzate nel dettaglio le problematiche che riguardano le risorse economiche necessarie allo sviluppo del progetto, l’impatto ambientale e paesaggistico ma questa sfida, se l’Italia vuole aumentare la propria competitività, dovrà essere vinta trasformando i progetti in realtà.
Nella Proposta del piano per la transizione energetica del Governo è stata inserita una “poderosa correzione del mix energetico con circa il 72% di energia da fonti rinnovabili dal 2030″. In questo contesto dovranno avere un ruolo centrale lo sviluppo di eolico e fotovoltaico a terra, ma anche di rinnovabili offshore, compreso il repowering degli impianti già esistenti.
L’idrogeno occuperà una posizione prioritaria per contribuire agli obiettivi nazionali ambientali e a una produzione più sicura e affidabile di energia, specie se prodotto da fonti energetiche rinnovabili attraverso l’elettrolisi. In particolare, l’idrogeno può giocare un doppio ruolo per il Paese: sul lungo termine, fino al 2050, può supportare lo sforzo di decarbonizzazione insieme ad altre tecnologie a basse emissioni di carbonio, soprattutto nei settori “hard-to abate” (come i processi di produzione ad alta intensità energetica o l’aviazione); sul breve termine, fino al 2030, l’idrogeno diventerà progressivamente competitivo in applicazioni selezionate (come chimica, mobilità, raffinazione petrolifera), consentendo lo sviluppo di un ecosistema nazionale dell’idrogeno, necessario per sfruttare appieno il potenziale dell’idrogeno sul lungo periodo.
Questo è inoltre il momento più adatto per accelerare il confronto a livello governativo e della cabina di regia del PNRR per la costituzione a Civitavecchia di una hydrogen valley.
Le hydrogen valley sono ecosistemi che includono sia la produzione che il consumo di idrogeno, con aree per la diffusione dell’idrogeno stesso. Nelle hydrogen valley dovrebbero quindi coesistere domanda e offerta, dando vita a dei modelli di sviluppo locali.
Nelle aree industrializzate, le hydrogen valley potrebbero portare a una potenziale aggregazione di differenti applicazioni dell’idrogeno per una gestione combinata sotto il punto di vista della produzione, così da massimizzare le sinergie e il ritorno degli investimenti sulle infrastrutture.
Lo sviluppo dell’eolico può inoltre rappresentare un’ulteriore grande opportunità per Civitavecchia, attraverso lo sviluppo della cantieristica. Una sfida da cogliere sarebbe quella di realizzare un hub italiano di riferimento per la cantieristica eolica offshore galleggiante e fissa, potendo così servire idealmente il mercato UE ad oggi parzialmente scoperto.
Inoltre, Civitavecchia è uno dei porti italiani con potenzialità di sviluppo ancora significative e con aree abbastanza ampie sul mare e in zona portuale. Ci sono, quindi, tutti i presupposti per creare un nuovo polo produttivo.
Ogni azione di sviluppo dovrà tuttavia cercare di privilegiare le imprese locali, differentemente da quanto sta attualmente accadendo, ad esempio, nel parco eolico di Taranto. A questo, va accompagnata una visione di sviluppo strategica di lungo periodo, che necessariamente dovrà essere in ottica sostenibile.
Da questo punto di vista l’iniziativa del 22 ottobre rappresenta un passaggio importante, non solo per la presentazione di una prima proposta progettuale ma anche per la sua capacità di mettere in connessione tutta la filiera locale, anche nella prospettiva di un possibile utilizzo dei fondi POR della programmazione 2021-2027.