Roma, 10 gennaio 2012
La normativa statale di liberalizzazione degli orari di vendita degli esercizi di commercio al dettaglio e di somministrazione che ha introdotto il decreto Monti costituisce una profonda innovazione nel settore. Dopo anni di attesa di modernizzazione seguita al decreto Bersani del 1998 che ha portato elementi innovativi che le istituzioni ed in modo particolare le Regioni non sono state in grado di cogliere. Finalmente e soprattutto grazie all’applicazione di una direttiva europea, anche se relativamente alla sola disciplina degli orari, è avvenuta una forte innovazione che è auspicabile, coinvolga a breve altri settori, Farmacie, Carburanti, Servizi Pubblici, Locali, etc.
La normativa, tra l’altro, non impone le aperture ma le rende possibili in maniera libera alle varie formule distributive per meglio adattare il proprio orario di vendita alle esigenze dei consumatori.
Come sempre avviene in questi casi saranno le aziende ed i consumatori a venirsi incontro facendo coincidere le rispettive esigenze. L’incremento degli orari di apertura, per altro facoltativo, comporterà in alcuni casi un lieve incremento dei costi, compensato anche dall’aumento delle vendite a seguito delle maggiori opportunità offerte al consumatore e da un aumento del servizio alla città e alla sua vocazione turistica.
Ricordiamo inoltre che la tendenza allo spopolamento dei servizi commerciali nel centro storico ha origini e motivazioni che poco hanno a che fare con la nuova normativa, ma molto con le inadeguate politiche e regolamenti delle pubbliche amministrazioni ed in generale con la crisi, con la riduzione dei consumi e con alti affitti e ritardi nella modernizzazione del settore.
E’ sbagliato, inoltre, evocare in maniera indiscriminata problemi di ordine pubblico e collegarli alla libertà di apertura e chiusura degli esercizi commerciali. Questo delicato problema è, semmai, legato alle problematiche dei pubblici esercizi del centro storico e di poche e determinate zone della città e si può risolvere con adeguati provvedimenti che devono coinvolgere amministratori, forze dell’ordine, sindacati e cittadini.
Teniamo presente che la rete distributiva del Lazio e di Roma ha realizzato in questi ultimi 10 anni buone performance e sviluppato un eccellente equilibrio fra le varie tipologie e canali di vendita.
Il dato negativo a Roma è lo sviluppo disordinato determinato da scelte urbanistiche sbagliate, da numerosi condoni e da politiche pubbliche assenti.
Questo intervento permetterà una maggiore specializzazione delle attività commerciali riducendo di fatto la possibilità di morte e frammentazione indistinta delle piccole imprese e del settore, spesso evocata da alcune associazioni ma mai realmente esistita.
In questo modo viene data la possibilità alle imprese di autoregolamentarsi senza essere obbligate ad accordi sugli orari, come avveniva in passato, che cercavano di mettere insieme esigenze di formule distributive completamente differenti quali il centro commerciale, la grande e media, oppure il piccolo negozio o supermercato alimentare.
I centri commerciali e le grandi strutture di vendita sono frequentati maggiormente il fine settimana e questo non può essere una colpa per il consumatore o per l’imprenditore, visto che la maggior parte dei cittadini possono riservare tempo per lo shopping proprio il sabato o la domenica.
E’ molto sentito da parte di Legacoop Lazio il tema dello sviluppo del lavoro e come questo si coniuga con la liberalizzazione degli orari. Riteniamo che proprio questa norma spinga ad una riflessione seria le istituzioni e le organizzazioni sindacali sulle condizioni di lavoro nel settore commerciale. Le imprese aderenti a Legacoop Lazio sono rispettose dei contratti e degli accordi a salvaguardia dei diritti dei lavoratori e nel caso che ci sia un maggior impegno nei festivi ci sono anche maggiorazioni delle retribuzioni, concordate con le oo.ss.. La riflessione che proponiamo dovrebbe invece mettere sotto una lente d’ingrandimento il lavoro nel settore commerciale dove riteniamo siano presenti sacche di lavoro nero e sottopagato con contratti capestro applicati senza nessuna garanzia dei lavoratori. E’ su questi temi che siamo disponibili a discutere unitamente alle organizzazioni sindacali a prescindere dalla normativa sulle liberalizzazioni degli orari di vendita. Il decreto Monti rappresenta una nuova opportunità che non può essere messa in discussione dalla illegalità e dalla mancanza di controlli.
La normativa, fra l’altro, non farà che stimolare forme di innovazione e migliorare l’offerta di servizi delle imprese commerciali romane che in questi anni si sono adattate con intelligenza agli interventi di liberalizzazione molto ampi degli orari che il Comune ha adottato . Gli accordi firmati nel 2002 tra comune e associazioni di categoria hanno, in pratica, regolamentato il settore fino a questo intervento statale con risultati positivi da tutti riconosciuti smentendo nei fatti i catastrofisti di allora.
Riteniamo e siamo fiduciosi che imprese e consumatori riusciranno ad equilibrare e disciplinare il settore come dovrebbe avvenire in una moderna economia di mercato.