LEGACOOP LAZIO: “WORKERS BUYOUT, 8 MILIONI DALLA REGIONE PER LE IMPRESE RECUPERATE. NASCE TASK FORCE CONTRO LE CRISI AZIENDALI E I FALLIMENTI”

Otto milioni di euro per il recupero di aziende in crisi o già fallite da parte di cooperative costituite dai lavoratori che si uniscono e rilevano l’impresa, dando vita a workers buyout. Il Fondo rotativo della Regione Lazio consente di ottenere finanziamenti agevolati a tasso zero per sostenere l’acquisizione di aziende in crisi o oggetto di delocalizzazione da parte dei suoi lavoratori.

Istituito nel 2019, è rimasto ancora inutilizzato. Per questo Legacoop Lazio ieri a Roma, durante l’evento “Workers buyout. Il lavoro si fa impresa”, ha proposto la creazione di una cabina di regia per agire tempestivamente nell’individuazione delle crisi aziendali e costituire una filiera per far conoscere e diffondere lo strumento del workers buyout nel Lazio.

“La legge regionale 13 del 2018 ha messo a disposizione uno strumento formidabile per la promozione dei workers buyout. Tuttavia, finora è rimasto inattivo- ha chiarito Mauro Iengo, presidente di Legacoop Lazio-. I motivi di questa inerzia sono diversi, in parte rappresentati dagli effetti della pandemia, ma di certo è mancata un’azione corale e coordinata di tutti i soggetti potenzialmente coinvolti nelle crisi di impresa: i sindacati, le tre centrali cooperative e le altre organizzazioni datoriali, il mondo delle professioni, le Istituzioni – ha continuato-. Dobbiamo fare passi in avanti in merito al coordinamento di tutti questi soggetti. Vogliamo che il wbo diventi una soluzione alla quale pensare spontaneamente di fronte ad una crisi di impresa. Una cabina di regia in seno alla Regione Lazio, un comitato promotore, una task force che comprenda le società finanziarie che si occupano professionalmente del WBO? L’importante è che sia operativo e in grado di intercettare tempestivamente le crisi” ha concluso.

“Fondamentale coinvolgere anche l’Assessorato al Lavoro ma sono disposta a lavorare per rendere più funzionale questo provvedimento. Mi rendo disponibile per questo tavolo di confronto. I finanziamenti ci sono e vanno utilizzati. Siamo pronti a perfezionare questo strumento” ha risposto Roberta Angelilli, assessore allo Sviluppo economico della Regione, presente ieri all’evento della Lega delle cooperative del Lazio.

Alle risorse destinate alla creazione dei wbo si aggiungono quelle degli strumenti finanziari del mondo cooperativo. “Coopfond, fondo mutualistico di Legacoop, ha investito 24 milioni di euro per sostenere 71 workers buyout che hanno permesso di salvare oltre 1.700 posti di lavoro – ha spiegato Beatrice Puccetti, dell’area progetti dello strumento finanziario a disposizione del mondo cooperativo-. Lo abbiamo fatto utilizzando risorse delle cooperative in salute che, donando al Fondo il 3% dell’utile, sostengono così le nuove cooperative e quelle che per crescere hanno necessità di un aiuto- ha continuato. Sono interventi importanti che funzionano solo quando si attiva una rete di soggetti – noi, l’associazione, il sindacato, le banche – perché chi decide di compiere il grande salto da ex-dipendente a socio della cooperativa, quindi imprenditore, non ha bisogno solo di capitali ma anche di formazione, servizi, relazioni”.

A disposizione dei lavoratori che vivono il dramma delle crisi aziendali, anche i fondi di CFI Cooperazione Finanza Impresa, nel cui capitale vi sono il ministero delle Imprese e del Made in Italy, Invitalia e i fondi mutualistici delle associazioni datoriali delle cooperative e le cooperative stesse. Oltre a realtà come Banca Etica, presentata ieri dal direttore commerciale Paolo Ranzuglia, ci sono strumenti fondamentali come Cooperfidi Italia. “Le garanzie che rilasciamo sono fondamentali per gli investimenti necessari ai workers buyout – ha detto Dino Forini, Direttore di Cooperfidi-. Siamo intervenuti in oltre 35 operazioni a garanzia delle linee di credito necessarie per la ripartenza o per il rilascio di fideiussioni indispensabili per locare il ramo d’azienda dalla procedura concorsuale in operazioni di wbo ma esistono ancora importanti margini per realizzare una più sistematica integrazione tra Cooperfidi e gli altri attori che nel movimento cooperativo operano sul terreno finanziario per la realizzazione e il sostegno dei wbo”.

Pronte a contribuire all’iniziativa da tempo, grazie a un Protocollo di intesa con Legacoop Lazio, anche le associazioni di rappresentanza dei dottori commercialisti: ADC Lazio e UNGDCEC coordinamento Lazio-Umbria. A riconoscere l’importanza di dover fare rete, anche un’altra associazione datoriale: Unindustria, attenta ai temi della crisi d’impresa e all’evoluzione che hanno preso dopo l’emanazione del Codice della crisi e dell’insolvenza con un Help Desk crisi e risanamento d’impresa. “Le crisi, dovute a varie ragioni, comprese catastrofi naturali, le chiusure di stabilimenti anche in assenza di crisi, sono una ferita inferta al territorio, alla capacità produttiva, alla creazione di ricchezza, a ricerca e investimenti e naturalmente, all’occupazione. Le soluzioni di buy out, sul totale dell’azienda o su rami, sono soluzioni alternative alla continuità d’impresa, assistite da varie forme di intervento pubblico, che in una economia matura come quella italiana vanno attentamente considerate accanto a ogni altro istituto che permetta di preservare occupazione, capacità manageriali e capacità produttiva, e che possono vedere la collaborazione delle parti sociali, degli Ordini dei professionisti e del sistema finanziario” ha dichiarato Massimiliano Bondanini, Responsabile Affarli legali e tributari Unindustria.

Presente all’evento anche Massimiliano Bondanini, Responsabile Affari Legali Tributari di Unindustria. Centrale, la figura dei sindacati. “Dovremmo aggiornare il protocollo d’intesa con la Regione sullo sviluppo dei wbo per ridargli vigore – ha dichiarato Natale Di Cola, segretario generale Cgil Roma e Lazio-. In un tavolo di crisi aziendale non mi è mai capitato di sentirmi dire perché non pensate di fare un wbo invece di reiterare gli ammortizzatori? Ci chiedono deroghe e solidarietà. La cultura non va creata tra i lavoratori, questo strumento va sostenuto dal punto di vista della cultura di impresa oltre che da quello finanziario”.

Non solo crisi di impresa. Intervenuta di recente una importante novità legislativa.

“La Legge Marcora, oltre ad aver istituito un fondo rotativo destinato alla creazione di workers buyout in seguito a crisi o fallimento dell’azienda, si è di recente aperta anche alle imprese che rischiano di chiudere a causa dell’assenza di opportunità nel ricambio generazionale- ha spiegato Lucia Di Donato, Direttore di Legacoop Lazio-. Una evoluzione importante che consentirà la creazione di cooperative di lavoratori di aziende il cui titolare non ha eredi né acquirenti”. La Legge Marcora, tuttavia, è ancora in attesa che il ministero delle Finanze emani alcuni decreti di attuazione della norma volti a disciplinare le modalità di erogazione dei vantaggi di natura fiscale. Un passo fondamentale in un paese in cui nel solo ultimo trimestre nel Lazio si sono sfiorate le diecimila cessazioni e in tutta Italia le 110mila, con un incremento sensibile delle chiusure e con la chiusura di quattordicimila ditte individuali. “Il Lazio è stata la prima regione per aumento del numero di imprese nel primo trimestre 2023 ma abbiam registrato comunque 9.707 cessazioni di impresa – ha dichiarato Lorenzo Tagliavanti, presidente della Camera di Commercio di Roma-. In quest’ottica il wbo si configura come uno strumento importante nel cercare di evitare il depauperamento del sistema produttivo. Inoltre, ridà centralità ai lavoratori”.

Le fotografie dell’evento sono disponibili cliccando qui